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Prosegue nel 2016 la ripresa dell’industria toscana
Andamenti ancora positivi, anche se in rallentamento, per produzione, fatturato, ordinativi e occupazione. Dopo oltre quattro anni tornano in positivo le piccole imprese. Le aspettative degli imprenditori si fanno tuttavia più caute

Secondo quanto rilevato dall'indagine realizzata da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana su un campione di imprese manifatturiere (con almeno 10 addetti) localizzate sul territorio regionale, nel corso del primo semestre 2016 il comparto manifatturiero toscano si è mantenuto in una fase di crescita, in linea con quanto già evidenziato nella seconda parte del 2015. Nel periodo aprile-giugno 2016, in particolare, l'indicatore della produzione industriale ha messo a segno un incremento del 2,4% su base tendenziale, evidenziando una leggera decelerazione rispetto alla chiusura del 2015 (+2,8%) ed ai primi tre mesi del 2016 (+2,7%).

 

Dinamiche simili si osservano anche dal lato della domanda. Il fatturato, che nell'ultimo trimestre del 2015 era cresciuto del +3,3%, ha rallentato nella prima metà del 2016 attestandosi al +2,0% fra aprile e giugno: la componente estera, ancora una volta, rappresenta il vero traino del dato aggregato, con un incremento del +3,8% nel secondo trimestre. Notizie positive anche dagli ordinativi (+1,9% il dato di aprile-giugno), anche in questo caso grazie soprattutto al sostegno dei mercati internazionali (+2,5%).

 

Segnali di rallentamento arrivano anche dai prezzi alla produzione, i cui incrementi si fermano su variazioni più contenute rispetto allo scorso anno: nel secondo trimestre del 2016, in particolare, la crescita tendenziale frena al +0,5% dopo andamenti che, attorno alla metà del 2015, avevano superato l'1%. Va tuttavia considerato che, su tale dinamica, ha influito anche la flessione dei prezzi delle materie prime, che nella prima metà del 2016 si sono mantenuti in flessione (-21% la caduta del All Commodity Price Index del FMI). L'incremento dei prezzi di vendita praticati dalle imprese manifatturiere, per quanto di modesta entità, sembra dunque indicare la prosecuzione di un percorso volto ad un recupero dei margini, a lungo compressi dalla crisi degli ultimi anni.

 

Il recupero produttivo sopra evidenziato trova infine conferma sia nell'indicatore del grado di utilizzo degli impianti, salito al di sopra dell'80% nei primi sei mesi del 2016, sia sotto il profilo occupazionale, dal momento che gli addetti delle imprese manifatturiere sono cresciuti, fra aprile e giugno 2016, di un ulteriore 2,7%. A tale proposito va tuttavia registrato, come già evidenziato per altri indicatori, un parziale rallentamento rispetto ai precedenti trimestri. La dinamica occupazionale, pur restando ampiamente positiva, non è inoltre supportata da analoghi miglioramenti in tema di ricorso ad interventi di integrazione salariale: sulla base dei dati Inps disponibili, infatti, nei primi sei mesi 2016 le ore di CIG autorizzate sono sensibilmente aumentate (+34%), in conseguenza soprattutto delle ore di CIG in deroga, quadruplicate rispetto all'anno precedente.

 

La principale novità dei primi sei mesi dell'anno è costituita dal ritorno alla crescita delle imprese di piccola dimensione (quelle cioè con un numero di addetti variabile tra 10 e 49). Dopo ben 17 trimestri di segno negativo (dalla fine del 2011 al termine del 2015), il 2016 si è aperto con una crescita della produzione (+2,2% fra gennaio e marzo) che ha trovato conferme, sebbene su ritmi più contenuti, anche nel secondo trimestre (+1,2% il risultato di aprile-giugno). Positivi anche gli indicatori del fatturato (+1,4%) e degli ordinativi (+2,1%), accompagnati da una crescita dei livelli occupazionali.

 

Sono tuttavia le medie imprese (da 50 a 249 addetti) che, nel secondo trimestre del 2016, mettono a segno le migliori performance fra le tre classi dimensionali prese in esame. L'indicatore della produzione raggiunge il +4,1%, accelerando rispetto ai primi tre mesi dell'anno (+2,7% il dato di gennaio-marzo). Andamenti analoghi si registrano inoltre per il fatturato (+1,4%) e per gli ordinativi (+2,1%), anche in questo caso fortemente influenzati dai buoni risultati realizzati sui mercati esteri. Significativa, infine, la crescita occupazionale (+3,6%).

 

Meno sostenuta, infine, la dinamica registrata per il gruppo delle grandi imprese (almeno 250 addetti): la crescita produttiva appare in questo caso più moderata (+2,4% fra aprile e giugno), oltre che in rallentamento rispetto ai precedenti trimestri. Un'evoluzione analoga interessa poi l'andamento di fatturato (+1,4%) e ordinativi (+0,6%), che risultano in leggera diminuzione sui mercati esteri (ma il fatturato esportato continua a crescere del 4,7%), così come accade per l'occupazione (-0,4%).

 

In un contesto nel complesso ancora positivo, sono soprattutto tre i settori che sollevano il dato produttivo generale. Si tratta in particolare dei mezzi di trasporto, della meccanica e della chimica, gomma e plastica, comparti che nel trimestre aprile-giugno 2016 hanno assistito a performance sensibilmente superiori alla media regionale: +9,5% per i mezzi di trasporto, +5,5% per la meccanica e +4,4% per la chimica-gomma-plastica.

 

Positivi, anche se meno pronunciati rispetto ai precedenti, i risultati del legno e mobilio (+3,1%) delle calzature (+2,8%), dei metalli (+2,2%) e della concia-pelletteria (+1,9%). Una crescita solo marginale si registra invece per la lavorazione dei minerali non metalliferi (+1,0%) e per l'elettronica (+0,3%), in frenata rispetto ai periodi precedenti, ed una sostanziale stabilità caratterizza l'andamento del tessile (-0,1%), dopo però due trimestri di segno positivo.

 

Dati negativi interessano invece soprattutto tre comparti: l'industria alimentare, che nel secondo trimestre flette dello 0,7% (ma dopo un +1,8% nei primi tre mesi dell'anno); la farmaceutica (-2,2% fra aprile e giugno, dopo un inizio anno appena positivo); e soprattutto l'abbigliamento (-4,8%), che in questa prima metà dell'anno peggiora il già negativo quadro del 2015.

 

La decelerazione rilevata, nel complesso, dagli indicatori a consuntivo trova conferma anche nel clima di fiducia delle imprese. L'indicatore sintetico destagionalizzato, che raccoglie giudizi qualitativi sulle aspettative a breve termine relativamente all'andamento di produzione, domanda e occupazione, ha arrestato la propria crescita, pur restando in territorio positivo: dopo aver raggiunto quota +6 punti ad inizio anno, è sceso successivamente a +4 punti, mantenendosi su tale livello anche nel corso dell'ultima indagine. I giudizi espressi dagli imprenditori relativamente all'evoluzione attesa del ciclo economico sembrano pertanto indicare che la seconda parte del 2016 è destinata a caratterizzarsi per un'ulteriore rallentamento della crescita fin qui osservata.

 

Ad incidere su tale rallentamento sono soprattutto le aspettative relative alla domanda estera che, pur restando su livelli ancora ampiamente positivi (gli imprenditori che prevedono un incremento della stessa superano cioè gli imprenditori che si attendono una riduzione), passano dal +12 di inizio 2016 al +8 della presente rilevazione, confermando l'incertezza che sembra al momento caratterizzare le prospettive di crescita dell'economia globale.

 

Più caute ed in peggioramento sono inoltre anche le aspettative espresse dagli imprenditori relativamente all'evoluzione del mercato interno (il cui indicatore è passato da +3 a 0) e dell'occupazione (da +1 a 0). Malgrado ciò, il quadro delle aspettative non sembra per il momento incidere sulle prospettive relative alla produzione, con un saldo fra "ottimisti" e "pessimisti" che resta ad un livello fra i più elevati dell'ultimo quinquennio (+10 punti percentuali) 

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