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La Congiuntura Manifatturiera in Toscana
L'intervento del Presidente Pacini

Pierfrancesco Pacini e Antonella MansiSi è svolta il 24 febbraio scorso, nella sede di Unioncamere Toscana, la Conferenza Stampa di presentazione dei dati relativi al quarto trimestre 2008 ed alle aspettative del primo 2009, della Congiuntura Manifatturiera in Toscana.

I lavori sono stati introdotti da Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana:

"La crisi dei mutui immobiliari americani, esplosa nell'estate del 2007, dopo essersi propagata rapidamente al mercato finanziario internazionale ha colpito negli ultimi mesi l'economia reale, influenzando le scelte di consumo, di investimento e di produzione.

Ai segnali di lieve e parziale allentamento delle tensioni sui mercati finanziari si contrappone infatti un quadro dell'economia "reale" in rapido e deciso peggioramento, con aspettative orientate ovunque al ribasso. La dinamica del prodotto si è infatti deteriorata non solo nelle economie avanzate ma ha colpito anche i paesi emergenti, che finora erano rimasti ai margini della crisi.

Negli Stati Uniti, dove il mercato immobiliare continua a soffrire, è fortemente peggiorata la fiducia di imprese e consumatori. Una prima stima segnala come il prodotto, nonostante gli stimoli messi in campo, sia diminuito tendenzialmente dello 0,2% nell'ultimo trimestre del 2008. Anche il Giappone è entrato in recessione con un PIL in caduta libera (-4,6% nel IV trimestre 2008). Tra le economie emergenti, la Cina evidenzia il tasso di crescita trimestrale più basso da sette anni a questa parte (+6,8% nell'ultimo trimestre del 2008), ed anche l'India e la Russia sono segnalate in forte rallentamento.

Nell'area dell'euro la frenata della domanda estera e la crisi dei mercati finanziari si sono ripercosse pesantemente sul clima economico generale. Nel quarto trimestre del 2008 il PIL è infatti diminuito di 1,2 punti percentuali in ragione d'anno con flessioni molto consistenti per i principali paesi dell'area, come Italia (-2,6%, il peggior dato degli ultimi 28 anni), Germania (-1,6%) e Francia (-1,0%).

Pur essendosi originata nel settore della finanza, la crisi sta causando fortissime difficoltà soprattutto all'interno del manifatturiero. In particolare sono i paesi che basano il loro sviluppo sulle esportazioni, come l'Italia, a soffrire in maniera maggiore. La produzione manifatturiera italiana, secondo Istat, arretra del 10,7% tendenziale nel IV trimestre 2008 e del 4,8% nel complesso del 2008. Pur con le differenze strutturali esistenti tra le due realtà, la Toscana (-9,2% nel IV 2008, -3,7% nel 2008) non si discosta molto dalla media nazionale. Ad essere colpiti, oltre al sistema moda ed al sistema casa, già da tempo in difficoltà, sono soprattutto quei comparti che avevano contribuito alla ripresa del 2006-2007, come la meccanica, l'elettronica-mezzi di trasporto ed i metalli.

A determinare tale risultato è il "vuoto di domanda" che si è palesato attraverso la pesantissima flessione degli ordinativi. Per la Toscana sono quelli provenienti dall'interno a mostrare la caduta più consistente (-8,8% la variazione tendenziale del IV trimestre) anche se quelli provenienti dall'estero evidenziano comunque un forte arretramento (-7,4%). Tale evoluzione trova conferma anche dall'indagine sugli effetti sul manifatturiero toscano della recente crisi finanziaria, presentata da Unioncamere Toscana lo scorso 22 dicembre: in tale occasione, il 77% delle imprese manifatturiere toscane aveva dichiarato che l'effetto più immediato della crisi era stato proprio il deterioramento della domanda rivolta alle imprese.

La crisi globale si è dunque intensificata, e le prospettive per il prossimo futuro si sono fortemente deteriorate: il clima di fiducia delle imprese e dei consumatori, in Italia, è infatti ai minimi storici, ed anche per la Toscana le aspettative degli imprenditori manifatturieri segnalano un deciso peggioramento per i primi tre mesi del 2009, con un saldo tra coloro che prevedono un aumento produttivo e coloro che invece prevedono una diminuzione che passa da +7 a -3 punti percentuali.

Nonostante ciò, un segnale incoraggiante proviene dall'andamento della spesa per investimenti (+3,7%), che seppur in rallentamento rispetto al biennio precedente mostra una discreta capacità di tenuta: un dato che forse riflette il tentativo degli imprenditori di guardare oltre la crisi contingente, e di porre le basi che consentano di farsi trovare pronti quando la domanda tornerà a mettersi in moto.

Se per far fronte alla crisi gli Stati Uniti hanno messo in campo circa 800 miliardi di dollari, una somma che secondo il Wall Street Journal è superiore a quanto è costata agli USA la seconda guerra mondiale, la Germania e la Francia hanno varato piani da 50 e 26 miliardi di euro rispettivamente.

In tale ambito è tuttavia necessario scongiurare l'ondata di protezionismo che, nel concreto, alcune delle misure previste contengono. Mi riferisco in particolare al piano auto "francocentrico" di Sarkozy e al buy american del Presidente USA Obama. Si tratta di interventi che, come giustamente ha affermato la Presidente Marcegaglia, sono da respingere con forza perché lesivi del principio cardine della concorrenza, misure che, se applicate, penalizzeranno fortemente le imprese esportatrici italiane.

Per quanto riguarda il nostro paese, schiacciato da un debito pubblico tra i più elevati a livello mondiale, il governo ha stanziato circa 2 miliardi di euro per misure di incentivazione (principalmente auto, moto ed elettrodomestici) e 8 miliardi, di cui 2,6 a carico delle regioni, per la copertura degli ammortizzatori sociali nel biennio 2009-2010.

Si tratta di misure che nei giorni scorsi molti hanno definito insufficienti e poco utili al rilancio: ma non è tutto. Altri imprenditori, come quelli operanti nel tessile, segnalano la questione della disparità di trattamento tra i diversi comparti industriali. Le agevolazioni concesse dal governo per alcuni settori sono infatti percepite come una penalizzazione nei confronti di altri comparti che in Italia, ma anche in Toscana, rappresentano l'ossatura dell'economia, fra cui quelli afferenti al sistema moda.

Per quanto riguarda la Regione Toscana, apprezziamo lo sforzo profuso su almeno quattro nodi cruciali in questa fase di emergenza: il monitoraggio della crisi ed il coordinamento degli interventi, il finanziamento degli investimenti, le iniziative per l'innovazione ed il pacchetto di sostegno a chi ha perso il lavoro.

Di particolare valore, per cercare di uscire dalla pericolosa spirale pessimistica in cui ogni giorno siamo immersi, sono le iniziative di sostegno per le imprese. Bene allora lo stanziamento di 48 milioni di euro messo a disposizione dalla Regione a Fidi per garantire almeno 480 milioni di finanziamenti alle imprese da parte delle banche e destinati all'effettuazione di nuovi investimenti così come, almeno in parte, per consolidare i debiti a breve di aziende in difficoltà ma ancora vitali. Oltre che per l'importanza dell'effetto annuncio, l'iniziativa cerca inoltre di tamponare le difficoltà di accesso al credito che le imprese toscane stanno fronteggiando. L'indagine sulla crisi finanziaria presentata da Unioncamere Toscana lo scorso 22 dicembre segnalava infatti come il 28% delle imprese manifatturiere riscontrasse un'accresciuta difficoltà di accesso al credito, con un crescendo di preoccupazioni e di difficoltà su tale fronte per il 2009.

Bene anche l'accelerazione della pubblicazione dei bandi comunitari per sostenere le imprese, con circa 120 milioni di euro messi a disposizione per realizzare attività fondamentali come la ricerca industriale e per l'acquisto di servizi qualificati, indispensabili per consentire alle imprese di proseguire quel percorso, che non va abbandonato neppure in questo periodo di forte crisi, di upgrading qualitativo che consenta aumentare la loro competitività".

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