c o m u n i c a t o s t a m p a
Crollano le esportazioni toscane in Russia
Restrizioni al commercio estero, crollo del prezzo del petrolio e svalutazione del rublo costano alle imprese toscane
92 milioni nel 2014 e 24,5 milioni nella prima metà del 2015
Firenze, dicembre 2015 - Fra l'inizio del 2014 e la metà del 2015 l'export toscano verso la Russia è diminuito nel complesso per 116,5 milioni di euro, effetto congiunto di un mix di fattori solo in parte riconducibili alle restrizioni agli scambi commerciali introdotte a partire dall'estate del 2014. Già nel 2014, anno colpito solo in parte dalle limitazioni al libero scambio di merci, si è registrato un crollo del 14,9% delle esportazioni verso la Russia rispetto all'anno precedente, proseguito nella prima metà del 2015 con un ulteriore calo tendenziale dell'11,0%.
E' quanto emerge dal report di analisi trimestrale delle esportazioni regionali curato dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana che fa il punto sugli effetti delle misure restrittive sugli scambi commerciali con la Russia ad un anno dalla loro introduzione.
Tra il 2010 e il 2013, ultimo anno esente da restrizioni e sanzioni commerciali, le esportazioni verso la Russia avevano mostrato una crescita superiore all'export complessivo regionale, passando da un valore di 377 milioni del 2010 (al netto delle esportazioni di petrolio greggio e metalli preziosi, i cui valori risentono di forti oscillazioni di prezzo) ai 615 milioni del 2013, con tassi di crescita particolarmente elevati nel 2011 (+30,5%) e nel 2013 (+21,3%). Anche la quota dell'export toscano verso la Russia sull'export complessivo regionale è pertanto cresciuta, passando dall'1,6% del 2010 al 2,2% del 2013.
La corsa della domanda russa si era bruscamente interrotta già nei primi sei mesi del 2014 (-16,8%) per gli effetti del crollo del prezzo del petrolio e del conseguente deprezzamento del rublo sull'economia nazionale, cui si sono aggiunte le conseguenze delle sanzioni economiche e dei blocchi commerciali introdotte nella seconda metà dell'anno.
"Le restrizioni agli scambi commerciali tra Federazione Russa e Unione Europea - commenta Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana - impattano su un mercato particolarmente promettente per l'export regionale. Oltre al danno diretto in termini di contrazione delle vendite, le nostre imprese hanno subito in molti casi un danno di immagine: sul mercato russo il vuoto lasciato dai prodotti soggetti a embargo è stato spesso colmato da merci contraffatte di dubbia qualità.
L'export della Toscana, nel complesso, è comunque rimasto su un sentiero di crescita, registrando nel secondo trimestre dell'anno un incremento tendenziale di oltre 141 milioni di euro (+1,8% al netto delle transazioni dei metalli preziosi), grazie anche alle vendite dirette verso Unione Europea (+5,1%) e America (+12,7%), che hanno compensato la crisi degli scambi con la Russia.
Crescono in particolare le esportazioni di molti prodotti tipici del made in Tuscany come alimentari e bevande (+24,1%), abbigliamento (+9,4%) e calzature (10,7%). E' doveroso sostenere e tutelare queste realtà difendendo i prodotti tipici regionali, come il sistema camerale sta da anni facendo con iniziative di lotta alla contraffazione e di promozione dei processi di internazionalizzazione."
Le esportazioni in Russia per settore merceologico
Nel 2013, ultimo anno pre-sanzioni, i settori che maggiormente contribuivano all'export toscano verso la Russia erano: abbigliamento (14,0%), cuoio-pelle-calzature (11,3%), mobili (11,1%), tessile (8,1%), meccanica strumentale (7,1%), macchinari di impiego generale (21,5%).
Successivamente, quasi tutti i principali comparti merceologici sono stati colpiti da un brusco crollo dell'export che ha interessato entrambi i periodi oggetto di analisi. L'unica eccezione è rappresentata dall'export di macchinari per impiego generale, diminuito del 32,5% nel 2014, ma cresciuto del 67,4% nei primi sei mesi del 2015: si tratta tuttavia di un settore soggetto a forti oscillazioni in virtù di una produzione basata su grandi commesse e concentrata in poche grandi imprese, e per il quale il recupero registrato nei primi mesi del 2015 non risulta al momento sufficiente per compensare la flessione del 2014 (nei diciotto mesi che intercorrono fra gennaio 2014 e giugno 2015 l'export del settore verso la Russia è diminuito di 23 milioni di euro in termini assoluti).
Sono tuttavia tessile e meccanica strumentale ad aver subìto le maggiori flessioni in termini relativi. Le vendite in Russia di prodotti tessili sono diminuite del 13,1% nel 2014 e del 41,6% nei primi sei mesi del 2015, per un controvalore esportato che nel periodo si è ridotto di circa 16 milioni di euro. Le vendite di prodotti della meccanica strumentale sono invece diminuite del 19,7% nel 2014 e del 40,5% nel 2015, per una riduzione di quasi 15 milioni di euro.
Relativamente più contenuta è invece la contrazione, sempre in termini relativi, di abbigliamento, pelletteria e mobili. Le esportazioni di abbigliamento (-7,8% nel 2014 e -16,8% nei primi sei mesi del 2015) si sono ridotte di oltre 12 milioni di euro, quelle del comparto pelle-cuoio-calzature (rispettivamente -19,1% e -17,1%) di 18 milioni, e quelle del mobile-arredo (-6,4% e -16,6% ) di 9 milioni.
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