Il contrubuto del Presidente Morandi
Enrico Ciabatti, Segretario Generale di Unioncamere Toscana, intervenendo al convegno «TURISMO&TOSCANA», nel corso del quale sono stati presentati i risultati del 2013 e le tendenze per il 2014 del turismo in Toscana, ha detto fra l'altro :
"I dati che sono stati illustrati dagli esperti propongono una Toscana che nel 2013 ha mantenuto livelli di presenze sostanzialmente inalterati dopo la flessione del 2012 (-2,2%).
Il risultato è stato determinato, in positivo, dal traino della componente estera (+3,8%) che è in linea con la dinamica quantificata per l'Europa (+4%) dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), mentre a livello mondiale si guadagna qualcosa di più (+5%).
Sono mancati, invece, i turisti italiani che hanno registrato una flessione del 4,1%. Il vero problema è proprio questo, si riflette su tutto il fronte dei consumi, dalle vendite al dettaglio al turismo: l'Italia stenta ad agganciare la ripresa, le famiglie italiane non spendono o lo fanno con oculatezza, nonostante tassi d'inflazione ai minimi storici, soprattutto per i generi non alimentari (+0,6% nel 2013).
Sarebbe peraltro difficile anche solo ipotizzare il contrario, viste le crescenti preoccupazioni per la forte disoccupazione che in questo primo trimestre 2014 ha portato ad un tasso pari al 13,6%, valore più elevato dal 1977 ad oggi, pari a 3,5 milioni di disoccupati. Chi non ha lavoro, o lo ha precario, per quanto può, taglia sui consumi non primari, vacanze ovviamente incluse; chi ha disponibilità, tende ad aumentare il risparmio e a supportare le esigenze dei figli (46% disoccupazione giovanile) e dei parenti non autonomi dal punto di vista economico.
Le imprese del turismo, nonostante le difficoltà sul fronte interno, dimostrano tenacia e reattività operando sull'affinamento delle strategie aziendali in attesa di politiche ed interventi strutturali che rilancino, di fatto, la nostra economia e, conseguentemente, i consumi.
I loro sforzi le imprese li hanno fatti e li stanno facendo, ad esempio, mantenendo i prezzi fermi, anche se i carichi di fiscalità generale e locale non accennano a diminuire. Secondo l'indagine survey pmi condotta annualmente dal sistema camerale, il 94% degli imprenditori nel 2014 hanno dichiarato di mantenere i cataloghi fermi ai livelli del 2013, soltanto il 4% ha previsto aumenti dei prezzi, il 2% addirittura una diminuzione. Certo, si potrà obiettare che la Toscana partiva già da livelli di tariffe troppo elevate in valori assoluti, oppure che ci sia ancora un disequilibrio tra quanto si paga ed il servizio offerto, ma, sinceramente, credo che il problema per i turisti che mancano all'appello, gli italiani, stia altrove.
Pur contenendo le tariffe, anche nel 2014 le imprese puntano forte sui servizi per fronteggiare la crisi: il 60,5% degli operatori toscani del turismo hanno dichiarato di voler migliorare la qualità dei servizi, lo stesso indicatore è inferiore di 25 p.p. se si considera il totale imprese (anche nelle precedenti annualità il gap fra totale imprese e turismo è sempre esistito, seppur di entità più ridotte).
E' nostra convinzione che gli operatori pubblici possano far molto per accompagnare le imprese in questo percorso di innovazione dei servizi per il settore, operando, ad esempio:
- per il rafforzamento della formazione del personale preposto, nei rispettivi livelli, alla fornitura dei servizi, anche in riferimento alle innovazioni tecnologiche, per la gestione delle stesse (app, social network, etc);
- potenziamento delle reti che permettono la trasmissione di dati ed informazioni utili e la conseguente moltiplicazione degli utenti;
- supporto nell'accesso al credito.
Riguardo a quest'ultimo punto, registro con piacere un miglioramento del dato relativo alle difficoltà delle imprese del turismo per accedere al credito (il 64,3% aveva riscontrato difficoltà nel 2012, nel 2013 si è scesi al 27,1%), mi preoccupa invece che soltanto il 4% delle imprese del settore abbiano fatto ricorso ad un CONFIDI negli ultimi tre anni, il dato più basso se paragonato ad altri settori dell'economia regionale.
Il tema dell'accessibilità al credito è evidentemente fondamentale anche in relazione al fatto che le imprese del turismo sembrano intensificare gli sforzi per gli investimenti, a differenza di quanto accade in altri comparti della nostra economia. La quota delle imprese che hanno realizzato investimenti nel turismo nel corso del 2013, secondo l'indagine "Survey PMI", in Toscana è stata pari al 19,2%, superiore di circa paio di p.p. rispetto 2012 ed al dato 2011, per il complesso dell'economia regionale tali indicatori sono invece in discesa.
L'auspicio che rimbalza da più fronti, da tempo, è che ripartano anche gli investimenti in Italia e su scala nazionale, svincolati finalmente da politiche di austerity che per l'Italia pesano evidentemente più che altrove, visto che dal 2004 ad oggi abbiamo perso il 19,6% degli in vestimenti pubblici, a fronte del +30,7% tedesco, +26% francese e del +19% inglese. Gli investimenti pubblici portano almeno due effetti diretti: più occupazione e miglioramenti delle infrastrutture e dello stato di salute complessivo del territorio. Oltre a ciò, sono vitali tutte quelle ricadute indirette derivate dai nuovi raccordi stradali, dal miglioramento dell'accessibilità e della fruibilità dei centri urbani, o anche in termini di sostenibilità ambientale, di tutela dei beni architettonici ed artistici.
Al riguardo, l'Expo è sicuramente una straordinaria opportunità, un caso esemplare delle risorse che possono liberarsi sul territorio direttamente coinvolto e, a caduta, sugli altri contesti territoriali. A proposito, sono curioso di sapere quali saranno i risultati che ISNART ci comunicherà oggi a margine dell'approfondimento che l'Osservatorio ha condotto per sapere se i Tour Operator esteri venderanno pacchetti specifici per l'evento, se tali pacchetti interesseranno la Toscana e per quali segmenti di prodotto turistico, se sarà effettivamente, in via previsionale, un'occasione per rafforzare l'identità delle nostre eccellenze.
Al di là di quanto è in corso di realizzazione, o ci si augura che venga presto realizzato, ritengo che ci siano ancora notevoli margini per migliorare la funzionalità delle infrastrutture a nostra disposizione. Mi riferisco, in particolare, alle difficoltà che i turisti incontrano quando viaggiano sui treni locali, o alle problematiche fra i soggetti pubblici nell'integrare le strategie di sviluppo non solo degli aeroporti, ma anche dei porti turistici, tanto che anche nel 2013 si sono perse quote significative di traffico di utenti che hanno una elevata disponibilità economica.
Restando sul tema del "fare sistema", mi ha stupito la disaffezione delle imprese del settore nell'aderire ad iniziative di sistema progettate da più soggetti istituzionali, pubblici o privati: la percentuale di quanti hanno aderito è scesa dal 36,5% al 10% del 2013. Anche in questo caso, ci sarà da riflettere, visto che il sistema camerale è impegnato, da anni, in iniziative quali, ad esempio, Vetrina Toscana, Vetrina Toscana a Tavola, Pesce Dimenticato.
Il messaggio mi sembra chiaro: sono da moltiplicare i nostri sforzi in termini di comunicazione, per intercettare le esigenze delle imprese centrando i progetti su finalità operative più condivise, senza disperdere le risorse a disposizioni in iniziative di scarso appeal per il sistema e per gli utenti finali.
Poche, ultime considerazioni, le faccio sul Sistema camerale, che in questi ultimi mesi è al centro dell'attenzione da parte del Governo.
Sapete quanti sono, a livello di sistema nazionale, gli:
- interventi economici a favore del turismo e beni culturali ? 52,7 mln di euro;
- interventi economici a favore dell'accesso al Credito delle PMI ? 85,2 mln di euro;
- interventi economici a favore della Nuova Imprenditoria: 27,2 mln di euro;
- interventi economici a favore dell'Internazionalizzazione: 82,7 mln di euro per 74.201 utenti;
- interventi economici a favore della Formazione e valorizzazione del Capitale Umano: 38 mln di euro.
Questi dati sono la testimonianza più eloquente di una Pubblica Amministrazione utile ed efficace e che è a servizio delle imprese e del Paese.
Tutto si può e si deve migliorare e rendere più efficiente, efficace ed economico, ma non si può pensare ad annullarlo od a ridimensionarlo in funzione di non precisati obiettivi di interesse pubblico.
L'obiettivo è forse quello di far risparmiare le imprese ? Il diritto camerale pagato dalle imprese è mediamente di 108 euro annui. Vogliamo ridurlo del 30%/40% ?
A fronte di un risparmio insignificante (se parametrato all'IRAP e all'IRES così come a tutte le altre imposte comunali IMU, TARI e TASI) pari a 33/44 euro verrebbero meno le uniche risorse tributarie pagate dalle imprese per le imprese, per i servizi a loro vantaggio, per la crescita dei sistemi produttivi locali.
Un ente pubblico è tale perché svolge un fine pubblico. Per la sua esistenza e per lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali deve poter contare su risorse certe e stabili, che solo un tributo definito nel "se" e nel "quanto", quale è il Diritto Annuale, può garantire.
La discussione in questo periodo sull'esistenza delle Camere o sulla volontarietà di iscrizione al Registro Imprese non ha obiettivamente senso, se vogliamo rimanere un paese che cresce e diventi più competitivo."