Si conclude oggi la Conferenza Regionale della Cooperazione dal titolo "La cooperazione fra mutualità e mercato", appuntamento triennale organizzato dall'Osservatorio Regionale Toscano sulla Cooperazione, con la Regione ed Unioncamere Toscana.
La Conferenza, che ha preso avvio ieri al Palazzo degli Affari di Firenze, è stata l'occasione per ribadire come l'impresa cooperativa possa cogliere le potenzialità offerte dal mercato senza perdere di vista il fine mutualistico che le anima ed allo stesso tempo, è stata l'occasione per fare il punto sullo stato dell'arte e sulle prospettive di un settore fondamentale per lo sviluppo economico del territorio.
La due giorni ha proposto quale suo atto conclusivo, un'interessante Tavola Rotonda dal titolo "Le sfide della cooperazione", alla quale ha partecipato, oltre all'Assessore Regionale Ambrogio Brenna, i Rappresentanti delle Centrali Cooperative regionali ed Enrico Ciabatti, Segretario Generale di Unioncamere Toscana che, portando il saluto del Presidente e del Sistema camerale regionale, ha detto:
"Innanzitutto colgo l'occasione per fare un saluto all'Assessore Brenna, ai presenti ed in particolare al Presidente Alessandro Giaconi, al Presidente Patrizia Vianello ed al Presidente Mario Onida, recentemente nominati ai vertici delle loro Organizzazioni regionali.
Sono passati tre anni dall'ultima Conferenza regionale della Cooperazione, nel frattempo sono avvenuti in rapida successione importanti cambiamenti nel panorama economico nazionale ed internazionale, in un quadro di sostanziale stagnazione per il nostro paese e per la Toscana nel biennio 2005-2007, con un evidente peggioramento delle condizioni negli ultimi mesi. Il dibattito scientifico e non è acceso in questi giorni riguardo alle misure da adottare per contenere gli effetti di una delle peggiori crisi dal 1929 ad oggi, i cui strascichi negativi sono globalmente condivisi tra i paesi colpendo, trasversalmente, più settori dell'economia.
Purtroppo, le previsioni sono in peggioramento rispetto ad un contesto regionale di per sé già piuttosto critico, basti vedere i dati del secondo trimestre 2008 che si è chiuso pesantemente in negativo su più fronti, tra cui:
- produzione industriale (-2,6%); nello specifico cuoio, pelli e calzature (-5,4%), tessile e abbigliamento (-4,2%), legno ed arredamento (-3,2%); Prato (-6,2%), Arezzo (-4,9%), Siena (-3,7%);
- export: -10,7% (Italia +1,8%);
- fatturato artigianato (-8,3%); tra cui edilizia (-8,2%), manifatturiero (-7,9%);
- consumi (vendite al dettaglio) -2,2% (secondo trimestre), peggior risultato degli ultimi tre anni;
- disoccupazione in aumento: 5,2% rispetto al 4,0% del 2007.
Il Rapporto sulla cooperazione curato da IRPET ed Unioncamere, presentato ieri mattina, si chiude cronologicamente al dicembre del 2007, l'analisi fotografa pertanto come la cooperazione sia arrivata strutturalmente alle soglie della crisi di questi ultimi mesi.
Rispetto alla precedente Conferenza, si sposta l'asse della nostra attenzione, laddove nel 2006 la riflessione era centrata sui cambiamenti endogeni del settore innescati dalla riforma del diritto societario, oggi si cerca di capire come le difficoltà congiunturali impatteranno sulle cooperative stesse.
Dalla nostra fotografia al dicembre 2007, e dai dati economici di bilancio 2006, emerge un settore che ha superato di slancio i cambiamenti introdotti a partire dal 2003 dalla riforma del diritto societario, con un rafforzamento nell'ultimo biennio della numerosità delle imprese attive (+4,1%).
Il dato più aggiornato al terzo trimestre del 2008, peraltro, ha mostrato una ulteriore crescita di circa cinque punti delle cooperative attive sul 2007, tre punti in più rispetto a quanto rilevato sul totale imprese. Si è sfondata la soglia delle 4.000 unità in valori assoluti, raggiungendo il picco più alto dal 2002 ad oggi.
Le cooperative, peraltro, mantengono una longevità superiore alla media: rispetto alle imprese sono molto più numerose le cooperative attive che sono nate negli anni 70 ed 80, soprattutto in alcune province della nostra regione.
Nell'ultimo biennio si sono rafforzate connotazioni virtuose tradizionalmente proprie del sistema cooperativo, tra cui, ad esempio, una maggiore strutturazione rispetto alle imprese, in termini dimensionali ed occupazionali.
Lo sforzo del sistema cooperativo è peraltro evidentemente teso ad estendere le capacità competitive sul mercato tramite le possibili forme di aggregazione tra imprese, ne è prova lampante lo studio sul Gruppo Paritetico che è stato appena presentato dai Professori, realizzato dall'Osservatorio in collaborazione con l'Università di Firenze.
A livello occupazionale, per la prima volta abbiamo avuto a disposizione i dati INPS fornitici dagli uffici nazionali dell'Ente, per cui si è potuta dare per la Toscana una dimensione puntuale dei rapporti di lavoro attivati sul territorio nel settore (87.062). I valori, che includono tutte le tipologie di rapporto di lavoro previste dalle denunce contributive INPS, nessuna esclusa (lavoratori a contratto indeterminato, determinato, stagionale, part-time, full-time etc. etc), inducono spunti di ottimismo visto che la dinamica del 2007 è segnata da una crescita del +5,7% rispetto al 2006.
I dati Inps evidenziano una forte presenza della componente di occupazione femminile (56,4% del totale), per cui se la cooperazione non spicca per imprenditorialità di genere, per partecipazione alle cariche sociali da parte delle donne, l'occupazione ha di fatto una forte connotazione femminile.
In termini di governance, prosegue la razionalizzazione delle cariche all'interno delle cooperative. Il Rapporto ha evidenziato un processo che è stato accelerato anche in questo caso dalla riforma con un decremento delle persone con carica del 38,1% dal 2002 al 2007, con una riduzione particolarmente accentuata tra 2002 e 2005 che si è successivamente ridotta fino al tasso di variazione annualizzato del -1,3% alla fine del 2007
Per quanto concerne le performance economico - finanziarie delle cooperative, dato il coinvolgimento del sistema camerale in diversi Confidi, mi fa piacere rilevare che nel Rapporto venga riconosciuto un ruolo significativo a Fidicoop in riferimento alla riduzione del costo dell'indebitamento, che è più basso per le imprese cooperative: 5,1% contro il 6,6% delle non cooperative.
Riprendendo il dibattito di ieri pomeriggio, anche in riferimento a quanto scritto nell'ultimo capitolo del Rapporto, credo che siano da approfondire alcuni spunti interessanti sulle potenzialità nel settore dei servizi, pubblici e non.
Mi riferisco, ad esempio, agli elementi innovativi legati al modello di impresa che si possono generare dalle liberalizzazioni delle public utilities, con la potenziale nascita di cooperative di utenza e di servizi che nell'una e nell'altra forma costituiscono alternative nuove rispetto alle tradizionali forme di gestione dei servizi.
Come sistema camerale, anche in questa occasione rinnoviamo il nostro impegno per gli anni a venire per dar ulteriore impulso alle attività dell'Osservatorio regionale del quale siamo, assieme alla Regione Toscana, cofinanziatori. I risultati della Conferenza saranno preziosi per elaborare nuove iniziative di studio, di approfondimento, per impostare nuovi filoni di ricerca partendo dalla base informativa offerta dal Rapporto. Fin da gennaio cominceremo a lavorare sul Piano di lavoro 2009, impostandone le linee operative all'interno degli organi preposti.
Ciò che vorremmo finalmente veder realizzato, anche con il supporto delle Università che collaborano da anni nelle nostre attività, e che sono presenti con loro Rappresentanti all'interno della Consulta, sono gli Osservatori Provinciali. L'intenzione ribadita più volte è quella di avere di strutture organizzative snelle ma pronte ad approfondire le specificità che la cooperazione ha sul territorio. In questo senso, un modello di collaborazione da ricalcare potrebbe essere quello già attivato nella provincia di Arezzo, che ha portato proprio di recente ad un nuovo Rapporto sulla cooperazione, oppure quelli già attivi a Firenze e Pistoia.
L'Osservatorio regionale potrebbe garantire il supporto informativo di base, omogeneo per tutte le province, tramite una serie di tabelle standard da condividere periodicamente con le Centrali. Fra l'altro, come avrete notato scorrendo le pagine del Rapporto, le Camere di Commercio hanno a disposizione una base informativa molto importante derivata dalla gestione, tramite Infocamere, dei dati ministeriali dell'ALBO che consentono approfondimenti sui vari settori della cooperazione rispetto a codifiche più assimilabili a quelle abitualmente utilizzate dalle stesse Centrali.
In termini organizzativi, le Camere di Commercio potrebbero fare da capofila affiancate, laddove fisicamente presenti, dai CAIC. Questi ultimi potranno lavorare nelle singole province in raccordo con le Camere di Commercio per l'erogazione dei servizi in tutti i campi di loro competenza secondo quanto previsto dalla L.R. n.73 del 28/12/2005 e suo Regolamento (innovazione tecnologica ed organizzativa; consulenza societaria, economica finanziaria e fiscale; bandi e progetti europei; igiene e sicurezza sul lavoro; formazione, ecc.).
Tra il sistema camerale toscano e le Centrali cooperative, del resto, già da tempo si lavora fattivamente in questo senso. Per questo è stato sottoscritto nel 2007 un Protocollo regionale sul modello di quello firmato a livello nazionale nel 2004 tra Unioncamere nazionale e Centrali cooperative al termine della prima ASSISE di settore. A livello informativo, lo scambio prosegue con assoluta regolarità, con incontri trimestrali di presentazione degli aggiornamenti del registro imprese, per affinare gli strumenti di ricerca innestandoli sulle esperienze concrete di chi conosce meglio di chiunque altro il mondo della cooperazione".