“Crescita zero” fra gennaio e giugno, in linea con l’andamento nazionale. In crescita Europa e Nord-America, in arretramento le restanti aree. Buone performance per meccanica ed agro-alimentare, difficoltà per nautica e pelletteria. La Brexit mette a rischio circa il 5% dell’export regionale (1,7 mi

Il rallentamento della domanda mondiale pesa sull'export regionale, che nel primo semestre dell'anno si attesta sugli stessi valori registrati nel periodo gennaio-giugno 2015 (14,7 miliardi di euro, al netto dei metalli preziosi): si tratta di una "crescita zero" che, pur rappresentando una brusca frenata dopo il +6,5% realizzato nell'ultimo scorcio del 2015, rispecchia tuttavia il più generale andamento nazionale, anch'esso fermo sui livelli del 2015.
Le incertezze presenti sullo scenario internazionale - soprattutto nelle aree emergenti, quelle cioè la cui domanda è stata maggiormente dinamica nel corso degli ultimi anni - incidono in maniera profonda sul risultato di inizio anno. L'export toscano cresce infatti in maniera soddisfacente sia verso il continente europeo (+4,6%) che verso l'area nord-americana (+5,7%), mentre arretra nelle restanti aree geo-economiche (Asia -5,5%).
Andamenti eterogenei si registrano anche a livello settoriale. In crescita sono soprattutto la meccanica strumentale (+12,5%), l'agro-alimentare (+5,7%) e la chimica-gomma-plastica (+4,7%), ma un contributo positivo proviene anche da tessile-abbigliamento (+2,7%) e calzature (+2,1%). Dinamiche negative interessano invece soprattutto la nautica (-32,3%), la concia-pelletteria (-7,1%) e la gioielleria-oreficeria (-5,9%), oltre alla lavorazione dei metalli (6,5%).
Nel primo semestre dell'anno le vendite all'estero sono sostenute soprattutto dall'export di macchinari che, con un valore esportato di circa 2,4 miliardi di euro, sono in crescita del 5,3% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, con dinamiche particolarmente positive soprattutto per la meccanica strumentale (+12,5%).
Tra i settori che nel semestre hanno guadagnato terreno sui mercati esteri si segnalano poi la chimica-gomma-plastica (+4,7%), l'elettronica (+3,8%), il cartario (+1,5%), la lavorazione dei minerali non metalliferi (+2,4%) e la filiera agro-alimentare (+5,7%)
All'interno del sistema moda cresce il tessile-abbigliamento (+2,7%) ed il comparto calzaturiero (+2,1%), mentre si registrano perdite rilevanti per la concia-pelletteria (-7,1%) e per la gioielleria-oreficeria (-5,9%).
Cali di una certa entità si osservano anche nel caso della lavorazione dei metalli (-6,5%) e per gli apparecchi elettrici (-6,8%), mentre più contenuta è la flessione per mobili (-2,8%) e farmaceutica (-1,9%). La diminuzione nell'export di mezzi di trasporto (-5,4%), infine, si ricollega alla marcata contrazione riportata dalla nautica (-32,3%).
Dal punto di vista geografico, nel primo semestre dell'anno la crescita delle esportazioni è trainata dalle vendite dirette nei mercati dell'EuroZona, in crescita del +4,6% grazie alle buone performance registrate sui tre principali mercati di riferimento: Francia (+8,4%), Germania (+4,2%) e Spagna (+9,7%).
Nel periodo in esame l'export toscano cresce comunque anche verso gli altri paesi del continente: verso i paesi che non hanno adottato l'euro, ma appartenenti all'Unione Europea, grazie alla crescita di Polonia (+3,8%), Repubblica Ceca (+2,3%) e Gran Bretagna (+2,2%); verso i paesi esterni all'Ue (qui considerata ancora a 28 stati membri, essendo il Regno Unito ancora di fatto incluso nel regime di scambi previsto dai Trattati), grazie ai risultati realizzati in Turchia (+10,8%) e Svizzera (+6,6%).
Diminuiscono invece i flussi di export verso la Grecia (-17,5%) fra i paesi aderenti all'euro, verso la Romania (-3,1%) fra quelli appartenenti all'Ue, verso la Russia (2,6%) fra quelli esterni all'Unione.
A fronte della crescita registrata sul continente europeo si registrano invece contrazioni su tutte le restanti aree continentali.
In Asia la flessione (-5,5%) è generalizzata ed interessa sia il Medio Oriente (-8,7%) che l'area centrale e del Far-East (-3,9% nel complesso). Fra i principali mercati di riferimento solo il Giappone risulta in crescita (+8,8%), mentre arretramenti piuttosto marcati interessano Emirati Arabi (-9,5%), Cina (-10,4%), Corea del Sud (-14,6%) e Hong Kong (-7,5%).
In America le perdite sono invece più limitate (-2,7%), ed interamente riconducibili all'America Centro-Meridionale (-21,4%) nonostante la crescita del Messico (+19,8%). Buoni invece i risultati realizzati sul continente nord-americano (+5,7%), dove guadagnano terreno sia gli Stati Uniti (+4,0%) che il Canada (+22,0%).
Proseguono infine le difficoltà sul continente africano (-8,4%), dove arretrano sia i mercati affacciati sul Mediterraneo (Africa Settentrionale -9,9%) che quelli dell'area sub-sahariana (-4,9%), e in Oceania (-28,5%). Si tratta di due aree geo-economiche che tuttavia, nel complesso, incidono in misura limitata sull'export toscano (5% circa).
In prospettiva, lo scenario internazionale è reso più incerto anche dall'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, un mercato che nel 2015 ha rappresentato per la Toscana il 5,4% dell'export per un valore esportato di circa 1,7 miliardi di euro (al netto dei metalli preziosi), con una crescita dell'8,9% nell'ultimo anno.
Quasi il 40% dell'export verso il mercato britannico è costituito dal comparto moda, seguito da meccanica e alimentare (ognuno dei quali incide per circa il 9% sul totale) e dai mezzi di trasporto (7,6%).
Nel 2015 questo mercato è stato il quinto per contributo alla crescita dell'export toscano, pesando in particolar modo per i settori tradizionali dell'economia toscana: agricoltura, per la quale rappresenta il 12% del totale, industria alimentare (7,2%), abbigliamento (8,3%), calzature (8,4%) e legno (13,4%).