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a cura di : franco.natali@tos.camcom.it
Newsletter n°  3 -  venerdì 6 marzo 2020 - anno  19

 

Attività Istituzionale
Attenzione: comunicazioni ingannevoli indagine Excelsior

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Stanno pervenendo segnalazioni da parte di imprese e studi professionali di avvenuta ricezione, tramite PEC, di una comunicazione avente ad oggetto "Questionario Febbraio 2020", e con il seguente testo:

 

"Egregio Dottore/Gent.ma Dottoressa,

come già segnalato in una precedente comunicazione, Le ricordiamo che Unioncamere, in accordo con l'Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) sta realizzando, insieme alle Camere di Commercio dei diversi territori, il Progetto, già sviluppato con successo dal 1997, un monitoraggio relativo alle previsioni di assunzione per il trimestre febbraio 2020 - marzo 2020.


Le ricordiamo che la presente rilevazione fa parte delle indagini con obbligo di risposta previste dal Programma Statistico Nazionale e, rammentandole che la Sua impresa fa parte del campione interessato dalla ricerca, La informiamo che riceve la presente comunicazione perché il questionario di Sua competenza non ci risulta ancora consegnato attraverso i canali previsti".

 

Si tratta di una comunicazione ingannevole, che NON RIGUARDA le indagini in corso di Unioncamere:

www.unioncamere.gov.it/P42A1350C430S147/indagini-in-corso.htm

 

Per informazioni sull'indagine Excelsior realizzata da Unioncamere-ANPAL, consultare il sito excelsior.unioncamere.net 


La maggior parte delle “invenzioni” italiane in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto
Buono il posizionamento della Toscana

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Nel 2018 Lombardia, Emilia Romagna e Veneto guidano la classifica nazionale per numero di "invenzioni" tutelate a livello europeo e comunitario, in buona posizione la Toscana: da queste regioni proviene il 60% dei brevetti europei e dei disegni e modelli comunitari; esse spiegano anche il 55% dei marchi dell'Unione europea. Lo dicono i dati Unioncamere-Dintec sui nuovi brevetti pubblicati dall'EPO e sui disegni e i marchi depositati presso l'EUIPO.

Se le tecnologie industriali e dei trasporti sono le più brevettate dagli italiani in Europa, lo stile delle imprese italiane - nella moda, nella pubblicità, nell'agroalimentare e nell'arredamento - si traduce nella crescita dei disegni e dei marchi, come titoli privilegiati per la tutela della loro proprietà industriale.

 

I dati sono stati elaborati in occasione del workshop organizzato presso la Fiera di Padova dalla Camera di commercio, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e Unioncamere, che vede la partecipazione del Ministro Stefano Patuanelli.

 

L'incontro è diretto ad illustrare le misure e gli incentivi che il Ministero ha messo a disposizione delle piccole e medie imprese (PMI), delle start up innovative, dei Centri di ricerca e della Università, per estendere e per valorizzare i loro titoli di proprietà industriale. Sono misure sulle quali Unioncamere è impegnata dal 2009, in collaborazione con Direzione Generale per la Tutela della Proprietà Industriale-UIBM.

Nel decennio l'ente ha gestito oltre 56 milioni di euro di agevolazioni per i marchi e i disegni delle PMI: ciò ha consentito a quasi 4mila imprese di effettuare la registrazione di oltre 4mila marchi all'estero, di valorizzare 643 disegni e modelli con progetti di sviluppo produttivo e commerciale e 44 marchi storici.

 

"L'innovazione e la tutela della proprietà intellettuale sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati esteri", sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. "E il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In Italia un posto di lavoro su 3, cioè quasi 7 milioni di occupati, si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti; queste aziende contribuiscono da sole al 46,9% del nostro Pil. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell'attività intellettuale rappresentano ormai il 16,3% degli investimenti complessivi delle imprese".

 

Brevetti: Milano, Torino, Bologna, Vicenza e Roma al top

La Lombardia, con 1.363 brevetti pubblicati dall'EPO nel 2018, sui 4.251 totali, traina saldamente la classifica delle regioni italiane sulle domande di brevetto europeo. Seguono l'Emilia Romagna (710) e il Veneto (540), il Piemonte (446) e la Toscana (350).

Il primato lombardo è in gran parte da attribuire a Milano, prima tra le province italiane con 715 brevetti pubblicati. Alle sue spalle, Torino e Bologna (rispettivamente, con 303 e 300 brevetti), quindi Vicenza e Roma (con 194 e 180 domande depositate).

Oltre l'86% di queste "invenzioni" si riferisce alle imprese; il resto viene dall'attività dei soggetti privati (9,2%) e degli Enti di ricerca, delle Università e delle Fondazioni (4,3%).

Il gruppo più consistente di brevetti italiani all'EPO (oltre 1.190) riguarda le invenzioni applicate nel campo delle tecniche industriali e dei trasporti; l'altro campo tecnologico  più esteso (935 brevetti) è quello delle "necessità umane", che va dall'agro-alimentare alla bio-cosmetica, dalla salute allo sport.

 

Marchi: il Veneto "batte" l'Emilia Romagna

Il Veneto supera l'Emilia Romagna occupando il secondo posto della classifica regionale dei marchi italiani tutelati dalla UE. Con 1.623 depositi all'EUIPO su 11.614 complessivi, la regione si aggiudica la medaglia d'argento alle spalle della Lombardia (3.319), ma prima dell'Emilia Romagna (1.347). Il Lazio (1.031) e la Toscana (882) seguono nelle due posizioni successive.

A livello provinciale, a Milano, prima in graduatoria con 1.956 marchi comunitari, seguono Roma (931), Verona (394), Napoli (388) e Torino (381).

Anche nel caso dei marchi, le imprese risultano essere i soggetti più numerosi a cercare di tutelare l'immagine dell'azienda o dei suoi prodotti a livello europeo: tra i richiedenti, le aziende sono infatti oltre l'80%, i soggetti privati il 17% e gli Enti di ricerca il 2,2%.

Due sono le classi che assommano oltre il 50% dei marchi depositati nel 2018: quella legata alla pubblicità, alla gestione degli affari commerciali e ai lavori di ufficio, e quella legata al mondo della moda in senso lato, in questi giorni protagonista dell'Italian Fashion Week a Milano.

Alla prima si devono oltre 3mila titoli tutelati nell'Unione europea, al secondo oltre 2.800. Poco meno di 2.800 marchi si applicano poi agli apparecchi e strumenti tecnologici per la conduzione dell'elettricità e per la riproduzione di suoni, immagini o dati, mentre circa 2.500 sono legati al mondo dell'agroalimentare.

 

Disegni: la moda si tutela

E' sempre il mondo della moda, protagonista oggi a Milano, a trainare la dinamica dei depositi di disegni e modelli industriali italiani tutelati a livello comunitario: in un caso su 5, infatti, i 9.935 titoli di questo tipo riguardano gli articoli di abbigliamento e di merceria. Segue l'arredamento con oltre il 19% del complesso. Determinante è il ruolo delle imprese, che rappresentato il 91% delle domande.

Lombardia (2.434), Veneto (1.804), Emilia Romagna (1.715), seguite da Toscana (720) e Marche (604), guidano saldamente la classifica del 2018. E se Milano si aggiudica anche in questo caso il primo posto (con 1.007 disegni comunitari), alle sue spalle fanno la loro egregia figura Treviso (660), Perugia (596), Bologna (496) e Vicenza (419). 

 

Brevetti europei pubblicati dall'EPO con richiedenti italiani nel 2018 per territorio *

 

 

Domande italiane di brevetto europeo pubblicate nel 2018

MACRO AREE - REGIONI

 

NORD OVEST

1.905

PIEMONTE

446

VALLE D'AOSTA

7

LOMBARDIA

1.363

LIGURIA

89

NORD EST

1.468

TRENTINO ALTO ADIGE

105

VENETO

540

FRIULI VENEZIA GIULIA

114

EMILIA ROMAGNA

710

CENTRO

685

TOSCANA

350

UMBRIA

22

MARCHE

114

LAZIO

199

SUD E ISOLE

203

ABRUZZO

49

MOLISE

2

CAMPANIA

54

PUGLIA

38

BASILICATA

8

CALABRIA

14

SICILIA

24

SARDEGNA

16

TOTALE

4.261

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EPO

 

 

Brevetti europei pubblicati dall'EPO nel 2018 per le prime 20 province *

 

 

Domande italiane di brevetto europeo pubblicate nel 2018

 

PROVINCE

 

 

 

MILANO

715

 

TORINO

303

 

BOLOGNA

300

 

VICENZA

194

 

ROMA

180

 

TREVISO

140

 

FIRENZE

138

 

MONZA E DELLA BRIANZA

133

 

BRESCIA

130

 

MODENA

116

 

BERGAMO

105

 

REGGIO NELL'EMILIA

103

 

GENOVA

81

 

VARESE

81

 

PISA

80

 

PADOVA

78

 

PARMA

71

 

COMO

69

 

VERONA

67

 

TRENTO

64

 

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EPO

 

Depositi di Marchi UE con richiedenti italiani nel 2018 per territorio *

 

 

Depositi di marchi comunitari nel 2018

MACRO AREE - REGIONI

 

NORD OVEST

4.264

PIEMONTE

714

VALLE D'AOSTA

12

LOMBARDIA

3.319

LIGURIA

218

NORD EST

3.485

TRENTINO ALTO ADIGE

294

VENETO

1.623

FRIULI VENEZIA GIULIA

221

EMILIA ROMAGNA

1.347

CENTRO

2.361

TOSCANA

882

UMBRIA

134

MARCHE

314

LAZIO

1.031

SUD E ISOLE

1.504

ABRUZZO

140

MOLISE

32

CAMPANIA

591

PUGLIA

339

BASILICATA

21

CALABRIA

76

SICILIA

244

SARDEGNA

61

TOTALE

11.614

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EUIPO

 

Depositi di Marchi UE con richiedenti italiani nel 2018 per le prime 20 province *

 

 

Domande italiane di brevetto europeo pubblicate nel 2018

 

PROVINCE

 

 

 

MILANO

1.956

ROMA

931

VERONA

394

NAPOLI

388

TORINO

381

FIRENZE

351

TREVISO

348

VICENZA

330

BOLOGNA

326

BRESCIA

309

PADOVA

306

BERGAMO

232

PARMA

217

MODENA

213

BARI

208

BOLZANO

192

MONZA E DELLA BRIANZA

181

REGGIO NELL'EMILIA

175

VENEZIA

173

COMO

152

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

 

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EUIPO

 

 

Depositi di Disegni comunitari con richiedenti italiani nel 2018 per territorio *

 

 

Depositi di disegni comunitari nel 2018

MACRO AREE - REGIONI

 

NORD OVEST

2.812

PIEMONTE

326

VALLE D'AOSTA

12

LOMBARDIA

2.434

LIGURIA

41

NORD EST

4.227

TRENTINO ALTO ADIGE

188

VENETO

1.804

FRIULI VENEZIA GIULIA

521

EMILIA ROMAGNA

1.715

CENTRO

2.220

TOSCANA

720

UMBRIA

600

MARCHE

604

LAZIO

298

SUD E ISOLE

676

ABRUZZO

82

MOLISE

1

CAMPANIA

230

PUGLIA

259

BASILICATA

29

CALABRIA

15

SICILIA

60

SARDEGNA

 

TOTALE

9.935

 

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EUIPO

 

     

 

 

Depositi di Disegni comunitari con richiedenti italiani nel 2018 per le prime 20 province *

 

 

Depositi di disegni comunitari nel 2018

PROVINCE

 

MILANO

1.007

TREVISO

660

PERUGIA

596

BOLOGNA

496

VICENZA

419

MONZA E DELLA BRIANZA

395

UDINE

384

RIMINI

377

MODENA

370

VENEZIA

339

FIRENZE

321

BRESCIA

284

ROMA

224

PADOVA

211

MACERATA

211

BARI

209

REGGIO NELL'EMILIA

197

BERGAMO

195

TORINO

194

ANCONA

178

* Territorio in base all'indirizzo del depositante

 

Fonte: elaborazioni Unioncamere - Dintec su dati EUIPO

 

 

 

 

 

 


"Cent'anni e non sentirli": quattro aziende pisane ultracentenarie premiate dalla Camera di Commercio
Le imprese sono state iscritte al Registro Nazionale delle imprese storiche italiane

Le quattro imprese storiche pisane

Hanno storie, attività e dimensioni differenti ma posseggono un comune denominatore di indubbio valore: una straordinaria longevità aziendale frutto di una filiera virtuosa di "titolari" che nel tempo hanno dimostrato grande sintonia con il loro tempo, capacità nel leggere i cambiamenti dei contesti economici e sociali di riferimento per affinare l'attività d'impresa in termini organizzativi e produttivi.

 

Sono le quattro imprese pisane: Emer srls di Peccioli, Liquoreria Meini di Casciana Terme Lari, Pacini Editore srl di Pisa e la Società Cooperativa Artieri dell'Alabastro di Volterra, che hanno ottenuto l'iscrizione nel Registro Nazionale delle imprese storiche italiane, istituito da Unioncamere nazionale nel 2011 in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, allo scopo di incoraggiare e premiare quelle imprese che nel tempo hanno tramesso un patrimonio di esperienze e valori imprenditoriali alle generazioni successive. Quattro eccellenze che potranno fregiarsi di un "riconoscimento secolare" e che vanno ad aggiungersi alle 20 aziende pisane già presenti nel Registro. A livello nazionale le "centenarie" sono oltre 2.500, a testimonianza di quanto l'imprenditorialità italiana possa vantare radici socio-culturali antiche e profonde.

 

Un traguardo importante che la Camera di Commercio di Pisa ha ritenuto di non far passare inosservato mediante la consegna agli imprenditori di oggi, per mano del Presidente Valter Tamburini e alla presenza dei sindaci dei Comuni interessati, di un "diploma" di iscrizione in occasione di una breve cerimonia che si è svolta presso la sede camerale.

 

"Queste imprese- ha commentato il Presidente della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini - rappresentano un patrimonio storico, oltre che economico, per la provincia di Pisa. L'aver attraversato oltre un secolo di storia creando lavoro e ricchezza per la collettività rappresenta un bel messaggio di costanza, intraprendenza e capacità di far fronte alle difficoltà per chi desidera con la propria idea d'impresa realizzare se stesso e creare valore per la società nei nostri giorni. Si tratta di donne e uomini, quelli che oggi premiamo, che hanno saputo rinnovare la scommessa della prosecuzione dell'impresa e che sanno innovarsi nonostante le grandi trasformazioni sociali ed economiche che proprio negli anni più recenti si sono fortemente accelerate."

 

Interessanti le storie delle quattro imprese:

 

Emer srls che affonda le proprie radici addirittura nel 1700, come comprovato dal più vecchio documento rinvenuto, un libro contabile risalente al 1784 che riporta i lavori eseguiti dal fabbro ferraio Tommaso Marchi, antenato degli attuali titolari, in favore delle aziende agricole del territorio del Comune di Peccioli e della campagna limitrofa (Lajatico- Montefoscoli). Negli anni '60, con il passaggio dell'impresa ad Antonio Marchi, coadiuvato dal figlio Francesco, all'attività tradizionale di fabbro si affianca quella più moderna di produzione di rimorchi agricoli, alcuni ancora in esercizio nelle campagne toscane e famosi per essenzialità e rimarchevole robustezza. Nel 1973 una prima svolta, con lo spostamento della sede in quella autocostruita, che ancora coincide con l'attuale. Nel 1977 nasce la Emer e l'attività, grazie alla lungimiranza dei suoi titolari, entra in sintonia con un'autentica "rivoluzione agricola" con il comparto che ha bisogno di costruire fienili, stalle, ricoveri attrezzi. Alle strutture in legno e in ferro si sostituiscono quelle in calcestruzzo armato prefabbricato per le quali, l'azienda, si specializza. Oggi, con il passaggio da Francesco ai figli Riccardo e Alessio, l'azienda si è diversificata rimanendo un punto di riferimento in Valdera ed in Toscana ma con l'intento di mantenere gelosamente la forte connotazione artigianale che la accompagna da ben 235 anni.

 

Liquoreria Meini Guido Meini (1848/1935) è il capostipite e fondatore, nel 1874, del liquorificio e drogheria che porta il suo nome. In possesso di antiche ricette e di una notevole dose di intraprendenza e passione iniziò a preparare liquori dosando con sapienza alcool, spezie ed erbe aromatiche. Il primo liquore di sua fabbricazione fu il Rhum (oggi Creola), ma iniziò da subito a commercializzare anche dolciumi, caffè, vino, olio. L'attività passa in seguito ad uno dei figli, Guglielmo, detto Memmo (1891/1964) il quale incrementerà il lavoro con il commercio all'ingrosso di coloniali. Nel 1964 l'attività va in mano al nipote Ugo che continua le attività ereditate ma, nel rispetto delle ricette tradizionali, apporta delle innovazioni, a partire dal nome che diverrà LIQUORERIA MEINI per estendersi all'organizzazione di eventi, come il concorso enogastronomico 'PIATTO D'ORO M74' e la manifestazione IDEASTRENNA a seguito della quale si specializza nella regalistica di Natale. Attualmente la LIQUORERIA MEINI è gestita da Elena, moglie di Ugo, che riproponendo l'originalità, quale comune denominatore dei suoi prodotti, ancora conserva amorevolmente il vecchio libretto sgualcito nel quale Guido annotava le sue antiche ricette.

 

Pacini Editore srl con un'esperienza centenaria nell'editoria di qualità. La sua filosofia, il favorire la diffusione della cultura e delle idee attraverso l'attività editoriale, trova le radici nello spirito con cui, nel lontano 1872, il Cavaliere Francesco Mariotti (2 aprile 1845) fonda la Tipografia omonima, esprimendosi fin da subito come azienda di qualità. Con il decesso del Cavalier Mariotti, nel 1927 il nipote Emilio Pacini diventa proprietario della Tipografia che prende quindi il nome di "Pacini Mariotti". È un primo momento di svolta culturale e tecnologica: Emilio Pacini è uomo illuminato, amico di personalità culturali dell'epoca, in contatto con il mondo accademico e dal punto di vista tecnico è all'avanguardia, acquista ed espone in via della Faggiola a Pisa la prima macchina da stampa LINOTIPE, tra le prime in Toscana. Negli anni della guerra e nel dopo guerra la Casa Editrice Pacini Mariotti è condotta da Francesco Pacini (21 dicembre 1896), figlio di Emilio e con lui collabora la moglie Alma. Nel 1968, con la morte di Francesco, il figlio ventottenne Pierfrancesco Pacini, allora assistente universitario di diritto finanziario, inizia a dedicarsi all'azienda di famiglia e, dopo un periodo di doppio lavoro, sceglie di diventare imprenditore. Nel 1981 l'azienda si trasforma nella Pacini srl e la sede si sposta zona industriale di Ospedaletto. Inizia un percorso evolutivo ancora in atto di tipo tecnologico ed organizzativo. Si investe in nuovi macchinari sempre più automatizzati e a controllo digitale, si adottano innovazioni di processo e di prodotto, nuove strategie comunicative, nuovi assetti commerciali, settorializzazione dell'impresa in Business Unit con dirigenti esperti del settore, fino al presente che vede la Pacini Editore operare in svariati settori: medico-scientifico, giuridico, arte, architettura, saggistica, storia, letteratura, ed altro ancora.

 

Società Cooperativa Artieri dell'Alabastro. La Cooperativa Artieri nasce a Volterra nel 1895 con il nome di Società Cooperativa Industriale Magazzino di lavori in alabastro. Cambierà il nome in Società Cooperativa Artieri dell'alabastro nel 1908 in seguito alla visita di Gabriele D'Annunzio a Volterra; si deve proprio a lui il nome "Artieri". Fino al 1895 i lavoranti dell'alabastro sono divisi in piccolissimi nuclei in competizione tra loro. La maggior parte degli oggetti che partono da Volterra (scatolette, ninnoli e oggetti minuti di scarso gusto) manca di rifiniture e finisce per screditare il settore. Matura dunque l'idea della Società Cooperativa su progetto di Onorato Della Maggiore, stimato personaggio Volterrano per il suo amore l'alabastro. I primi soci fondatori nel 1895 sono 472 con 35 apprendisti. Una svolta nella gestione della Società arriva dall'elezione a presidente di Enrico Barbafiera, sotto il quale si realizza la sistemazione della Cooperativa come azienda. Il settore attraversa i momenti storici con fasi alterne di ripresa e depressione, dai favorevoli anni 1900-1910 sotto la spinta del periodo giolittiano (1903-1914) con gli aiuti per il settore dell'artigianato sui mercati esteri ed interni, al tracollo inflitto dal primo conflitto mondiale e dall'affermarsi del regime fascista con le politiche autarchiche ed estere che non favoriscono un settore. Dopo il secondo conflitto mondiale, fino ai primi anni '50, la Coop. Artieri è l'unica azienda presente sul territorio che può garantire una certa sicurezza e stabilità agli alabastrai. Arriva a contare in quel periodo circa 185 soci, ognuno dei quali ha alle proprie dipendenze dai due ai cinque operai. Con il boom economico dei primi anni '50 la Cooperativa vive una fase di estrema floridezza; il mercato, soprattutto estero, richiede un numero sempre maggiore di manufatti. Poi un declino, gli anni a cavallo tra la fine del '60 e i primi anni '70 segnano l'inizio della crisi per il settore, complice anche il lancio sul mercato da parte della Spagna di prodotti realizzati con l'alabastro estratto dalle proprie cave che, rispetto a quello della Val di Cecina, presenta minori costi di estrazione e, per la minore durezza, anche costi di lavorazione inferiori. Una crisi che si acutizza negli anni '80 con la mancanza di commesse dall'estero che causa la chiusura di numerose aziende e la diminuzione dei soci della Cooperativa che scende a circa 50. Soci che oggi sono 27, impegnati a realizzare i loro prodotti rispettando interamente le tradizionali tecniche di lavorazione dell'alabastro ma con un'attenzione particolare alla fase di progettazione di prodotti innovativi e che periodicamente si rinnovino, con una comune organizzazione di vendita e di promozione. 


Grosseto e Livorno insieme reclamano fatti concreti
L’incontro di tutte le associazioni di categoria e sigle sindacali dei due territori per chiedere risposte su infrastrutture, porti e produttività

" "Il mondo economico e dei lavoratori di Grosseto e Livorno esprime apprezzamento per la notizia della votazione dell'emendamento al Milleproroghe che, come sembra, consente lo sblocco per il completamento del Corridoio Tirrenico.

 

"Si tratta di una novità che arriva con un ottimo tempismo - è il commento del Presidente Riccardo Breda - proprio pochi minuti prima dell'incontro con cui imprenditori e lavoratori intendevano fare il punto sulla situazione".

 

Il 13 febbraio 2020, infatti, si è svolto l'incontro dei due Tavoli per lo sviluppo nati a Grosseto e Livorno proprio per sostenere le richieste dei territori e di cui la realizzazione delle infrastrutture costituiscono l'argomento principale. Un momento storico, in cui le due province si alleano e si uniscono per rivendicare il diritto allo sviluppo.

 

Grande era infatti la preoccupazione del mondo economico che non aveva avuto risposte concrete dopo le forti manifestazioni di protesta dei mesi scorsi. Dalle Istituzioni erano giunte forme di rassicurazione ma non risposte concrete.

 

La notizia è il frutto dell'intenso lavoro svolto in questi mesi dal Tavolo per lo sviluppo.

 

"Questo è un primo passo positivo - ha proseguito il Presidente Breda - a cui devono però seguire altre azioni concrete. È importante non perdere di vista il percorso, che è lungo e complesso, senza facili entusiasmi. Continueremo a seguire l'evoluzione di questa vicenda fondamentale con la massima attenzione. Saremo presenti a Roma nei futuri incontri con il Ministero insieme all'assessore Ceccarelli proprio per questo e i componenti del Tavolo saranno puntualmente informati".

 

I due Tavoli per lo sviluppo proseguiranno inoltre tutte le attività avviate per coinvolgere e sensibilizzare le istituzioni, come i Comuni, e i cittadini, sulle azioni da avviare per sostenere la competitività dei nostri territori. 


Firenze Rocks dà ritmo anche all’economia
Presentati i risultati del report, realizzato da Irpet e Centro Studi Turistici e commissionato dalla Camera di commercio di Firenze, sull’impatto economico del festival rock dell’anno scorso. La ricaduta a livello regionale è stata di 36,5 milioni.

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Firenze Rocks, si è confermata un successo da molti punti di vista. Lo dicono i dati certificati da Irpet e Centro Studi Turistici (CST) su incarico della Camera di Commercio per l'edizione 2019, presentati recentemente nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Laura Innocenti e Massimo Manetti, rispettivamente membro di giunta della Camera di commercio e presidente di PromoFirenze (azienda speciale della Camera), gli assessori comunali Cecilia Del Re (turismo, fiere e congressi) e Tommaso Sacchi (cultura), Alessandro Tortelli direttore scientifico di CST e Stefano Casini Benvenuti, direttore di IRPET, e per gli organizzatori dell'evento, Marco Boraso responsabile marketing di Live Nation e Alessandro Bellucci amministratore di LNDF.

 

Il report, realizzato sui dati rilevati su un campione di oltre 2mila partecipanti ai quattro concerti del 2019 e raccolti da Promofirenze, dice che i 172mila spettatori, pur se in flessione rispetto all'anno precedente (-12,7%) per la diversa articolazione dell'offerta musicale, hanno speso circa 22 milioni (26,7 nel 2018), di cui 19 milioni solo nell'area di Firenze. Una spesa che, considerando i beni e servizi complessivamente utilizzati, ha attivato una produzione totale nel sistema economico regionale di 28,6 milioni (34,2 nel 2018); inoltre, se alla spesa degli spettatori si considerano i costi/ricavi dell'organizzazione dell'evento, gli effetti sul territorio salgono a 36.5 milioni (42,1 nel 2018).

 

La musica si conferma dunque un elemento catalizzatore anche in termini di ricchezza che resta sul territorio. Lo studio di IRPET e CST rivela che nel 2019 sono aumentati gli spettatori stranieri (5,1% del campione rispetto al 3,9% del 2018) e la quota di chi arriva in gruppo (45,2%); La spesa media dello spettatore-turista italiano è stata l'anno scorso di 222,9 euro; di 367,7 euro per gli stranieri. E  si conferma preponderante la presenza femminile (57,2%) rispetto a quella maschile (42,8%).

La proposta del Firenze Rocks si dimostra inoltre capace di sviluppare integrazioni con il tradizionale contesto culturale della città: 15.500 sono le persone venute in città nel 2019 per il festival che si stima abbiano visitato almeno un museo, visto un monumento o altro luogo di cultura. Interessanti le scelte di mobilità "green" degli spettatori, che in maggioranza hanno deciso di raggiungere a piedi l'area del concerto; in  quota crescente la percentuale di chi ha usufruito della tramvia (35% rispetto al 23,2% del 2018). Il mezzo più utilizzato per raggiungere Firenze resta l'auto, mentre il 62,4% degli stranieri arriva in aereo.

 

La tipologia degli spettatori è stata come al solito influenzata dalle proposte musicali: per il concerto di Ed Sheeran l'età media era di 27 anni, di 35 anni per il concerto dei The Cure, gruppo dalla carriera ormai consolidata. Una proposta musicale eterogenea e una location di valore come Firenze (l'impianto del Visarno, dove si svolgono i concerti, dista 1,5 chilometri dalla stazione di Santa Maria Novella), si confermano asset che fanno la differenza di Firenze Rocks rispetto agli altri eventi e rassegne di musica rock in Italia.

 

"Per il tessuto economico del territorio, eventi come il Firenze Rocks contribuiscono in maniera forte a rinnovare le motivazioni di visita alle nostre bellezze artistiche",  commenta Laura Innocenti, membro di giunta della Camera di Commercio. "In anni in cui si ricerca un turismo di qualità, in cui fattori economici e politici mondiali, oltre che legati alla salute, ci rendono più fragili, gli eventi come Firenze Rocks, le grandi mostre e i congressi ci permettono di mantenere alta l'attenzione sul nostro territorio. Firenze Rocks, con i dati emersi dalla ricerca, testimonia un valore economico molto importante per le ricadute sulle attività della città ", ha aggiunto.

 

"Siamo molto soddisfatti dei risultati della ricerca e di esserne stati parte attiva fin dal 2018, anno in cui sono iniziate le rilevazioni", ha detto Massimo Manetti, Presidente dell'Azienda speciale della Camera di Commercio. "PromoFirenze sarà presente con il suo staff a Firenze Rocks anche per l'edizione 2020".

 

"Risultati importanti che fanno emergere anche un'immagine più contemporanea di Firenze, legata in questo caso al turismo musicale - ha detto l'Assessore al Turismo Cecilia Del Re -. Il frutto di un lavoro di squadra che per il 2020 già preannuncia un'edizione da record per i grandi nomi che continuano a scegliere Firenze come data italiana per i loro tour internazionali. Vogliamo continuare a investire sul settore degli eventi di qualità, diversificando così l'offerta turistica anche per aumentare la permanenza media in città. Importante anche il dato relativo alla mobilità - ha proseguito l'assessore Del Re -, con un aumento degli spettatori che raggiungono il Visarno con il mezzo pubblico e un 35% di arrivi in tramvia, grazie alle due nuove linee che oggi servono quell'area. Questo dimostra quanto investire sulla mobilità pubblica riesca anche a facilitare la realizzazione e l'attrazione di grandi eventi come il Firenze Rocks".

 

L'indagine di impatto completa

Materiale foto e video sull'evento 2019


Agenda degli Appuntamenti
DataDove/ChiEvento
19 marzo Camera di Commercio di Prato Corso di formazione su tecniche di vendita e negoziazione
28 aprile Camera di Commercio Massa-Carrara Webinar su smart working: 28 aprile ore 11 su FB @cameracommercioMS


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