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  Congiuntura Industriale Toscana - Primo Trimestre 2006

 

c o m u n i c a t o s t a m p a
 
CENNI DI RIPRESA PER L'INDUSTRIA TOSCANA
Torna a crescere la produzione industriale in Toscana:
rimbalzo tecnico o uscita da una lunga crisi?
 
 
Firenze, 8 giugno 2006      Dopo il ritorno, poco più che "simbolico", in terreno positivo a fine 2005 (+0,2%), la produzione industriale toscana registra in avvio d'anno un incremento significativo, +2,3%, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Lo rileva l'indagine congiunturale Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana. Il dato è in linea con l'andamento nazionale (+2,2%, Istat) e con le dinamiche degli indicatori anticipatori del ciclo, a cominciare dal clima di fiducia delle imprese rilevato dall'ISAE. Lungamente atteso - occorre tornare al I trimestre 2001 per rintracciare una variazione dello stesso ordine di grandezza - esso si accompagna ad indicazioni generalmente positive degli altri indicatori congiunturali (con l'eccezione dell'occupazione), così che l'industria manifatturiera toscana può senz'altro archiviare il I trimestre 2006 come il più dinamico degli ultimi anni.
Questi dati sembrano confermare la progressiva attenuazione delle difficoltà registrate a partire dalla seconda metà del 2005, pur lasciando aperti i dubbi sul fatto che l'inizio dell'anno in corso possa costituire un effettivo punto di svolta del ciclo congiunturale. È tuttavia certo che, malgrado i miglioramenti rilevati, restano sul tappeto i problemi di carattere strutturale che l'apparato manifatturiero regionale deve ancora affrontare e risolvere compiutamente. Tre elementi di valutazione sembrano a tale riguardo particolarmente significativi.
 
Primo: i dati rilevati in questo avvio d'anno hanno come termine di riferimento il primo trimestre 2005 e, più in generale, i "primi trimestri" degli anni scorsi, i quali sono stati particolarmente negativi (-3,1% nel 2005, -2,9% nel 2003, terza e quarta peggiore performance negli ultimi quattro anni). Pertanto, il livello assoluto della produzione industriale resta depresso, a dispetto del +2,3% registrato nel trimestre in esame (in effetti, se come termine di confronto si prende il IV trimestre 2005 - cioè se si considerano le variazioni congiunturali - la dinamica della produzione industriale torna ad essere in linea con quella degli anni scorsi, +0,5).
 
Secondo: permangono forti segnali di incertezza sul lato della domanda. Sul fronte interno, il +0,3% degli ordinativi, pur riportando l'indicatore in terreno positivo dopo quasi due anni, non rappresenta certo la spinta di cui necessita l'industria regionale per crescere a ritmi sostenuti e stabili. I prevedibili interventi del Governo centrale per il riassesto della finanza pubblica potrebbero inoltre rallentare ulteriormente la dinamica della domanda interna, la cui importanza per l'industria toscana è nota, a dispetto della vocazione export-oriented delle nostre imprese, di cui sempre si parla. Sul fronte estero, peraltro, nel 2005 le vendite in valore sono calate (-1,2%) a dispetto della dinamica positiva degli ordini e le prospettive nel 2006 restano ancora tutte da capire.
 
Terzo: anche in un trimestre positivo come il I 2006, permangono sia a livello territoriale che settoriale situazioni di affanno più o meno pronunciato. E' il caso delle province di Prato, Arezzo ed in minor misura di Grosseto, o del comparto tessile e abbigliamento e del settore "varie", con particolare riferimento all'oreficeria.
 
La domanda: fatturato, ordini esteri ed ordini interni
Continuano a salire, tra gli indicatori di domanda, il fatturato e gli ordinativi esteri. Per quanto riguarda il fatturato che, a valori correnti, è cresciuto del 2,8%, si tratta di una crescita in atto dalla seconda metà del 2005. Peraltro, a livello nazionale, la variazione tendenziale del fatturato manifatturiero stimata dall'Istat, per il I trimestre 2006, è significativamente superiore. Da tre trimestri consecutivi si registrano anche incrementi negli ordinativi provenienti dal mercato estero (+2,4% rispetto al I trimestre del 2005). Come già ricordato, una novità di questa prima rilevazione del 2006 riguarda la crescita degli ordinativi provenienti dal mercato interno (+0,3%). Sebbene sia soltanto una modesta risalita, si tratta comunque dell'interruzione di un lungo periodo recessivo in atto dal II trimestre 2004, anche se, per il prosieguo dell'anno, il rafforzamento della domanda interna resta più un auspicio che una previsione economicamente fondata. Anche per gli ordinativi, inoltre, per il complesso dell'Italia l'Istat nel I trimestre 2006 incrementi ben più consistenti sia sul versante interno che estero.
 
Il livello dei prezzi alla produzione rimane orientato alla moderazione, +1,5% rispetto al I trimestre 2005. Questa evoluzione conferma il raffreddamento della dinamica dopo un 2004 ed un inizio 2005 piuttosto "caldi". In un periodo di forti pressioni sul fronte dei costi degli input (a solo titolo di esempio il costo di un barile di greggio CIF importato in Italia secondo i dati del Ministero delle Attività Produttive è aumentato nel I trimestre 2006 rispetto alla media dei primi tre mesi del 2005 del 35,1%[1] e variazioni molto consistenti hanno interessato altre materie come il rame, il platino e i minerali ferrosi), la dinamica dei prezzi ex fabbrica segnala probabilmente il tentativo di mantenere quote di mercato sacrificando, almeno in parte, la quota di profitto.
 
L'occupazione nel I trimestre 2006 rispetto al medesimo trimestre del 2005 registra una flessione (-0,3%). Pur trattandosi di una modesta riduzione risulta essere la seconda flessione trimestrale consecutiva. Dopo la sostanziale tenuta occupazionale del 2004 ed il peggioramento avvenuto nel 2005, la flessione occupazionale di inizio 2006 sottolinea comunque quantomeno il permanere di una situazione di incertezza che interessa il sistema manifatturiero toscano.
 
Sul fronte della demografia imprenditoriale, nel corso del I trimestre 2006, il numero delle imprese manifatturiere non artigiane registrate presso le Camere di Commercio toscane è cresciuto di 593 unità rispetto al I trimestre 2005. Un dato, quello del I trimestre 2006, che denota un'accelerazione della crescita per il sistema imprenditoriale manifatturiero toscano e che, se riportato in termini percentuali, risulta pari al +2,1%. Il +2,1% della Toscana la pone al primo posto tra le regioni di benchmark del Centro-Nord. Peraltro, buona parte della crescita è da imputarsi ad imprese individuali (+8,1% nel I trimestre 2006), sicché la sua capacità di tradursi in un rafforzamento del sistema industriale è limitata.
 
La dimensione d'impresa
Dopo un IV trimestre 2005 nel quale si era registrato un timido segnale di inversione di tendenza di questa categoria d'impresa, si rafforza nei primi tre mesi del 2006 la congiuntura della piccola industria (da 10 a 49 addetti). La produzione tendenziale è infatti in crescita dell'1,1% mentre il fatturato nominale cresce dell'1,2%. Rallentano, anche se rimangono in terreno positivo, gli ordini di mercato provenienti dall'estero (+1,8%) mentre rimangono sostanzialmente stagnanti quelli provenienti dall'interno (-0,1%), rilevanti per le piccole imprese ancor più di quanto non lo siano per media e grande industria. Si osserva, anche in questo trimestre, una riduzione dell'occupazione dello 0,8% rispetto al I trimestre 2005. La situazione della piccola industria rimane la più problematica tra le diverse categorie d'impresa.
Dopo cinque trimestri consecutivi di difficoltà, nel I trimestre 2006 la grande industria (oltre 250 addetti) mostra visibili segnali di recupero. Tornano a salire produzione industriale (+3,4%) e fatturato nominale (+5,2%). Tale crescita si ripercuote sul grado di utilizzo degli impianti passato dal 76,4% del I trimestre 2005 all'83,1% dei primi tre mesi del 2006: il valore più elevato da inizio 2003 per le grandi imprese. Dal lato della domanda, preoccupa la diminuzione degli ordinativi interni (-2,0%) nonché la riduzione del tasso di crescita della domanda estera (+0,8%).
Anche nel I trimestre 2006 il fatturato (+5,4%) e la produzione (+4,9%) della media impresa manifatturiera toscana (50 - 249 addetti) rimangono i più dinamici rispetto alla altre classi dimensionali, mettendo a segno i valori più elevati dal 2003. Il proseguire di questa fase favorevole per la media industria si riflette direttamente sull'utilizzo della capacità produttiva che passa dal 78,6% del I trimestre 2005 al 79,9% del I 2006. Segnali positivi vengono anche dal fronte occupazionale se è vero che l'occupazione, rispetto al I del 2005, continua ancora guadagnare qualcosa (+0,2%). Dal lato della domanda si rileva la crescita prepotente degli ordinativi provenienti dai mercati esteri (+5,1%) così come il buon recupero di quelli interni (+2,5%).
 
Le differenziazioni settoriali
Il confronto tra l'andamento della produzione del I trimestre 2006 di ciascun settore rispetto alla variazione registrata nella media del biennio 2004-2005 fornisce qualche segnale incoraggiante sulla reazione del sistema industriale toscano alla difficile situazione congiunturale. Il più importante di tali segnali è costituito dall'estendersi del recupero produttivo ad un numero via via crescente di comparti. Il numero di quelli che si trovano in espansione o in ripresa è infatti passato da 0 nel I trimestre 2005 ai 3 nel II 2005, dai 5 nel III 2005 ai 4 del IV 2005 fino a giungere, nel I trimestre 2006, a ben 8 settori su 10. Tra i settori in espansione troviamo la produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo, la meccanica, l'elettronica e mezzi di trasporto, l'alimentare, la chimica, farmaceutica, gomma e plastica, il legno mobili mentre si trovano in ripresai minerali non metalliferi ed il pelli-cuoio-calzature. In fase recessiva si trovano altri due importanti settori regionali quali il tessile-abbigliamento e le industrie varie.
Accelera nel I trimestre 2006 tanto la produzione quanto il fatturato della produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo (rispettivamente+6,5% e +6,3%). La crescita degli ordinativi (+5,8% quelli interni, +7,2% quelli esteri) lascia ben sperare per l'attività dei prossimi trimestri. Si conferma anche il miglioramento congiunturale della meccanica. Tanto la produzione (+7,0%) quanto il fatturato (+8,0%) risultano in crescita in una fase di moderazione dei prezzi ex-fabrica del settore (+1,0%). Bene anche gli ordinativi (+10,9% esteri, +2,0% interni). Il settore dell'elettronica e mezzi di trasporto, dopo la battuta d'arresto del ottobre-dicembre 2005,torna a far crescere la produzione (+4,5%). E' peraltro da rilevare come tale andamento sia determinato quasi completamente dalla buona evoluzione dei mezzi di trasporto (+9,7% la produzione tendenziale) mentre l'elettronica accresce la propria produzione di solo l'1,6%. Continua la crescita del fatturato complessivo settoriale (+3,5%) determinato, in questo caso, da un andamento divergente tra mezzi di trasporto (in aumento del 7,7%) ed elettronica (in calo dello 0,4%). Destano una certa apprensione la riduzione degli ordinativi in calo tanto nella componente interna (-5,4%) quanto in quella estera (-2,6%) anche in questa circostanza determinati dalla flessione dell'elettronica e dalla buona tenuta dei mezzi di trasporto. Dopo un trimestre di flessione, torna a crescere la produzione del comparto alimentare (+2,3%). Tra gli indicatori di domanda accelerano il fatturato tendenziale (+2,6%) così come gli ordinativi: +4,7% quelli esteri e +0,4% quelli provenienti dall'interno. Dopo due trimestri di sostanziale stagnazione, cresce la produzione del macro-comparto della chimica, farmaceutica, gomma e plastica (+4,3%) con un andamento migliore della farmaceutica (+9,3%) rispetto al pur non disprezzabile +3,8% della chimica-gomma-plastica. Il fatturato complessivo, stimolato dalla ottima performance della farmaceutica (+10,5%), continua la sua crescita (+6,6%): la variazione più elevata del settore dal IV trimestre 2002. Tornano a crescere nel I trimestre 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, gli ordinativi provenienti dall'interno (+2,5%) mentre continuano ad espandersi gli ordinativi esteri (+3,1%). Continua nella sua fase espansiva, in atto da metà 2005, il settore legno-mobili: +2,3% la produzione tendenziale. Dopo le discrete performance registrate dalla seconda metà del 2005, si evidenzia una battuta d'arresto negli ordinativi esteri (-4,1%); per contro, gli ordinativi interni, dopo una serie di sette trimestri con il segno meno, tornano a salire (+1,2%). Dopo quattro trimestri di variazioni negative si riprende la produzione tendenziale dei minerali non metalliferi (+1,0%). Riprende quota anche il fatturato (+3,2%). Rimangono stagnanti gli ordinativi provenienti dall'interno (+0,5%) mentre quelli provenienti dall'estero compiono un incoraggiante balzo in avanti del 7,9%. Tra i settori con evoluzioni leggermente positive troviamo il pelli-cuoio-calzature: +0,2% la produzione. Rispetto ai trimestri precedenti è da segnalare un elemento di novità che consiste in una ripresa del settore delle calzature (+1,7%) a fronte di una flessione del comparto pelli-cuoio (-2,3%). Analizzando l'andamento del fatturato si evidenzia, anche in questo caso, un miglioramento marcato nella produzione di calzature (+4,3%) e, di contro, una diminuzione del pelli-cuoio (-0,9%). Gli ordinativi esteri crescono tanto nel calzaturiero (+4,1%) quanto nel pelli-cuoio (+5,0%). Gli ordini interni flettono invece nel calzaturiero (-1,6%) mentre crescono nel pelli-cuoio (+1,5%). Un settore che nel complesso si trova ancora in difficoltà risulta essere quello del tessile-abbigliamento: -0,5% la produzione ed anche il fatturato flette dell'1,0%. Anche dagli ordinativi non provengono segnali incoraggianti (-0,1% quelli interni e -0,6% quelli esteri). La situazione che vede la flessione complessiva del settore è però frutto di comportamenti differenziati tra tessile, che perde, e abbigliamento, che invece sembra difendersi. Gli ordinativi dall'estero sono stagnanti per entrambi i settori (-0,8% nel tessile e -0,3% nell'abbigliamento) mentre hanno andamenti marcatamente differenziati quelli interni: -1,8% quelli del tessile e +3,9% per l'abbigliamento. Per i rimanenti comparti, raggruppati sotto la voce varie, continua la stagnazione produttiva (-0,2%) che spinge ai minimi del settore, calcolati dal 2002, l'utilizzo della capacità produttiva (72,8%). Tale evoluzione sembra determinata, ancora una volta, dall'andamento negativo dell'orafo-argentiero, in atto omai da inizio 2002, con la sola interruzione registrata nel III trimestre 2005. Stagnante l'andamento degli ordinativi tendenziali: -1,6% per quelli interni e -0,1% per quelli provenienti dall'estero.
 
Le aspettative
Le aspettative degli imprenditori, relative all'andamento atteso della produzione industriale per il periodo aprile-giugno 2006, continuano ad indicare un miglioramento. Infatti, il 29% degli imprenditori prevede un aumento della produzione tendenziale, mentre il 10% si aspetta una diminuzione, per un saldo complessivo pari a +19 punti percentuali. Questo risultato è molto migliore rispetto alle previsioni formulate un anno fa, che vedevano un saldo positivo di un solo punto percentuale fra "ottimisti" e "pessimisti".
Migliorano le aspettative imprenditoriali per il II trimestre 2006 rispetto al trimestre precedente, relative a produzione, occupazione, domanda interna ed esterna. Per quanto riguarda la produzione, il confronto con le previsioni formulate lo scorso anno vede il saldo passare da +22 punti percentuali a +26. Torna in positivo il saldo relativo alle aspettative occupazionali (da -5% a +2%), dove prevalgono, comunque, attese di mantenimento degli organici. Per quanto riguarda la domanda, il saldo tra "ottimisti" e "pessimisti" relativamente alle prospettive per gli ordinativi dall'estero passa da +19 punti a +26, mentre quello per gli ordinativi interni passa da +18 punti a +23.
Uffici Stampa
l.bandinelli@confindustria.toscana.it - 055 2707.418
 
 
 
 
 
 
 
Commento di Pierfrancesco Pacini
Presidente di Unioncamere Toscana
 
 
<<Se da un lato si apprezza il deciso miglioramento registrato dalla produzione industriale del I trimestre 2006, dall'altro non si può ignorare come il sistema manifatturiero toscano venga da un lungo periodo di difficoltà. La nostra lettura del ciclo manifatturiero è, quindi, quella di una fase, per quanto ancora lenta e frammentata, di pragmatico ottimismo. Ci spingono a formulare questo giudizio le indicazioni di una maggiore diffusione del ciclo positivo tra i settori industriali iniziata a partire dal terzo trimestre 2005 così come confermato dai recenti dati pubblicati sulla stampa riguardanti la produzione industriale nazionale nel I trimestre 2006 (+2,2% il manifatturiero). Sono sicuramente incoraggianti i dati di contenimento della crescita dei prezzi di produzione, così come l'incremento di utilizzo degli impianti. Nel primo valore si può intravedere una responsabilizzazione/cautela degli imprenditori, pur a fronte, ricordiamolo, di un incremento delle materie prime, in particolare l'energia. Il secondo valore dimostra quel recupero avviato dal terzo trimestre 2005 e che lascia ben sperare. Le Camere di Commercio e Unioncamere Toscana - prosegue Pacini - continuano a sostenere le imprese formulando strategie di medio periodo ed interventi concreti, in particolare nel campo dell'internazionalizzazione, al fine di agevolare la presenza diretta delle nostre imprese manifatturiere sui mercati finali esteri e di valorizzare le opportunità di business da realizzarsi con le imprese straniere>>.
 
 
 
 
 
Commento di Filippo Salvi,
Consigliere delegato per il Centro Studi di Confindustria Toscana
 
<<In definitiva - ed in attesa di ulteriori conferme - sembra più corretto leggere nei dati del periodo gennaio-marzo 2006 il segno evidente della volontà e della capacità di reazione del sistema industriale toscano, piuttosto che l'avvio di una solida ripresa. Le ben 17 variazioni negative consecutive della produzione industriale che abbiamo alle spalle tanto hanno inciso, e stanno incidendo, sulla struttura del sistema produttivo regionale, che si trova ancora nel pieno di un non breve processo di adattamento e ristrutturazione. Tenuto conto, però, che il confrontoviene fatto con i medesimi periodi degli anni precedenti, che avevano fatto segnare forti cadute, il recupero del primo trimestre 2006 deve essere considerato nulla più che un segno di incoraggiamento>>.


[1] Anche l'indice dei prezzi alla produzione di energia elettrica, gas e acqua calcolato da Istat è salito nel I trimestre 2006 per l'Italia del +21,3%.

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