La dinamica demografica delle imprese grossetane nel terzo trimestre del 2015 si conferma positiva, anche se non nell'intensità del trimestre passato. Il tasso netto congiunturale (+0,36%) risulta in linea con la media regionale, mentre il tasso tendenziale su base annua (-0,11% Grosseto, +0,4% Toscana) segnala il permanere di una certa difficoltà ad imboccare una sostenuta ripresa. Ritorna anche se debole il segno più in agricoltura; segno positivo che si conferma, se pur di poco, nelle attività manifatturiere e nell'artigianato in genere, mentre il saldo delle imprese nei settori del commercio, dei servizi di alloggio e ristorazione e delle costruzioni torna in rosso. Continua il processo di capitalizzazione; trend positivo delle società di capitale (+1,49% congiunturale e +6,06% su base annua) mentre le imprese individuali e le società di persone manifestano una sostanziale invarianza. In crescita anche le imprese femminili, giovanili e straniere. Con una differenza sostanziale nella struttura: le femminili, sono al primo posto della graduatoria regionale, le giovanili e le straniere all'ultimo.
Alcuni giorni fa sono stati rilasciati, a cura di Infocamere, società consortile del sistema camerale, una nutrita serie di dati dalla cui lettura emergono informazioni utili per lo studio della dinamica provinciale delle imprese nel terzo trimestre 2015. Tali dati, elaborati ed approfonditi dall'ufficio studi della Camera di commercio di Grosseto, consentono un commento di carattere generale da Riccardo Breda Presidente della Camera di Commercio di Grosseto.
"La recente dinamica imprenditoriale conferma il quadro di insieme anticipato qualche giorno fa in occasione della giornata sui Numeri e Trasparenza. Nell'ultimo trimestre il sistema Maremma, in linea con il più ampio sistema Paese, ha risposto positivamente agli interrogativi riguardanti la tenuta complessiva. In questo senso, grazie anche a una favorevole condizione meteorologica, a un flusso turistico, soprattutto straniero, consistente e forse inatteso nelle proporzioni e a una pur contenuta ripresa dei consumi, le cose sono andate decisamente meglio dello scorso anno. Certamente questo non riguarda tutti i settori produttivi e i risultati sono ancora poco rilevanti per poter dire che sta arrivando quella spinta necessaria ad assicurare il rilancio dell'economia e dell'occupazione. Continuano a pesare la sovrabbondanza di vincoli burocratici, di tassazione e un livello dei consumi ancora contenuto sul lato della domanda. Si fa ancora sentire, inoltre, una oggettiva difficoltà nell'accesso ai finanziamenti, soprattutto agevolati, che - continua Breda - non stimola certamente le giovani generazioni a intraprendere l'"avventura" imprenditoriale. Giovani generazioni che sempre più frequentemente si sentono attratte, spesso giocoforza, a indirizzare altrove il loro futuro, talvolta fuori dal territorio nazionale."
Alla data del 30 settembre 2015 risultano iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio di Grosseto n. 28.796 imprese (sedi); tenendo conto anche delle unità locali l'insieme delle imprese operanti in Maremma, si attesta, al termine del terzo trimestre, a quota n. 35.682 posizioni. Per il complesso della regione il numero totale di imprese risulta pari a 414.552 per le sedi, mentre le localizzazioni si posizionano su quota 507.890. Dopo i tre trimestri negativi registrati nella seconda parte del 2014 ed il trimestre iniziale del 2015, il saldo tra le imprese iscritte e quelle cancellate, al lordo delle cancellazioni d'ufficio, continua a mantenersi in positivo (+ 40); il tasso di crescita trimestrale risulta pari a 0,14%, inferiore al valore medio complessivo della regione (0,29%).
Prendendo in esame, invece, le sole cessazioni su denuncia dell'utenza, e cioè non calcolando quelle effettuate d'ufficio a seguito del decreto dal Giudice delle Imprese e quindi limitando l'attenzione alla stretta manifestazione di volontà imprenditoriale, il dato relativo alla dinamica congiunturale del sistema produttivo grossetano risulta decisamente migliore, riportando un valore del saldo ancor più positivo, seppur inferiore a quello dello scorso trimestre, sia in termini assoluti (+103) che relativi (tasso di crescita trimestrale pari a + 0,36% in quasi perfetta linea con quello medio regionale +0,35%).
Nella graduatoria decrescente tra le 10 province toscane, dopo i trimestri iniziali di oggettiva difficoltà (che spiegano anche il valore negativo, -0,11%, della variazione del tasso tendenziale annuo), Grosseto si posiziona al quarto posto, superato, nell'ordine da Prato (0,60%), Pistoia (0,47%) e Livorno (0,41%).
Nel fare un riferimento anche allo stesso trimestre dell'anno precedente si rileva, in buona sostanza, il permanere di un andamento di fondo (variazione tendenziale annua al settembre 2014 +1,10%, al 30 settembre 2015 -0,11%) fedele indicatore di un'oggettiva difficoltà ad uscire dalle "secche" della crisi e ad innestare la tanto attesa ripresa. Tuttavia accanto a fitte ombre filtrano anche alcune luci; luci che, per il momento, sono poco più che tenui.
Si registrano, infatti, la presenza di piccoli passi in avanti che possono essere riassunti oltre che dal recente andamento congiunturale (il tasso di crescita luglio-settembre 2015, come detto, conferma pur contenuto il segno più del trimestre precedente), dal diverso dinamismo delle componenti dei saldi (che comunque risultano positivi) ed in particolare di quello relativo alle "nuove" iscrizioni (245 nei mesi di luglio, agosto, settembre del 2014 contro 307 nello stesso periodo del 2015). Quest'ultimo dato, in pratica un incremento del 25% di nuove imprese rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, indica un "piccolo rilancio" del clima di fiducia da parte di coloro che vogliono intraprendere un'attività imprenditoriale e che, ad onor del vero, da diverso tempo, a causa di problematiche di ogni tipo (finanziarie, burocratiche, calo dei consumi ecc.), non manifestava il necessario appeal.
Senza dubbio è ancora presto per poter dire che in provincia di Grosseto il ciclo economico ha iniziato una inversione anche perché, come rilevato pochi mesi fa, una affermazione di tale genere richiede un livello di approfondimento senza dubbio più articolato e complesso ed invita a considerare non solo aspetti di demografia imprenditoriale ma anche di natura diversa, alcuni dei quali non necessariamente locali.
Nell'approfondire l'andamento dei diversi settori economici, si rileva che nel terzo trimestre 2015 l'aumento delle imprese si presenta in modo sensibile solo nel settore numericamente più consistente per il contesto imprenditoriale grossetano e cioè nell'agricoltura (saldo iscrizioni - cessazioni, +23); mentre, dopo i risultati positivi dello scorso trimestre, manifestano una certa difficoltà il commercio (saldo -25), l'attività di servizi di alloggio e ristorazione (saldo -8) e le costruzioni (saldo-9). Si osserva poi che, oltre ai comparti sopra indicati, una forte incidenza viene "tecnicamente" imputata alla voce imprese non classificate (saldo + 103) e cioè a tutte quelle imprese che, pur registrate, non hanno ancora iniziato l' attività. In base alla serie storica dei dati possiamo però anticipare che, ad attività intrapresa, dette imprese finiscono per distribuirsi, tra i diversi settori più o meno nelle proporzioni originarie, assestando, forse, ma di certo non stravolgendo il peso specifico di ciascuno di essi.
L'andamento descritto pur valevole per il più recente periodo non trova però una fedele corrispondenza sul periodo più lungo, così come viene evidenziato dal tasso di variazione tendenziale annua. Infatti, a dimostrazione che i pur tenui segnali di ripresa si basano su comportamenti recenti e limitati ad un periodo ristretto quale il trimestre, rileviamo che in segno di un più articolato comportamento, la variazione annua tra i settori con maggiore consistenza, risulta negativa, per l'agricoltura, che in un anno ha perso quasi il 2% delle imprese (-1,86 % per la precisione), per le costruzioni (-1,96%), per il trasporto e magazzinaggio (-3,03%) mentre assume il segno più, con diversa gradualità, per le attività manifatturiere (1,1%), per il commercio (+0,18%) e attività di alloggio e ristorazione (+1,06%), attività immobiliari (1,15%), noleggio, agenzie viaggi, servizi alle imprese (+3,71%) ed altre attività di servizi (+3,32%).
Un sintetico approfondimento si rende necessario anche relativamente alla distribuzione delle imprese per settore economico. Al 30 settembre 2015, fatto pari a 100 il totale della comunità imprenditoriale maremmana, 32,57 imprese appartengono al settore primario (erano 32,86 alla fine del 2014 e 33,06 un anno fa, il 30 settembre 2014) superando di ben tre volte il valore medio regionale (Toscana 10,21%, Italia 13,41%); 5,67 al settore manifatturiero (13,88% in Toscana e Italia 10,31%); 12,58 alle costruzioni (15,71% in Toscana, 15,08% in Italia); 20,16 al commercio (25,69% in Toscana, 27,38% in Italia); 9,28 Alberghi e P.E. (8,22% in Toscana, 7,52% in Italia); 4,47 alle Attività immobiliari (6,55% in Toscana, 5,03 % in Italia).
Per quanto riguarda l'artigianato, che nella classificazione operata dall'ISTAT risulta trasversale a numerosi settori economici, si rinnova, con un saldo positivo di 2 unità nel periodo luglio-settembre 2015, l'inversione di tendenza già manifestata con intensità superiore nel secondo trimestre 2015. Ciò ha contribuito, seppur di poco, a bilanciare i dati negativi del terzo e quarto trimestre 2014 e del primo 2015.
Nei numeri, dalle 5.902 imprese artigiane iscritte al termine di giugno 2014 si è passati, un anno dopo, a 5.851, con una diminuzione assoluta di 51 unità ed un tasso di variazione tendenziale annuo di -0,86%; detto tasso, a comprova della contenuta frenata del calo delle imprese artigiane, risultava al 30 giugno 2015 pari a -0,91%.
Relativamente alla natura giuridica delle imprese nei mesi di luglio, agosto e settembre 2015 tutte le classi manifestano un saldo positivo. In particolare anche in questo trimestre la classe che più cresce in termini di "peso" è quella delle società di capitali (+1,49%); con un saldo trimestrale di 62 imprese viene consolidato l'andamento positivo degli ultimi anni e impresso un'ulteriore accelerazione al processo in atto di capitalizzazione.
Dai dati riportati in tabella si osserva che le società di capitali al 30 settembre 2015 confrontate con quelle iscritte un anno prima, risultano aumentate del 6,06% (lo scorso trimestre lo stesso indicatore segnalava + 5,6%, mentre un anno fa la variazione tendenziale annua era del 2,71%. Di converso, a dodici mesi, le società di persone manifestano un discreto calo (variazione annua -0,75%); calo che diventa più intenso per le imprese individuali (-1,38%), mentre continua la crescita (+2,04%) delle imprese catalogate con la definizione di altre forme (cooperative, consorzi, ecc.).
Come indicato in passato le norme di semplificazione per la costituzione di srl iniziano a dispiegare i loro effetti benefici. Alla data del 30 settembre 2015 le srl semplificate continuano a crescere, rappresentando, da sole, il 50% della crescita delle società di capitali: infatti dalle 225 di tre mesi prima passano a 255 unità. Pur dallo scarno significato dei numeri traspare, in modo evidente, come l'introduzione di strumenti normativi orientati a facilitare la nascita di imprese, ad abbattere tempi e costi burocratici ed ad attivare elementi "incentivanti" anche dal punto di vista finanziario, possono risultare utili a stimolare la nascita di nuove realtà imprenditoriali, soprattutto giovanili.
Da queste ultime considerazioni se ne deduce che si rinnova la lenta ma continua tendenza alla capitalizzazione del tessuto imprenditoriale della provincia di Grosseto, significata dalla progressiva crescita delle società di capitali, da una sostanziale invarianza di quelle di persone ed un calo, più o meno sensibile a seconda dei periodi, delle imprese individuali. Per dare una dimensione numerica del fenomeno si ricorda che in 12 anni, dal 2003 al 30 settembre 2015, le società di capitali sono quasi raddoppiate, passando dall'8,6% al 14,5%; quelle di persone sono rimaste grosso modo costanti, dal 21,9% al 21,7%, mentre, sempre nello stesso periodo, si è persa una impresa individuale ogni 10 (infatti le micro imprese sono diminuite significativamente passando dal 66,6% al 60,6%).
La considerazione finale riguarda le imprese femminili, giovanili e straniere.
Per quanto riguarda quelle femminili risulta confermata la spiccata caratterizzazione in rosa del sistema imprenditoriale grossetano. Infatti al 30 settembre 2015 su 100 imprese ben 26,89 sono imprese femminili; la Maremma ancora una volta si dimostra "capolista" tra le province toscane distanziando di oltre un punto Livorno e di oltre 4 e 5 punti, rispettivamente, il valore medio regionale e italiano L'imprenditorialità femminile si manifesta con un sostanzioso peso nelle altre attività di servizi (55,5%), dove risulta maggioritaria, nella sanità (45,88%) e poi, nell'ordine, in agricoltura (34,03%), alberghi e P.E. (31,80%) e commercio (28,99%).
Di tutt'altro risultato, invece, la presenza di imprese giovanili. Nonostante il pur significativo tasso di crescita trimestrale (2,71%) il nostro territorio risulta all'ultimo posto della classifica tra le province toscane. Grosseto, con uno "striminzito" 7,78% (media Toscana 9,16% e Italia 10,04%), fa registrare un gap di oltre 4 punti dalla provincia pratese che con il 11,89% guida la graduatoria regionale. Per questa tipologia di imprese i settori con prevalenza relativa di youth enterprises superiore al 10% sono: altre attività di servizi (14,12%), attività finanziarie e assicurative (12,99%), servizi alle imprese (12,45%), attività di servizi di alloggio e ristorazione (11,04%) e servizi di informazione e comunicazione (10,74%).
Infine le imprese straniere. In Maremma, ancorché in aumento, sono in numero significativamente contenuto. Infatti se è vero che crescono (+0,89%) con una percentuale doppia rispetto a quella complessiva provinciale (+0,36%), detta crescita risulta comunque inferiore rispetto sia al valore medio regionale (1,08%) che nazionale (1,21%). Inoltre, pur ignorando il dato anomalo di Prato (26,18%), dovuto alla storica presenza dell'imprenditoria cinese prevalentemente collegata al settore tessile, così come per le imprese giovanili, quelle straniere (7,09%), risultano in termini di rapporto al numero totale di imprese, marcatamente distanziate dalla media regionale (12,50%) e italiana (9,01%). Per questa tipologia di imprese i settori con maggior prevalenza relativa di imprese "forestiere" sono le costruzioni (11,94%), il commercio (11,11%) e i servizi alle imprese (10,73%).