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  Il commercio estero in Toscana nel II trimestre 2012

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c o m u n i c a t o s t a m p a

Il commercio estero rallenta: crescita delle esportazioni al 7,6% nel II trimestre 2012
In aumento sopratutto le vendite verso i paesi extra UE, in particolare verso Asia, Affrica del nordo, Ocenaia. A picco i flussi di prodotti intermedi, sintomo del peggioramento del ciclo economico regionale

 

Firenze, 18 ottobre 2012   Tra aprile e giugno 2012 rallentano decisamente le esportazioni della Toscana, con una crescita del +7,6% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente - +5,1% al netto dei metalli preziosi - risultato comunque migliore rispetto al dato nazionale, che tra aprile e giugno si è fermato al +3%.

 

Le aree di mercato più dinamiche sono quelle Extra-UE (+6%), mentre nei mercati dell'Unione Europea la crescita si ferma al +1% - peraltro fortemente influenzata da decisi incrementi nei flussi di metalli preziosi interni all'area dell'Euro -, come riflesso dell'andamento decisamente negativo della domanda di beni.

 

L'andamento delle esportazioni in Asia (+33,1%) fornisce il contributo alla crescita regionale più sostanzioso: la crescita delle vendite regionali in Medio Oriente (+70,4%) è determinata soprattutto dalla accelerazione nei flussi commerciali con gli Emirati Arabi Uniti, mentre gli altri paesi asiatici vedono nel trimestre un ritmo di crescita del 16,5%, grazie al buon andamento di India (+49,9%), Giappone (+37,7%), Corea del Sud (21,4%), Hong Kong (10,8%). Gli scambi della Toscana con l'Africa settentrionale (+34,5%) sono sostenuti dalle vendite di prodotti petroliferi raffinati diretti prevalentemente in Algeria ed Egitto, e tali da contribuire all'andamento complessivo delle esportazioni nell'area per oltre 25 punti percentuali

Tra i paesi dell'Unione, andamenti particolarmente negativi si registrano per le vendite in Austria (-14%) e Regno Unito (-9,5%), mentre fra i paesi europei non appartenenti all'Unione si conseguono risultati positivi sul mercato russo (+11,5%) e su quello turco (+6,6%).

Dopo la crescita registrata negli ultimi due trimestri, l'andamento delle esportazioni toscane dirette nel continente americano subisce, tra aprile e giugno 2012, una brusca frenata (-7,3%), dettata soprattutto dalla diminuzione delle esportazioni verso i paesi dell'America centro-meridionale, che passano in terreno pesantemente negativo (-19,5%.). L'andamento positivo delle vendite in Oceania (+99,7%) è determinato da vendite per commesse pluriennali di prodotti con valore medio unitario talmente elevato che da soli rappresentano, nel trimestre, oltre il 60% del valore delle esportazioni toscane nel continente.

 

Rimangono in positivo le esportazioni di beni di consumo, con particolare riferimento alla componente dei beni durevoli (+23,4%), grazie ai contributi di oreficeria (+33,5%) e mobili (+3,4%); in forte rallentamento ma comunque in aumento le vendite di beni non durevoli (+4%), un andamento pressoché interamente determinato dagli incrementi dei settori cuoio-pelletteria (+8,3%). Gli andamenti delle esportazioni di beni intermedi e strumentali sono indici significativi del peggioramento ciclico in corso: al netto del contributo dei metalli preziosi sono infatti quasi ferme le vendite all'estero di prodotti intermedi (+0,8% con incrementi solo per apparecchi elettrici, prodotti chimici di base e pietre lavorate e negative quelle di beni strumentali (-0,3%), con un pesante arretramento della cantieristica (-56,6%).

 

Le importazioni regionali rimangono, rispetto al -6,9% nazionale, ancora in positivo (+5,9%) solo grazie ai forti incrementi negli acquisti di prodotti energetici di base (-0,9% il dato al netto dell'import di petrolio greggio e gas naturale). Il picco negativo degli acquisti di prodotti intermedi (-10,7% al netto dei metalli preziosi) sottende poi una dinamica della produzione industriale in ulteriore pesante arretramento per quasi tutti i settori manifatturieri.


Il commento del Presidente Galgani

"I dati relativi al secondo trimestre 2012 confermano la tenuta dell'export regionale, pur all'interno di una fase di rallentamento che ci preoccupa, soprattutto a fronte di un mercato domestico in fase di recessione.

Questi dati non ci sorprendono, vista la crisi dei consumi mondiali e il crollo della fiducia diffuso cui si assiste. Per questo, già da diversi mesi stiamo mettendo in campo le nostre forze per dare organicità agli interventi compresi nel piano promozionale regionale e adottare, come Sistema Camerale, politiche mirate a offrire alle nostre imprese strumenti per consolidare la propria posizione sui mercati internazionali.

Ponendosi nell'ottica del "bicchiere mezzo pieno", i dati rivelano che ci sono diverse aree di mercato dove i nostri prodotti più innovativi e a maggiore valore aggiunto hanno ancora dinamiche diffusamente positive, e dove occorre concentrare il nostro impegno e le nostre forze. Razionalizzare il sistema della promozione, come proponiamo è il presupposto per il ri-orientamento delle politiche di internazionalizzazione verso iniziative di sostegno concreto alle piccole e medie realtà imprenditoriali, che passino innanzi tutto da iniziative di tipo commerciale fino alla formazione e al sostegno alla creazione di occupazione qualificata".


 

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