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Scende nuovamente la produzione manifatturiera toscana nei primi tre mesi del 2015, nonostante il traino dei mercati internazionali
Continua a crescere la componente estera. Migliora il clima di fiducia delle imprese, favorendo un recupero occupazionale

Secondo quanto emerge dalla rilevazione sul primo trimestre dell'anno realizzata da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana sulle imprese manifatturiere con più di 10 addetti, il sistema manifatturiero regionale continua ad essere caratterizzato da una congiuntura di carattere recessivo, sia pure con alcuni segnali positivi connessi al miglioramento del clima di fiducia.

 

L'andamento della produzione manifatturiera regionale resta infatti di segno negativo (-0,9% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente), senza evidenziare rilevanti segnali di miglioramento rispetto alla seconda parte del 2013 e discostandosi dalla dinamica nazionale, che nello stesso periodo limita le perdite al -0,2%.

Anche gli altri indicatori di consuntivo mantengono per lo più un'intonazione negativa, a partire dal grado di utilizzo degli impianti, in calo al 77,4% dopo il 78,5% del corrispondente trimestre del 2014.

 

Il fatturato fa segnare un calo di entità analoga a quello dei livelli produttivi (-0,9%), interamente determinato dal mercato interno; dopo la battuta d'arresto del trimestre precedente, torna invece a crescere a ritmo sostenuto la componente estera (+2,3%).

 

Tra gli indicatori di domanda, sono poi in contrazione - sia pure più contenuta rispetto a quella dei tre trimestre precedenti - anche gli ordinativi (-1,1%): anche in questo caso, come per il fatturato, alla moderata crescita degli ordini provenienti da oltreconfine (+1,1%) si contrappone la flessione di quelli nazionali.

 

La debolezza della domanda si riflette infine sulla dinamica dei prezzi alla produzione (+0,2%), sostanzialmente stagnanti dopo il leggero arretramento del 2014 (-0,1% in media d'anno): il ritorno in questo caso del segno "più", per quanto modesto, sembra comunque allontanare - per il momento - il temuto innesco di un processo di deflazione.

Fatta eccezione per l'ancora favorevole evoluzione della domanda estera, pertanto, il dato occupazionale - con una crescita tendenziale dell'1,9% - rappresenta di fatto l'unico dato di consuntivo positivo, coinvolgendo nel periodo di analisi anche le piccole imprese. In riduzione anche il ricorso agli ammortizzatori sociali di integrazione del reddito (-28%), in particolare nella componente relativa alle operazioni straordinarie (-20%), mentre le ore di Cassa Integrazione Guadagni relative alla gestione ordinaria sono in aumento dell'11%.

 

L'incremento occupazionale registrato, tuttavia, ha interessato solo marginalmente la componente con contratto a tempo pieno e indeterminato (+0,2%), malgrado nel trimestre in esame abbiano cominciato a operare gli incentivi fiscali e normativi recentemente introdotti nel mercato del lavoro. Il recupero occupazionale, per il momento, sembra guidato soprattutto dal miglioramento del clima di fiducia connesso al rasserenarsi dello scenario internazionale. 

 

 

Le grandi imprese, con 250 addetti e oltre, mettono a segno nei primi tre mesi dell'anno una positiva crescita della produzione, pari a +2,8%, cui si accompagna un ampliamento degli organici aziendali di notevole entità, che si traduce nell'incremento occupazionale (+5,1%) più elevato dalla fine del 2007.

A tali dati fanno da contraltare gli andamenti negativi del fatturato (-2,4%) e degli ordinativi, sia nel complesso (-4,9%) che nella componente estera (-3,8%). Su questi risultati pesa tuttavia in maniera determinante la performance di un'importante realtà della farmaceutica oggetto - nel periodo di analisi - di acquisizione da parte di un player internazionale e di provvedimenti dell'AIFA su un farmaco già prodotto, al netto della quale volgono in positivo sia la dinamica del fatturato (+4,4%) che quella degli ordinativi (+2,6% totali , +4,4% esteri).

 

 

Più univoca la situazione tra le medie imprese (50-249 addetti), che presentano una dinamica stazionaria per quanto concerne la produzione (+0,2%) e un incremento del +1,3% del fatturato. Gli ordinativi (+0,1%) si mantengono stabili grazie alla crescita della domanda estera (+2,6%), mentre prosegue lentamente il recupero dei posti di lavoro persi negli ultimi anni (+1,5%).

Le piccole imprese manifatturiere (10-49 addetti) continua invece a mostrare evidenti criticità, con cali tendenziali sia in termini di produzione (-2,2%) che di fatturato (-1,5%). Rallenta la caduta degli ordinativi (-0,8%), che tornano in terreno positivo nella componente estera (+1,5%) dopo la contrazione registrata nel precedente trimestre. Si allentano tuttavia le pressioni sugli organici aziendali, che registrano la più elevata crescita trimestrale (+1,0%) dal 2004.

 

 

Tra i settori di attività economica, di fatto, solo la farmaceutica (+7,9%) e - in misura più contenuta - il tessile (+0,6%), la cui produzione registra un segno "+" per il quinto trimestre consecutivo, si collocano stabilmente su un sentiero di crescita, mentre la maggior parte dei restanti comparti alterna a fasi di moderata espansione periodi di contrazione di varia intensità.

 

Gli altri comparti del sistema moda invece presentano cali produttivi più rilevanti.

 

 

Contengono invece le perdite il comparto alimentare (-0,2%) e quello dei metalli (-0,9%), e conseguono un risultato positivo il legno e mobilio (+0,5%), che arresta almeno temporaneamente la caduta dopo anni di pesanti perdite, la chimica, gomma e plastica (+0,4%), i minerali non metalliferi (+0,2%) e i mezzi di trasporto (+2,4%).

 

Dopo la flessione del 3,7% con cui aveva chiuso il 2014, l'elettronica subisce infine un ulteriore calo (-8,5%), mentre la meccanica accusa una contrazione (-1,7%) dopo il positivo dato dell'ultimo trimestre del 2014.

 

 

Si registra un nuovo miglioramento del clima di fiducia delle imprese, il cui indicatore sintetico destagionalizzato raggiunge i 4 punti percentuali, grazie alle positive evoluzioni rilevate in tutti gli indicatori elementari.

 

Il saldo tra gli imprenditori che prevedono un aumento della produzione e coloro che prevedono invece un decremento passa da +6 a +8 p.p., in sintonia con le aspettative sulladomanda estera, che vedono prevalere gli "ottimisti" sui "pessimisti" per 8 punti percentuali.

 

Anche in riferimento alla domanda interna (+1) tornano a prevalere, sia pure di poco, le aspettative di crescita, mentre per quanto concerne l'occupazione (-1) il saldo tra gli operatori che prevedono un rafforzamento degli organici aziendali e coloro che si aspettano perdite occupazionali presenta ancora segno negativo, pur migliorando rispetto alle precedenti rilevazioni.

 

 

Riguardo alla positiva evoluzione del clima di fiducia delle imprese occorre tuttavia segnalare come, al momento della rilevazione, non fossero ancora emersi nello scenario internazionale fattori di instabilità quali la crisi greca e l'esplosione della bolla speculativa cinese, che potrebbero indurre gli operatori a rivedere al ribasso le proprie aspettative nei prossimi trimestri, ed arrestare nuovamente il diffondersi di un maggior ottimismo tra gli imprenditori.

 

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