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  L'Imprenditoria femminile in Toscana nel II trimestre 2014

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OSSERVATORIO SULLE IMPRESE FEMMINILI - ANNO 2013

 

c o m u n i c a t o s t a m p a
 
Imprenditoria femminile in Toscana: un'istantanea a metà 2014
Un terzo dei giovani imprenditori della Toscana è donna.

 

Più di 12mila le imprese guidate da straniere

 

Firenze,15 settembre 2014 - Sono la metà del cielo e anche qualcosa di più in termini demografici ma, ancora a metà del 2014, le donne guidano solo il 22,6% dell'universo delle imprese che operano in Toscana (93.145), anche se  l'incidenza media a livello nazionale si ferma al 21,4%.

Per fronteggiare la crisi economica, il blocco del credito e aumentare la competitività, sempre più spesso anche le imprenditrici hanno scelto la tipologia più strutturata di impresa: a metà del 2014 le Società di capitale guidate da donne superano quota 16mila - il 16,7% di tutte le imprese toscane costituite con questa forma giuridica. Altre 16mila imprese femminili sono organizzate in Società di persone e 1.200 in Cooperative.

Tuttavia la maggior parte delle imprese femminili in Toscana, come in tutto il Paese, sono ancora costituite da ditte individuali (59mila), in genere più piccole sotto il profilo dimensionale e di più agevole avvio.

Le imprese femminili artigiane sono quasi 19mila: in pratica, oltre un quinto del sistema imprenditoriale femminile toscano fa parte dell'artigianato.

 

Questo, in sintesi, il ritratto al secondo trimestre 2014 del contributo delle donne al mondo dell'impresa, così come emerge dai dati dell'Osservatorio sull'Imprenditoria Femminile frutto della collaborazione tra l'Ufficio studi di Unioncamere Toscana e il Settore imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana.

 

"I numeri dell'Osservatorio di Unioncamere Toscana sull'imprenditoria femminile - dice Stefania Saccardi, Vicepresidente della Giunta Regionale Toscana - ribadiscono una presenza forte di imprese guidate da donne rispetto al dato medio nazionale. A metà anno i dati evidenziano un lieve calo rispetto alla fine del 2013, frutto del momento di difficoltà che tutto il sistema economico italiano sta attraversando. Tuttavia il fatto che un terzo delle aziende giovanili toscane, quelle guidate da un under 35, abbia una donna al timone, e che un'impresa straniera su 4 sia 'rosa' (entrambi i dati superano quelli medi nazionali), non fa altro che confermare le grandi potenzialità dell'imprenditoria femminile toscana la quale, se supportata con politiche adeguate, è in grado di offrire un contributo importante. É per questo che la Regione continua ad investire ogni anno risorse rilevanti per incoraggiare e stimolare le donne che hanno voglia di mettersi in gioco."

 

"Quella femminile rappresenta ormai da alcuni anni una delle componenti più vitali del tessuto imprenditoriale regionale, ma il grado di strutturazione delle iniziative avviate si conferma in genere inferiore rispetto alle imprese guidate da uomini - commenta Stefano Morandi, Vicepresidente di Unioncamere Toscana - in conseguenza delle maggiori difficoltà di reperimento delle risorse e nell'accesso al credito. Proprio per questo l'imprenditoria femminile può ancora ambire ad ampi margini di sviluppo che, se colti, potrebbero essere importantissimi per dare nuovo slancio all'economia, in termini di occupazione e di crescita.

 

La Toscana, in questo momento più di sempre, ha bisogno di valorizzare tutte le energie disponibili, ed è anche per questo che va sostenuto e promosso il desiderio di tante donne, capaci, motivate e qualificate, di guardare all'impresa ed al mercato come un'opportunità per essere protagoniste. Sebbene il taglio delle risorse su cui le Camere di Commercio potranno contare nei prossimi anni, deciso con la riforma della P.A., renda il nostro lavoro più arduo, confidiamo di poter continuare a svolgere quel ruolo fondamentale di prossimità al territorio che negli anni ha portato il nostro sistema a guardare con estrema attenzione alle esigenze delle donne imprenditrici."

 

Qualcosa si sta muovendo - dice Gianfranco Simoncini, Assessore alle Attività produttive e Lavoro della Regione Toscana - ma ancora dobbiamo insistere nel sostenere la crescita e il consolidarsi di una imprenditoria "rosa", che riteniamo possa dare una spinta importante per l'innovazione del nostro sistema produttivo. E se l'innovazione è una tappa indispensabile per la ripresa, va da se che l'attenzione al lavoro delle donne e alla loro capacità di fare impresa diventa sempre di più una componente fondamentale della strategia economica regionale. Per questo credo sia importante aver riaperto i termini del fondo di garanzia a sostegno dell'imprenditoria femminile (ma anche giovanile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori) così come previsto dalla Legge 21. Dal primo settembre sarà quindi nuovamente attiva la misura Fare impresa, inserita nell'ambito del progetto Giovanisì. Una legge che ha già dato i suoi frutti, consentendo a tante imprese a titolarità femminile di accedere al credito. Oltre 1500 imprese create a seguito della legge 21 sono infatti al femminile. Una risposta concreta alle difficoltà segnalate anche dagli ultimi dati dell'osservatorio, che sottolineano le piccole dimensioni e della maggiore fragilità delle imprese gestite da donne.

 

I SETTORI DI ATTIVITA' PIU' "ROSA"

Delle 93mila aziende femminili con sede in Toscana, circa 61mila operano nei servizi, e di queste oltre 25mila nel commercio e quasi 10mila nel turismo. Nell'industria, le imprese femminili contano invece 12mila aziende, di cui ben 7mila operanti nel sistema moda. Le imprese agricole guidate da donne sono infine 13mila, mentre poco più di 3mila sono le imprese femminili operanti nell'edilizia.

Un livello di femminilizzazione molto elevato caratterizza tutte le attività dei servizi: il rapporto fra imprese femminili ed il totale delle imprese registrate raggiunge infatti punte del 52% nei servizi alla persona e del 45% nella sanità ed assistenza sociale. Una rilevante presenza femminile si registra inoltre in agricoltura (tasso del 32%), nel turismo (30%) e nell'istruzione (29%).

Costruzioni, trasporti e industria si confermano invece come i settori meno attrattivi per le donne: è femminile solo il 5% delle aziende edili, l'11% di quelle industriali ed il 9% dei trasporti.

 

UN TERZO DEI GIOVANI IMPRENDITORI E' DONNA

In Toscana - a fine giugno 2014 - si contano 11mila aziende «rosa» giovanili, ovvero imprese guidate da donne con meno di 35 anni (il 12% dell'universo imprenditoriale femminile). I settori a maggior presenza di imprese giovanili femminili sono il commercio (oltre 3mila imprese), il turismo e l'industria (1.300 imprese ciascuno).

L'incidenza di donne alla guida di aziende giovanili è molto elevata (il 29% di tutte le imprese toscane guidate da under-35): in pratica, quasi un terzo dei giovani imprenditori della Toscana è donna, incidenza che è dunque più alta rispetto alla media nazionale (27,7%).

 

IMPRENDITORI STRANIERI: 1 su 4 è donna

Le aziende guidate da imprenditrici straniere raggiungono quota 12.500, il 13% dell'universo imprenditoriale femminile della regione.

L'incidenza di imprese straniere guidate da donne è del 26%: in pratica, in Toscana, un quarto degli imprenditori stranieri è donna, un tasso più alto rispetto alla media nazionale (23%) che colloca la regione al decimo posto nella classifica italiana (dopo le regioni del Sud, Umbria e Marche).

in Toscana, i settori preferiti dalle donne straniere per fare impresa sono il manifatturiero (3.800 aziende), le attività commerciali (3.600) ed il turismo (1.000 fra alberghi e ristoranti).

 

La forte componente manifatturiera che, in Toscana, caratterizza l'imprenditoria femminile straniera è legata in particolare alla rilevanza della comunità cinese: sono infatti oltre 4mila le imprese individuali toscane con a capo donne di origine cinese, di cui circa 3mila aziende manifatturiere e mille esercizi commerciali. Sono invece un migliaio le imprese guidate da romene (perlopiù negozi e ditte edili), seguite dalle comunità del Marocco (540), della Nigeria (460, dell'Albania (300) e della Germania (operanti perlopiù nel settore agricolo).

 

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