L'intervento di Unioncamere Toscana
Si è svolta il 5 dicembre scorso, promossa da Anci Toscana, la Conferenza Toscana di Statistica, arrivata al secondo appuntamento forte del successo riportato nella prima edizione tenutasi a Siena nel 2005. L'evento ha inteso offrire un'occasione di confronto e di conoscenza a tutto il mondo della statistica pubblica toscana chiamando a dibattere e a presentare lavori, esperienze, progetti i massimi rappresentanti nazionali della statistica ufficiale e accademica.
In quest'ambito si è svolta la Tavola rotonda dal titolo "Statistica e Istituzioni. Gli assetti organizzativi e istituzionali degli enti SISTAN, i sistemi statistici regionali, la Statistica nel Codice delle Autonomie Locali, lo sviluppo della gestione associata della funzione statistica", cui ha partecipato Unioncamere:
"Il Decreto Legislativo 322/89 che, come noto, ha istituito il SISTAN, ha costituito un momento innovativo e di sviluppo per la statistica pubblica in Italia. Anzitutto perché ha concepito l'attività di produzione e diffusione dell'informazione statistica come attività di un sistema di organismi e, inoltre, perché ha consentito a ciascuno di questi organismi un'ampia libertà di organizzazione e di sviluppo delle proprie funzioni.
Si tratta quindi di un
impianto legislativo sostanzialmente moderno che oggi però, a distanza di 18 anni, deve essere adeguato alla luce non soltanto dell'evoluzione in senso federale dell'ordinamento costituzionale e amministrativo, che richiede un'informazione statistica dettagliata e disaggregata a diversi livelli territoriali (regionali, sub-regionali, provinciali e comunali),
ma anche dei recenti sviluppi normativi a seguito dello schema di disegno di legge (approvato dal Consiglio dei Ministri del 16 marzo scorso, che dà attuazione agli articoli 114, 117 e 118 della Costituzione (nella versione modificata già dalla riforma del 2001) e che conferisce al Governo la delega, da un lato, a individuare e ripartire le funzioni amministrative che spettano a Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, e dall'altro ad adeguare l'ordinamento degli enti locali (attraverso l'eventuale approvazione del codice delle autonomie locali).
A nostro parere, nel contesto delineato, è necessario in particolare tener conto dei principi di sussidarietà, differenziazione, specializzazione e flessibilità dei modelli istituzionali. Per quanto riguarda in particolare il criterio della sussidarietà, che deve ispirare anche la costruzione del sistema statistico, si deve così far intervenire nel servizio pubblico l'Ente più prossimo al bisogno, affermando un principio di prossimità, cioè di vicinanza al cittadino ed alle imprese, che deve valere non soltanto in senso territoriale ma anche in senso funzionale. Per il mondo delle imprese, ad esempio, l'ente più vicino è rappresentato sicuramente dalla Camera di Commercio, la quale è un "ente pubblico locale dotato di autonomia funzionale", come ha sancito la Corte costituzionale nella Sentenza 477 del 2000, precisando anche che tale ente "entra a pieno titolo, formandone parte costitutiva, nel sistema dei poteri locali". La Camera di Commercio, infatti, svolge "funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese curandone lo sviluppo nell'ambito delle economie locali" (art. 1 Legge 580/93).
La sussidiarietà, già riconosciuta sin dal Trattato di Maastricht quale principio regolatore dei rapporti tra Stato/Ente pubblico e comunità di riferimento (cittadini, imprese, etc.), porta inoltre con sé il concetto di governance, concetto che alle Camere di Commercio si applica compiutamente. Le Camere coinvolgono infatti nei meccanismi decisionali riguardanti il territorio molteplici soggetti, tanto da rappresentare nel proprio Consiglio, formato da componenti designati o eletti dalle organizzazioni delle imprese, dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dalle associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti, la struttura dell'economia locale (art. 10 e 12 Legge 580/93; Corte Costituzionale Sentenza 477/2000).
I cambiamenti introdotti dalla legge 580/93 e dalle successive normative dotano dunque le Camere di Commercio di autonomia e di una posizione formale di pari dignità istituzionale rispetto agli enti locali, tanto da essere soggetti capaci di governare in modo autonomo i processi economici del territorio su cui insistono. In quest'ottica, come visto, fondamentale è il loro ruolo a favore dello sviluppo territoriale, nella misura in cui la Camera di Commercio è un interlocutore forte nell'ambito dei processi di sviluppo, non solo un'istituzione che supporta e assiste i propri iscritti, ma anche un'istituzione che diventa soggetto progettuale per la valorizzazione economica del territorio.
D'altra parte, per rientrare nell'ambito della statistica, è evidente come il confine dell'impresa difficilmente coincida con il confine territoriale della circoscrizione amministrativa (comunale, provinciale o regionale) in cui ha formalmente sede. Basti pensare ai distretti industriali, alle filiere produttive, alle imprese a rete (formalizzate in gruppi o meno), ai fenomeni di outsourcing e di delocalizzazione. Soprattutto pensiamo all'internazionalizzazione dell'economia. Seguire i bisogni informativi della comunità delle imprese e fare rilevazioni statistiche sulle imprese nell'epoca della globalizzazione implica necessariamente l'impegno delle istituzioni funzionali oltre che di quelle territoriali. Questo conferisce pieno significato a termini come pluralismo, policentrismo, sussidiarietà.
In tale contesto si inserisce dunque lo
schema di disegno di legge già citato in materia di riorganizzazione degli enti locali. Nelle intenzioni del legislatore, infatti, il (futuro) Codice delle Autonomie Locali è strutturato in modo tale che la definizione puntuale di compiti e funzioni degli enti locali sia volta ad evitare duplicazioni e sprechi tramite la riduzione degli organi esistenti e teso a favorire la diminuzione dei costi degli stessi enti. Questo impone dunque una riflessione sul rapporto che tali enti locali potranno instaurare con il sistema delle Camere di Commercio, anche con riferimento alla funzione statistica.
Infatti, la previsione del principio che le forme associative tra gli enti locali debbano assicurare una semplificazione strutturale ed organizzativa, apre la strada ad uno scenario di possibile collaborazione tra uffici statistica delle Camere di Commercio e medesimi uffici all'interno di Comuni e Province, nella misura in cui l'Ente camerale, per sua natura di ente super-partes, è chiamato come visto ad amalgamare le diverse anime economiche che compongono il territorio, senza per questo che si generino sovrapposizioni di competenze con gli altri enti locali. Proprio per questo riteniamo che lo svolgimento della gestione associata tra enti locali e Camere di Commercio di tutta una serie di funzioni, fra cui quelle statistiche, possa rivelarsi particolarmente proficua, anche in virtù delle competenze che storicamente le Camere hanno maturato in tale ambito.
La delega inoltre prevede, all'art. 2, comma 1, lettera h), la valorizzazione dei principi di sussidiarietà, di adeguatezza, di semplificazione, di concentrazione e di differenziazione nella individuazione delle condizioni e delle modalità di esercizio delle funzioni fondamentali. Ciò al fine di assicurare l'esercizio unitario delle stesse funzioni da parte dell'ente locale che, per le caratteristiche dimensionali e strutturali, ne garantisca l'ottimale gestione, anche mediante Sportelli Unici, di regola istituiti presso i Comuni (anche in forma associata), competenti per tutti gli adempimenti inerenti ciascuna funzione o servizio. Fra l'altro, occorre ricordare che già le leggi Bassanini prevedevano la possibilità per i Comuni di costituire i Suap stipulando convenzioni o protocolli d'intesa con le stesse Camere di Commercio, ampliando in questo senso quanto previsto dal Codice delle autonomie locali attualmente in approvazione, e va sottolineato come ciò consentirebbe di ottimizzare l'utilizzo e la diffusione del patrimonio informativo e statistico in possesso del sistema camerale con riferimento al mondo delle imprese.
Seguendo l'orientamento della Legge Regionale Toscana 11 agosto 1999 n. 49 in tema di concertazione, in base alla quale il concorso e la partecipazione dei soggetti istituzionali e delle parti sociali alla programmazione regionale si realizza tramite procedure di confronto sulla base di specifici protocolli, il Sistema Camerale toscano sta cercando di individuare forme di collaborazione con Anci Toscana, ed è infatti proprio dei giorni scorsi la stipula di uno specifico protocollo d'intesa fra Unioncamere Toscana e Anci Toscana.
I temi di integrazione e collaborazione riguarderanno principalmente la partecipazione del Sistema Camerale Toscano alle attività dei Comuni toscani su materie di reciproco interesse, con particolare riferimento ad iniziative congiunte riguardanti la promozione economica locale ed il sostegno dell'attività comunale diretta alla programmazione, progettazione e realizzazione di infrastrutture materiali ed immateriali, direttamente a servizio dei sistemi produttivi locali, anche attraverso gli strumenti offerti dal project financing, per i quali verranno individuate ed attivate modalità congiunte di valutazione ex ante e di monitoraggio delle iniziative avviate.
In aggiunta a quanto appena menzionato, la collaborazione fra gli enti si propone di individuare inoltre forme di collaborazione anche in tema di realizzazione di studi e ricerche per l'analisi delle dinamiche socio-economiche a livello territoriale, finalizzate in particolare al supporto della programmazione comunale delle attività economiche.
Tra gli obiettivi del protocollo d'intesa si segnala infine la promozione dei processi di informatizzazione delle procedure amministrative e di condivisione del patrimonio informativo dei singoli enti, in una vera e propria ottica di Sistema. A tal proposito, l'impegno potrà vertere sull'integrazione ed interoperabilità degli archivi del Registro Imprese con quelli gestiti dai Comuni, come ad esempio quelli attinenti alle persone fisiche e alla toponomastica, secondo metodi e strumenti da individuare in piani di lavoro condivisi.
Un altro tema di notevole importanza in tema di sviluppo della gestione associata della funzione statistica può ritrovarsi nell'integrazione delle basi informative amministrative e statistiche fra enti pubblici. A tal proposito voglio qui ricordare che l'Unione Regionale ha messo in cantiere la realizzazione dell'Annuario Statistico regionale, in collaborazione con il Settore Sistema Statistico della Regione Toscana e con l'Istat regionale.
Si tratta di uno strumento di conoscenza del territorio, dell'ambiente sociale e dello stato economico della regione che riveste una grande importanza sia per la pubblica amministrazione, in termini di programmazione degli interventi e valutazione dei loro effetti, sia per tutti gli operatori economici, sociali e culturali. L'Annuario statistico permette infatti di aggiornare la conoscenza della nostra realtà economica e sociale, di valutare la sua evoluzione nel tempo, di soddisfare un'esigenza crescente di informazione statistica, espressa dalle sempre più numerose richieste degli utenti pubblici e privati, in particolare cittadini ed imprese.
Uno degli obiettivi del Sistema Camerale è infatti quello di garantire alla cittadinanza, ed in particolare al mondo imprenditoriale, una informazione quanto più possibile completa, corretta e tempestiva: soltanto in questo modo gli operatori economici possono prendere decisioni efficaci, agire con sicurezza e tempestività ed accrescere la propria competitività per affrontare al meglio la concorrenza nazionale ed internazionale. E proprio strumenti come questo consentono di misurare le criticità e i punti di forza che, come Sistema, si devono rispettivamente affrontare e promuovere.
In una ottica più ampia di sistema, inoltre, desidero qui esprimere il mio apprezzamento per la proposta, recentemente elaborata dalla Regione Toscana, volta alla costituzione di un Sistema Statistico Regionale (SISTAR). Si tratta di un documento certamente da approfondire nel prossimo futuro nei contenuti specifici, e che inquadra la costituzione del SISTAR, nelle sue linee essenziali, all'interno del tema più generale rappresentato dallo sviluppo della Società dell'Informazione (N.B.: il documento in questione si chiama "Primi elementi per una Legge di settore su Società dell'Informazione e della Conoscenza, sistema informativo e statistico regionale, amministrazione digitale").
Qui vorrei soffermarmi soltanto su un punto relativo alla proposta in questione, ritenendo in particolare positivo il fatto che, già in prima battuta, la proposta preveda la possibilità di accreditare quali soggetti del SISTAR anche enti non appartenenti al Sistema Statistico Nazionale (SISTAN, del quale peraltro fanno già parte gli Uffici di Statistica delle Camere di Commercio), in modo tale da rispecchiare più fedelmente la realtà regionale sotto il profilo degli attori che, a livello locale, sono realmente in grado di offrire un valore aggiunto specifico per una migliore conoscenza e comprensione della realtà toscana.
Al tempo stesso, nella formulazione attuale, il documento proposto fa espresso riferimento sotto tale profilo agli "uffici preposti all'attività statistica degli enti e delle agenzie regionali, degli enti e delle aziende sanitarie pubbliche, nonché dei circondari istituiti ai sensi della legislazione regionale vigente". Ritengo dunque opportuno evidenziare come tale previsione debba essere estesa anche ad altri enti, e nello specifico, per quel che ci riguarda più direttamente come sistema camerale, anche all'Unione Regionale delle Camere di Commercio ed al relativo Ufficio Studi.
È infatti da più parti riconosciuto come Unioncamere Toscana abbia particolarmente rafforzato, negli ultimi anni, la propria funzione di analisi statistica ed economica del territorio, investendo in maniera significativa sia in termini di risorse umane che finanziarie nello sviluppo di tali attività. Al riguardo, basti qui ricordare le importanti iniziative di ricerca intraprese con il Settore Statistica della Regione Toscana ed altri Istituti attivi sul territorio regionale, fra cui l'Irpet. Da diversi anni, ormai, l'Unione Regionale ha inoltre promosso, non solo finanziariamente ma anche attraverso una partecipazione attiva sia sotto il profilo istituzionale che sotto quello più strettamente metodologico, una serie di Osservatori (sull'Artigianato, sulla Cooperazione, sul Commercio, sul Turismo) che coinvolgono, oltre al sistema delle Camere di Commercio ed alla Regione, le stesse Associazioni imprenditoriali di categoria e le Organizzazioni Sindacali, anche in questo caso nell'ottica di migliorare la governance dell'intero sistema di produzione dell'informazione statistica rilevante per le politiche pubbliche.
Merita infatti ricordare che la creazione di questi Osservatori ha rappresentato una intuizione importante non soltanto sotto il profilo meramente tecnico-statistico, ma anche sotto quello più propriamente istituzionale, perché si è cercato di mettere insieme i soggetti maggiormente significativi sul territorio fra quelli chiamati a formulare e a definire le politiche locali. Intuizione inoltre importante anche dal punto di vista organizzativo, perché l'informazione statistica, in quanto bene pubblico, chiede un coinvolgimento diretto dei soggetti chiamati ad utilizzarla, che in questo modo sono messi in grado di condividerne impostazione e metodologie. I vantaggi del mettere insieme più soggetti ed agire su scala più locale sono infatti molteplici: si evitano duplicazioni di indagini risparmiando tempo e risorse, si condividono le metodologie utilizzate dando più valore ai dati statistici prodotti, si facilitano scambi informativi fra le diverse fonti amministrative.
Dal modello di tipo "modulare" e relativamente disaggregato degli Osservatori di settore si è inoltre passati, successivamente, a verificare la coerenza degli stessi attraverso un modello macroeconomico in grado di evidenziarne eventuali incongruenze. Si deve a questo proposito ricordare come, negli ultimi anni, l'Unione Regionale abbia avviato una proficua collaborazione con Irpet, rafforzando il proprio ruolo sul tema dell'analisi congiunturale del sistema economico toscano e mettendo a disposizione della comunità regionale valutazioni più affidabili sui percorsi di sviluppo intrapresi dal nostro territorio. Ciò ha inoltre consentito di realizzare in maniera congiunta il Rapporto annuale sulla situazione economica della Toscana e una serie di aggiornamenti trimestrali sulla congiuntura, consentendo di dare concretezza ad un rapporto che rappresenta un valido esempio di collaborazione e sinergia fra Enti diversi.
Vorrei infine ricordare il ruolo che l'Unione Regionale riveste quale soggetto promotore e coordinatore di numerose attività di ricerca "di sistema", condotte cioè insieme alle dieci Camere di Commercio presenti sul nostro territorio. È infatti l'intera rete delle Camere di Commercio a svolgere una funzione di importanza primaria a supporto dell'informazione statistica ed economica territoriale, sfruttando a pieno la profonda conoscenza delle economie locali che deriva loro anche dagli archivi amministrativi di cui le stesse Camere di Commercio dispongono.
A quest'ultimo riguardo vorrei qui citare soltanto una iniziativa, fra le tante che abbiamo in corso, avviata nel corso degli ultimi due anni in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Firenze, e volta ad utilizzare in maniera più approfondita ed intensiva il giacimento informativo disponibile presso le strutture camerali. Si tratta dell'Osservatorio sui Bilanci delle Società di Capitali che, dal 2006, fornisce informazioni dettagliate sui conti economici e patrimoniali delle imprese toscane secondo una metodologia che consente confronti omogenei fra i diversi settori e i diversi territori provinciali analizzati, consentendo di interpretare, al di là di un'ottica strettamente congiunturale, i processi di trasformazione che le nostre imprese stanno perseguendo alla luce dei mutamenti nel contesto competitivo
In ultimo, desidero sottolineare come un obiettivo che la pubblica amministrazione, in quanto produttrice di "statistica ufficiale", deve porsi è sicuramente quello di un ulteriore incremento della diffusione della cultura statistica. Si tratta di un obiettivo strategico, perseguito dagli enti appartenenti al Sistan già da molti anni, e che rappresenta la condizione necessaria per un maggiore utilizzo della statistica e per la creazione di un clima di maggiore fiducia nella stessa.
L'informazione statistica ufficiale risulta infatti indispensabile per permettere sia ai policy-maker che agli operatori economici di poter basare le proprie decisioni su dati certi e certificati, ma anche per consentire ai ricercatori ed ai singoli cittadini di poter accedere gratuitamente a tale informazione. In tale ottica, la crescita dell'utilizzo dell'informazione statistica anche da parte degli utilizzatori non professionali, indotta anche dalla crescente diffusione sul web della produzione statistica stessa, impone l'adozione di strumenti e linguaggi differenziati per le varie tipologie di utenza, rendendo d'obbligo per i "produttori di statistica" l'adozione di nuove forme di comunicazione che, pur nel rispetto del rigore scientifico necessario per la corretta comunicazione dell'informazione, risultino di facile comprensione ed in grado di non escludere l'utente dalla loro fruizione.
Anche in questo caso vorrei ricordare come il sistema camerale abbia mostrato per tempo la capacità nel ricorrere alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, attraverso la creazione, ormai già da diversi anni, del portale Starnet, dove vengono inserite on-line tutte le informazioni prodotte dagli Uffici Studi e Statistica camerali, consentendo un diffuso ed agevole accesso da parte del pubblico interessato ad un'ampia batteria di indicatori sui sistemi locali di impresa. Uno strumento informativo che rappresenta, inoltre, un segno tangibile della capacità del sistema camerale di agire "a rete", come già in precedenza abbiamo cercato di argomentare.
In definitiva, ritengo che il compito di noi tutti sia quello di lavorare per una statistica autorevole, indipendente, affidabile, imparziale, trasparente, accessibile, ma anche quello di produrre statistiche uniformi, armonizzate e comparabili. Ribadisco che il nostro intento come sistema delle Camere di Commercio è quello di lavorare alla formazione di un sistema a rete, unitario ma policentrico, fondato sulla cooperazione dei soggetti che a vario titolo gestiscono informazioni statistiche pubbliche o di interesse pubblico. Siamo favorevoli alla costruzione di sistemi informativi territoriali ed, in particolare, del Sistema Statistico Regionale, oltre che alla definizione di programmi di rilevazioni statistiche specifici per il territorio, nel rispetto dell'autonomia dei singoli enti, dei principi di specializzazione per area di competenza e della cooperazione istituzionale sulla base della pari dignità. Se queste sono, come credo, le giuste premesse per la definizione dell'assetto istituzionale che deve regolare il rapporto fra i diversi enti partecipanti, il contributo del sistema camerale regionale sarà certamente ampio e senza riserve".