Ottimi i risultati del 2013. Fare di più e meglio
I risultati 2013 della Camera di Commercio di Pisa
La Camera di Commercio ha appena approvato il bilancio di esercizio 2013. Nonostante un calo del gettito da Diritto annuale (-3%), anche per il 2013, si è puntato a incrementare gli interventi economici che hanno raggiunto un nuovo record: quasi 6 milioni di euro (+9% rispetto al 2012, oltre il doppio rispetto al 2008) per finanziare, in primo luogo, l'accesso al credito e l'internazionalizzazione delle piccole imprese.
Il contenimento dei costi di personale, la riduzione dei costi di funzionamento, una gestione attenta del patrimonio ha consentito di investire la cifra più alta di sempre in interventi sulle imprese, convinti che questa sia la nostra missione anticiclica in una fase così negativa per l'economia del paese. Abbiamo anche messo a disposizione del territorio 227.000 euro di avanzi delle gestioni precedenti e continueremo a farlo quest'anno per garantire lo stesso livello degli interventi economici, nonostante la prevista ulteriore caduta delle risorse disponibili.
Ben l'80% del diritto annuale che incassiamo è reinvestito direttamente in contributi, fiere, formazione per le imprese. Il valore dei servizi erogati (valore aggiunto distribuito), se si considerano anche quelli del registro imprese e della regolazione del mercato, ammonta a 213 euro per impresa attiva, mentre il Diritto annuale pagato in media è di 193 euro.
Il nostro impegno è more for less: fare di più spendendo di meno! E non è uno slogan, bensì il risultato del nostro lavoro quotidiano da anni.
Le cifre del nostro lavoro
Nel 2013 per favorire l'accesso al credito, le risorse hanno raggiunto la cifra di € 2.858.000, e sono state destinate ad oltre 500 imprese per abbattere gli interessi sui prestiti garantiti dai Confidi, sui microprestiti e per realizzare investimenti mediante un fondo perduto. Quest'ultima azione, in particolare, ha assorbito circa 1,5 milioni di euro che hanno consentito di attivare oltre 18 milioni di euro di nuovi investimenti: in media le 225 imprese beneficiarie hanno ottenuto un contributo di 6.700 euro.
Per l'internazionalizzazione e per la promozione turistico commerciale del territorio sono andati circa 2 milioni (€ 1.929.333), 500.000 euro in più rispetto all'anno precedente. Più di 850 imprese sono state coinvolte nelle iniziative di formazione e accompagnate sui mercati esteri o a fiere internazionali.
La nostra azienda speciale ASSEFI ha erogato formazione sulla gestione d'impresa ad oltre 300 imprenditori, ha assistito quasi 1.000 persone interessate ad avviare un'attività, coinvolto centinaia di studenti nei percorsi di alternanza-scuola lavoro.
Il Registro Imprese ha gestito le 43.999 pratiche, tutte telematiche, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con un tempo medio di evasione di 2,6 giorni contro i 5 previsti dalla legge.
Per i certificati di origine, necessari per l'esportazione delle merci abbiamo attivato un servizio di richiesta on line e di consegna a domicilio che evita di venire allo sportello.
Per quanto riguarda la giustizia alternativa, strada obbligata per lo smaltimento dell'arretrato civile del paese, le procedure sono ripartite da settembre dopo la revisione normativa e il servizio è ripreso con ben 84 domande presentate all'Organismo di mediazione che garantisce mediatori formati, imparziali e bassi costi della pratica.
Il ruolo delle Camere nel contesto attuale
Il nuovo Governo ha impresso una forte accelerazione sulla strada delle riforme di cui il Paese ha estremo bisogno. Riforme che anche le Camere di Commercio hanno richiesto da tempo e che dunque sostengono.
Siamo favorevoli ad un intervento in grado di assicurare -per tutto il sistema camerale- più efficienza mediante economie di scala e di specializzazione, senza mai prescindere dall'indispensabile presidio del territorio.
I risultati di questa Camera lo dimostrano: si può fare di più spendendo meno. Un altro esempio, la Camera di Pisa ha deciso - autonomamente - di completare nel 2013, la fusione delle due aziende speciali, PAI e ASSEFI, realizzando importanti sinergie operative e risparmi di costi.
Tuttavia, in queste settimane l'Esecutivo ha avanzato l'ipotesi di eliminazione dell'obbligo per le imprese di iscrizione alle Camere di commercio.
In realtà non esiste nessun obbligo di iscrizione alle camere di Commercio, esiste invece un tributo, il diritto annuale, che pagano le imprese alle Camere di Commercio della loro circoscrizione, tributo, che per le società è commisurato al fatturato e che rappresenta il 70% delle entrate delle Camere.
Se l'intenzione del Governo è abolire il Diritto annuale, sarebbe un pericoloso errore. Perché così facendo si determinerebbe una sostanziale scomparsa del Sistema camerale, con un grave danno per lo sviluppo delle nostre imprese, dei nostri territori e del Paese.
In un recente editoriale, Giuseppe De Rita ricorda come per governare un paese occorre una macchina intermedia che funzioni: "Sarebbe un clamoroso errore immaginare di spazzarla via. Anche perché distrutta la vecchia entro poco tempo bisognerebbe costruirne un'altra."
Se il Governo intende rendere facoltativo il diritto annuale, vuol dire che vuole abolire il Registro delle imprese o trasferirne i costi sulla fiscalità generale; se la seconda ipotesi non produrrebbe nessun vantaggio, la prima non ha proprio senso, visto che è uno strumento indispensabile per assicurare la trasparenza del mercato e la conoscenza immediata di tutte le attività economiche sul territorio.
Abolire il tributo annuale delle imprese alle Camere di commercio, - 200 euro di media a Pisa - come il governo ha proposto di fare - minaccia di togliere al sistema economico, proprio quando ne ha più bisogno, gli strumenti per garantire la legalità, assicurare il sostegno al credito e la spinta all'export oggi garantiti in maniera efficiente dalle Camere di commercio.
L'ipotesi di trasferire compiti e funzioni delle Camere di commercio ad altri enti pubblici, poi, scaricherebbe su tutti i contribuenti, i costi dei servizi camerali.
Ma anche questo sarebbe un errore: tutte le indagini sulla PA, l'ultima pubblicata da Panorama la scorsa settimana, evidenziano come le imprese esprimano il massimo gradimento tra gli Enti pubblici alle Camere di Commercio, credo proprio perché a guidarle ci sono gli imprenditori!
La proposta di riforma delle Camere di Commercio
Una proposta organica di riforma del Sistema delle Camere di commercio è già all'attenzione del Governo. Per evitare inutili dispersioni di energia e improduttive sovrapposizioni di ruoli, prevede:
- che le competenze del Sistema camerale si indirizzino su alcune funzioni fondamentali (regolazione del mercato e semplificazione amministrativa; informazione economica; supporto PMI per l'accesso al credito; servizi per promuovere l'internazionalizzazione; promozione e assistenza delle nuove imprese; servizi per l'alternanza scuola-lavoro e l'orientamento);
- una razionalizzazione del numero delle Camere di commercio attraverso una ridefinizione delle circoscrizioni in base alle caratteristiche geo-economiche dei territori;
- una redistribuzione delle competenze delle Camere di commercio tra i diversi livelli di governo territoriale;
- una sensibile riduzione del numero delle Aziende speciali e una razionalizzazione delle partecipazioni societarie delle Camere di Commercio;
- l'introduzione di costi standard per la qualità dei servizi da erogare alle imprese dei diversi territori e dei relativi costi;
- la definizione del diritto annuale sulla base dei costi standard e alle priorità strategiche fissati con Governo e Associazioni, nel rispetto del principio di autofinanziamento dell'ente camerale;
- disponibilità a gestire, grazie alla razionalizzazione operata, nuove funzioni delegate di interesse per le imprese, derivanti dalla riforma Delrio sulle Province e Città metropolitane.
- Le Camere di commercio vogliono "fare di più e meglio, con minori costi". Per questo il nostro processo di ottimizzazione delle risorse intende produrre una spending review mirata, ma tangibile.
Il punto di vista del Presidente PIERFRANCESCO PACINI
"Una vera modernizzazione dell'Italia" - ha detto il Presidente della Camera di commercio di Pisa Pierfrancesco Pacini - "non può che ripartire dal rafforzamento dei territori e delle loro eccellenze, perché è su di loro che il Paese si è retto in questi anni di crisi. Senza il supporto diffuso delle Camere di commercio, questa tenuta non ci sarebbe stata e il sistema delle imprese avrebbe pagato un prezzo ancora più alto alla crisi. Ci sono, tuttavia Camere e Camere, e quindi ben venga una riforma che migliori l'efficienza di tutto il sistema, che salvaguardi le istituzioni dei territori, che sappia valorizzare le esperienze migliori."