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Crisi economica sconfitta da tre imprese su quattro
Il 75% delle società nate nell'anno orribile 2010 è ancora attiva
 

 

Firenze, 20 marzo 2014 - Le nuove imprese sono più forti della crisi. Lo rivela uno studio di Unioncamere Toscana, secondo il quale il 75 per cento delle società nate in Italia nel 2010, in piena crisi economica, dopo tre anni è in piena attività; un risultato analogo a quello verificatosi nell'immediato periodo pre-crisi: segno evidente che la capacità di adattamento della nostra imprenditoria ha superato ogni spirale recessiva.

 

Nel 2010, uno degli anni orribili della crisi, sono nate circa 410mila imprese in Italia: di queste ne sono rimaste in vita 307mila. In pratica, 3 imprese su 4 sono riuscite a sopravvivere nonostante le difficoltà dello scenario macro-economico. Nel Lazio e nelle regioni del Sud (a eccezione di Abruzzo e Puglia) le imprese sono mediamente più longeve, con l'80% che raggiunge il traguardo dei tre anni. In fondo alla classifica Piemonte, Toscana e Liguria, dove poco più del 70% delle imprese nate nel 2010 è ancora in vita (in Toscana, 21mila attive su 30mila imprese nate nel 2010).

 

Guardando le aziende nate in Italia nel 2005, quando la crisi non era neanche prevista, la percentuale di società attive nel 2008 - tre anni dopo lo start-up - era praticamente la stessa, il 75%. Va tuttavia registrato che, fra i due diversi periodi presi in esame, si è ridotto di oltre 10mila unità (-2,5%) il numero di imprese costituite: la selezione all'ingresso ha consentito di evitare un più elevato livello di "fallimenti".

 

Per le imprese in Lombardia, Emilia Romagna e Campania, la capacità di sopravvivenza nel periodo pre-crisi era addirittura più bassa rispetto a quella di oggi. Il numero di imprese attive dopo un triennio è cresciuto di ben 7 punti percentuali in Lombardia (dal 69% nel 2008 al 76% nel 2013), 2 punti in Emilia Romagna (dal 73% al 75%) e mezzo punto in Campania. Per Lombardia, Emilia Romagna e Campania si registra parallelamente una più elevata riduzione del numero di nuove imprese (-7,3% per l'Emilia Romagna, -5,4% per la Lombardia,  -3,7% per la Campania). In altre regioni, invece, la sopravvivenza a tre anni nel periodo pre-crisi era più alta di oggi: 6 punti percentuali in Abruzzo e 4 punti in Puglia, Umbria, Toscana e Liguria.

 

Per l'artigianato la battaglia per la sopravvivenza risulta tuttavia più dura. Nel 2010 sono nate in Italia circa 110mila aziende artigiane, a tre anni di distanza 73mila sono ancora attive (il 67%). Fra le regioni a maggior vocazione artigiana, la quota di imprese sopravvissute al difficile ultimo triennio è più bassa in Umbria (58%), Toscana (61%), Piemonte (63%) e Veneto (64%), sale invece al 70% in Lombardia e al 71% nelle Marche. Contrariamente al dato generale, prima della crisi finanziaria la capacità di sopravvivenza delle imprese artigiane era più elevata (71% la media italiana per le imprese nate nel 2005 e ancora attive nel 2008), soprattutto in Umbria (dal 72% al 58%), Valle d'Aosta (dal 71% al 60%), Puglia (dal 79% al 68%) e Sardegna (dal 74% al 64%).

 

 

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