Presentati in Camera di Commercio di Arezzo dal Presidente della Camera di Commercio di Arezzo, Andrea Sereni, dal Segretario Generale Dott. Giuseppe Salvini e da Isabella Bietolini, Responsabile Ufficio Studi, i dati aggiornati, riferiti al territorio provinciale, del Sistema informativo Excelsior che offre informazioni sulla domanda di lavoro e sulle figure professionali richieste dalle imprese.
Il Rapporto Excelsior sui fabbisogni professionali e formativi delle imprese aretine dei settori industria e servizi nell'anno 2014 giunto alla sua diciottesima edizione è promosso dal sistema camerale in accordo con il Ministero del Lavoro ed è inserito nel Programma Statistico Nazionale.
Nel "Rapporto 2014" si evidenzia come le imprese aretine con dipendenti prevedano di attivare, per l'anno in corso, 4.040 contratti di lavoro, il 6,6% in più rispetto a quanto previsto nel 2013. A fronte di queste "entrate", le stesse imprese prevedono circa 4.620 "uscite" (per dimissioni, pensionamenti o contratti in scadenza di cui non è previsto il rinnovo), il 13,5% in meno rispetto al 201 3. Nonostante l'aumento delle entrate e la diminuzione delle uscite, il "saldo"occupazionale atteso si mantiene negativo, a -590 unità (-1 .550 nel 201 3).
A livello settoriale, la perdita di "posti di lavoro" è più accentuata nei servizi (500 unità) che non nell'industria (90 unità). Il trend negativo dell'industria è dovuto prevalentemente alle costruzioni mentre tra i servizi incidono soprattutto i saldi negativi del commercio e del turismo-ristorazione.
A livello dimensionale, il saldo negativo ha origine esclusivamente fra le imprese con meno di 50 dipendenti (-700 unità) mentre, al contrario, aumentano i posti di lavoro per quelle da 50 dipendenti in su (+120 unità).
La percentuale di imprese della provincia di Arezzo che prevede di effettuare assunzioni di personale dipendente nel 2014 sale al 12,7%, dopo una lunga serie di contrazioni culminata con l'11 ,8% del 2013. Tale risultato, pur non eclatante, permette però di interrompere una spirale e di riavvicinare il dato provinciale ai più alti valori toscano( 13,9%) e nazionale (13,9%).
Non ci sono particolari differenze fra manifatturiero (13,7%) e servizi (1 2%), anche se all'interno del primo rimane molto bassa la percentuale del settore edile (5%). Il 36,5% delle aziende prevedono di effettuare assunzioni di personale dipendente. Affermano di volerlo fare per sostituire dipendenti indisponibili (per uscita, maternità, ferie, malattia, aspettativa...), il 26,5% per domanda in crescita o in ripresa, il 24,5% per attività stagionali e solo il 7,1% per necessità di espandere le vendite o aprire nuove sedi in Italia o all'estero.
Delle 4.040 assunzioni previste, circa 940 assunzioni dovrebbero essere "stabili" (ossia a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato, inteso quest'ultimo come punto di partenza verso un contratto a tempo indeterminato) circa 2.130 assunzioni a tempo determinato (o altre modalità a termine, quali i contratti a chiamata) e 970 contratti atipici (somministrazione, collaborazioni a progetto e altri contratti di lavoro indipendente).
L'87,3% delle imprese aretine non prevede di effettuare assunzioni. Anche in questo caso è importante capire il perché di questa decisione: la stragrande maggioranza (71 ,5%) ritiene che l'attuale organico sia sufficiente e che quindi non ci sia necessità di nuovi ingressi. C'è comunque un 1 9,2% di aziende che non assumono, pur avendone necessità, per l'incertezza della attuale fase congiunturale (domanda in calo o incerta).
I bassi livelli della domanda di lavoro e gli alti livelli dell'offerta hanno portato, sia in provincia di Arezzo che, più in generale, in tutta Italia, a una riduzione progressiva dei problemi segnalati dalle imprese nel trovare le figure che intendono assumere.
Nel 2014 questi problemi interesseranno solo il 12% delle assunzioni previste nella provincia (circa 2 punti in più della media nazionale); nel 2011 l'analoga quota era più che doppia.
Le difficoltà sono più spesso attribuite a una scarsità di persone disponibili all'assunzione (8%) che non ad una inadeguata preparazione dei candidati (4% del totale).
Le imprese italiane tendono a ricorrere prevalentemente a candidati in possesso di esperienza specifica e la provincia di Arezzo non fa eccezione: nel 2014, al 20% dei nuovi assunti verrà richiesta un'esperienza nella professione (contro il 21% in media in Italia) e a un ulteriore 36% un'esperienza almeno nel settore in cui opera l'azienda (37% in Italia). La frequenza con cui le imprese richiedono una precedente esperienza specifica varia però in misura significativa da settore a settore, con quote sulle assunzioni totali comprese tra il 17% nelle public utilities e il 74% nell'industria dei gioielli.
Per quanto concerne le tipologie di assunzioni, nel 2014, in provincia di Arezzo, le assunzioni di figure high skill, ossia dirigenti, specialisti e tecnici si attesteranno a circa 480 unità, pari al 15% del totale, quota analoga alla media nazionale (16%).Le assunzioni di figure di livello intermedio saranno circa 1.020 (per una quota pari al 34% del totale, contro una media nazionale del 47%): di questi circa 230 saranno impiegati (l'8% del totale) e 790 saranno figure tipiche del commercio e dei servizi (26%).
Le restanti 1.580 assunzioni previste riguarderanno figure di livello più basso, la cui quota sarà pari al 51% (37% la media nazionale). Di questo gruppo faranno parte circa 1.030 figure operaie (il 33% del totale) e 550 figure generiche e non qualificate (18%).Quasi il 60% delle assunzioni programmate è concentrata su sole sei figure. Nella parte alta della classifica troviamo le professioni non qualificate nel commercio e nei servizi (500 unità). Seguono le professioni qualificate nelle attività ricettive e della ristorazione, ossia i cuochi, camerieri e baristi (420 unità) e le professioni qualificate nelle attività commerciali, tipicamente commessi e personale di vendita (280 unità). Sono professioni con un elevato turn-over del personale, che spesso viene assunto con un contratto a termine. Per queste tre professioni le imprese della provincia non segnalano particolari problemi di reperimento che, al contrario, sono frequenti per gli operai specializzati, installatori e manutentori nelle industrie metalmeccaniche, elettriche ed elettroniche (37% del totale) e per gli operai specializzati nell'industria alimentare, legno, tessile (27%).
Delle 3.070 assunzioni programmate nel 2014 in provincia di Arezzo, quasi 230 saranno rivolte a laureati, 1.350 a diplomati della scuola secondaria superiore, 350 a persone in possesso della qualifica professionale e 1.140 riguarderanno figure per le quali non verrà richiesta una formazione scolastica specifica.
Non emerge una maggiore richiesta di scolarità, intesa come assunzioni di laureati e diplomati, nonostante il lieve aumento nella richiesta di figure high skill (+1% tra il 2013 e il 2014).Per quanto riguarda le competenze "trasversali", e cioè non specifiche della professione da svolgere, quella che le imprese aretine considerano più importante quando assumono personale laureato e diplomato è la capacità di lavorare in gruppo, indicata come "molto importanti" per la metà delle assunzioni programmate.
Nelle posizioni successive, con un numero di segnalazioni tra il 47 e il 48% figurano la capacità di risolvere problemi, la flessibilità e la capacità di adattamento e la capacità comunicativa.Appaiono invece poco rilevanti caratteristiche quali l'attitudine al risparmio energetico, indicata come molto importante nel 17% dei casi e la capacità di pianificare e coordinare (23%). Queste competenze vengono in genere richieste solo alle figure che avranno funzioni dirigenziali o molto specifiche, per le quali le assunzioni previste sono tipicamente poco numerose.
Nel Rapporto 2014 è inserito realizza uno specifico focus sui fabbisogni occupazionali delle imprese esportatrici (15,1% del totale imprese) e delle imprese innovatrici (14,2% del totale imprese): nel dettaglio si definiscono imprese esportatrici le aziende che che commercializzano abitualmente all'estero i propri prodotti/servizi, mentre per imprese innovatrici si intendono le aziende che hanno dichiarato di aver effettuato, nel corso del 2013, innovazioni di prodotto o di servizio.
Il confronto fra i risultati di queste due categorie di imprese ed il resto delle aziende permette di valutare efficacemente se siano in grado di generare una superiore domanda occupazionale.
Le imprese esportatrici nel 201 3 hanno assunto personale molto più frequentemente delle non esportatrici: nelle prime lo ha fatto il 1 9% delle imprese mentre nelle non esportatrici la quota si è fermata all'11 ,6%. Le figure professionali ricercate dalle imprese esportatrici sono caratterizzate poi da un livello di istruzione più elevato rispetto alle non esportatrici: il 1 2,7% delle assunzioni previste sono infatti rivolte a laureati ed il 46,8% a diplomati, valori nettamente superiori ai corrispondenti delle non esportatrici (5,8% e 43,1% rispettivamente).
La percentuale di imprese che prevedono assunzioni nel 2014 è quasi doppia fra quelle che hanno sviluppato nuovi prodotti/servizi nel 201 3 rispetto a quelle che non lo hanno fatto (20,2% contro 11,4%).Anche per le imprese innovatrici c'è una spiccata preferenza per le figure professionali caratterizzate da un livello di istruzione più elevato: il 14,8% delle assunzioni previste sono infatti rivolte a laureati ed il 49,2% a diplomati, valori nettamente superiori ai corrispondenti delle altre (5,1% e 42,4% rispettivamente).
Così come per le imprese esportatrici, anche per le innovatrici è più alta la quota delle richieste di figure professionali high skill: fra professioni intellettuali, scientifiche e specialistiche e professioni tecniche si arriva al 28,2% del totale delle assunzioni contro l'11 ,6% delle non innovatrici.