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  Artigianato - Indagine Congiunturale del 1° semestre 2009

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Osservatorio regionale Toscano sull'Artigianato

 

c o m u n i c a t o s t a m p a

 

Ancora crisi per l'artigianato toscano

calano fatturato e addetti ma le imprese più strutturate continuano ad investire. Negative le aspettative per la seconda metà dell'anno

 

Firenze 24 luglio 2009. Coerentemente con il quadro economico generale, il primo semestre del 2009 risulta particolarmente negativo per l'artigianato della nostra regione. I risultati dell'indagine congiunturale sul primo semestre 2009 dell'Osservatorio Regionale Toscano sull'Artigianato - realizzata da Unioncamere Toscana con Regione Toscana, le federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL e con il supporto tecnico di IRPET restituiscono un quadro critico per l'artigianato. Nei primi sei mesi del 2009 si sono registrate cadute in termini di fatturato (-20,1% rispetto al medesimo periodo del 2008) e di addetti (-3,3% tra il 31 dicembre 2008 ed il 30 giugno 2009), ed anche le aspettative per la seconda parte del 2009 segnalano un deciso peggioramento sia per il fatturato che per gli addetti.

 

Fatturato

Indipendentemente dal settore, dalla provincia e dalla classe dimensionale di appartenenza la variazione di fatturato interessa tutti i raggruppamenti confermandosi il peggior risultato da quando viene effettuata la rilevazione. Solo il 5,1% del imprese ha dichiarato un fatturato in aumento rispetto al primo semestre del 2008.

Il settore manifatturiero registra un -24,1% e al suo interno spicca la situazione critica del sistema moda (-30,6%), un comparto già da tempo interessato da forti difficoltà. L'andamento è negativo anche per quei settori, come la metalmeccanica (-27,1%), che nel recente passato avevano mostrato una dinamica relativamente migliore rispetto alla media. Tra le altre manifatture, che registrano un complessivo -18,4%, si hanno perdite rilevanti nell'oreficeria (-28,8%), nel legno-mobili (-19,4%) e nei minerali non metalliferi (-20,6%) mentre cede meno della media, pur peggiorando rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, l'alimentare (-9,0%). Negativi anche i numeri del comparto dei servizi (-16,5%) con flessioni molto consistenti soprattutto nei trasporti (-22,2%). Perdite meno rilevanti, ma comunque molto decise, per i servizi alle persone (-13,4%), per le riparazioni (-13,0%) e per i servizi alle imprese (-10,7%). L'edilizia lascia sul terreno il 12,7 per cento del proprio giro d'affari.

La dinamica del fatturato evidenzia la sofferenza, soprattutto, delle imprese più strutturate (con oltre 9 addetti) e delle più piccole (1-3 addetti) con perdite, rispettivamente, del 21,8% e del 20,6%. Non sono tuttavia risparmiate dalla crisi le categorie intermedie come quella con 6-9 addetti (-19,2%), e le imprese artigiane della classe 4-5 addetti (-15,4%). Incrociando i risultati per dimensione con il settore di attività si osserva un andamento negativo soprattutto per le grandi e micro imprese manifatturiere (-25,8% e -23,6% rispettivamente), mentre nell'edilizia è la piccola impresa ad essere maggiormente penalizzata (-18,4%). Nei servizi è, invece, la categoria 6-9 addetti a perdere in modo più deciso (-20,1%).

Sono le province più "artigiane" a registrare performance sotto la media regionale: Firenze (-22,9%), Pisa (-22,4%), Arezzo (-21,8%) e Prato (-21,5%). Male, tuttavia, anche i rimanenti territori come Lucca (-20,1%), Pistoia (-19,9%), Grosseto (-16,0%), Siena (-15,9%), Massa-Carrara (-13,0%) e Livorno (-10,1%).

 

Occupazione

Gli addetti alle imprese artigiane della Toscana nei primi sei mesi del 2009 sono calati del 3,3% rispetto a fine 2008. Il manifatturiero cala del 4,6%, ma anche le imprese dell'edilizia perdono il 2,6% della propria forza lavoro. Arretrano, ma in maniera minore, i servizi (-1,5%). Nei sotto-settori perdono molto la metalmeccanica (-7,9%) e la concia-pelli-calzature (-7,2%). Nelle province, l'occupazione artigiana scende al di sotto della media a Lucca (-6,6%), Firenze (-5,7%) e a Siena (-3,4%). Tutte le altre si posizionano al di sopra della soglia del -3,3% con Grosseto (+1,7%) addirittura in terreno positivo.

 

Dinamica Imprenditoriale

Tra il 30 giugno 2008 ed il 30 giugno 2009, secondo la banca dati Infocamere-Stockview ed al netto delle cessazioni d'ufficio, continua a crescere (+0,2%, +126 unità) il numero di imprese artigiane della Toscana. La crescita, a livello settoriale, è determinata dal solo comparto edile (+1% la variazione delle registrate, pari a +495 imprese negli ultimi 12 mesi); mentre perde 348 imprese il manifatturiero (-0,9%), e 96 unità i servizi (-0,3%). Nel manifatturiero spiccano i forti ridimensionamenti dell'orafo (-3,8%), del legno-mobili (-2,7%) e della meccanica allargata (-1,6%) cui si contrappongono la crescita di alimentari (+1,5%) e tessile-abbigliamento-maglieria (+1,3%). Per questo ultimo comparto è decisiva la dinamica positiva registrata in provincia di Prato a causa dell'aumento dell'imprenditoria cinese. Per il terziario, la crescita registrata dai servizi alle imprese (+4,3%) e alle persone (+1,0%), non riesce a controbilanciare le flessioni nei trasporti (-3,4%) e nelle riparazioni (-1,3%).

 

Investimenti

Nel I semestre 2009 il 6,8% delle imprese artigiane della Toscana dichiara di avere in corso programmi di investimento. Sebbene proprio all'interno del manifatturiero si registrino le difficoltà più rilevanti la quota di imprese attive sul versante degli investimenti in questo settore tocca il 9,7% con un picco del 13,7% nella metalmeccanica. Nell'edilizia (4,6%) e nei servizi (6,8%) i valori sono decisamente più contenuti.

Il quadro che si delinea considerando la variabile dimensionale segnala, tuttavia, come le quote di imprese con progetti di investimento in atto siano particolarmente consistenti, indipendentemente dai settori di appartenenza, nelle classi dimensionali più elevate. Colpisce, in particolare, che il 28,5% delle imprese edili ed il 23,5% delle metalmeccaniche con più di 9 addetti stiano investendo.

 

Previsioni per il secondo semestre 2009 rispetto al primo semestre 2009

Le aspettative delle imprese relative al secondo semestre del 2009, rispetto al primo, segnalano il permanere della fase negativa. Il saldo percentuale, tra coloro che hanno dichiarato di aspettarsi un aumento del giro d'affari e coloro che hanno dichiarato di prevederne una riduzione, è nettamente peggiorato passando dal -1,1% del II semestre 2008 al -15,1% del II semestre 2009. Le previsioni sull'occupazione sono anch'esse orientate al peggioramento: da un saldo aumenti-diminuzioni di +0,5% per il II semestre 2008 ad un -2,4 per il II semestre 2009. Nella fattispecie cresce la quota di imprese con addetti in diminuzione (dal 4% al 7%) mentre si riduce la quota di imprese che prevedono la stabilità dei propri organici (dal 91% all'88%).

 

 

Nota statistica

L'indagine congiunturale sull'artigianato toscano fornisce stime relative all'evoluzione del fatturato, degli addetti e dei programmi di investimento con un dettaglio di 13 settori 10 province. L'individuazione della popolazione obiettivo dell'indagine, della strategia campionaria e l'analisi della qualità dei dati rilevati è stata effettuata Settore Sistema Statistico Regionale della Regione Toscana. La rilevazione sul I semestre 2009 ha riguardato un campione di 3.626 imprese artigiane toscane.

 

 

 

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 L'andamento dell'artigianato toscano nel I° semestre 2009

previsioni per il II° semestre 2009

 

 Firenze, venerdì 24 luglio 2009

  

Il punto di vista di Rinaldo Incerpi - Vice Presidente di Unioncamere Toscana

 

"L'indagine congiunturale sull'artigianato conferma la pesantezza della fase recessiva che sta attraversando il nostro sistema economico. Un recessione che, per l'artigianato, si assomma ad un lungo periodo di difficoltà. In presenza di risultati così negativi è sempre più necessario continuare ad impegnarsi per il sostegno e lo sviluppo del comparto. Sostegno inteso come maggiore collaborazione tra il mondo del credito e la piccola impresa. Il rischio infatti è che le imprese, specialmente quelle medio-piccole, si vedano negare un adeguato sostegno dal sistema creditizio. Comprendiamo che il sistema bancario sia preoccupato per la qualità del credito che eroga ma è tuttavia necessario valutare con maggiore attenzione le imprese ed i loro progetti. Non dobbiamo inoltre farci monopolizzare dall'emergenza perdendo di vista l'obiettivo più importante: agevolare lo sviluppo dell'artigianato attraverso il suo riposizionamento competitivo. Un riposizionamento che necessita di un supporto adeguato da parte delle istituzioni alle imprese che hanno fatto e sapranno fare le scelte giuste in termini di prodotti, di processi e di mercati".

 

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