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  Osservatorio Regionale sull'Artigianato Toscano - Anno 2008 e aspettative per il 2009

 

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 OSSERVATORIO REGIONALE TOSCANO SULL'ARTIGIANATO - PRIMO SEMESTRE 2008

 
 
C o m u n i c a t o s t a m p a

 

Anno nero per l'artigianato toscano

Pesano gli effetti della crisi

 

Firenze 5 marzo 2009. Gli effetti della crisi si concretizzano con un ulteriore peggioramento della congiuntura e delle attese per le imprese artigiane della Toscana.

La congiuntura sfavorevole non risparmia settori e territori, con il fatturato che registra un'ulteriore flessione passando dal -1,4% del 2007 al -7,3% del 2008. Questo il quadro che emerge dall'indagine congiunturale relativa al 2008 dell'Osservatorio Regionale Toscano sull'Artigianato - realizzata da Unioncamere Toscana con la Regione Toscana, le federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL e con il supporto tecnico di IRPET.

 

fatturato

La flessione (-7,3%) del fatturato artigiano nel 2008 interessa tutti i settori produttivi. Variazioni negative raggiungono livelli di guardia soprattutto nell'edilizia (-8,5%). All'interno del manifatturiero, (-6,7%), perdite rilevanti si evidenziano nella metalmeccanica (-4,7%), con la meccanica che lascia sul terreno l'8,6%. Male anche il sistema moda (-8,8%), con perdite consistenti nel tessile (-7,7%) e nell'abbigliamento (-10,0%); ma anche nelle calzature (-10,2%) e nella pelletteria (-4,2%). Non bene le altre manifatture (-6,4%) con forti flessioni nel legno-mobili (-8,3%), vetro (-12,7%), ceramica (-17,4%) e lapideo (-6,7%). La dimensione continua a dimostrarsi variabile fondamentale delle performance aziendali, anche se tutte le tipologie imprenditoriali artigiane presentano dati negativi sul piano del fatturato. La micro impresa (1-3 addetti) perde infatti il 12,2%, male anche la classe 4-5 e 6-9 addetti, -7,9% e -7,0% rispettivamente. Solo meno consistente la riduzione del fatturato dell'impresa con più di 9 addetti (-3,8%). A livello provinciale Grosseto con il -3,4% e Livorno con -4,2% hanno tenuto meglio, nonostante la situazione sia di perdita. La provincia di Prato risulta la più sofferente, con una variazione pari a -9,0%. Prosegue la fase critica dei distretti manifatturieri toscani con punte molto negative nelle produzioni pellettiere del distretto di Castefiorentino (-21,9%) e della Valdinievole (-18,9% ). Male anche l'orafo aretino (-11,6%) mentre sembra tenere la pelletteria del Valdarno (-0,1%).

 

occupazione

Cala del 2,2%, rispetto al 2007, il numero di addetti alle imprese artigiane. La variazione peggiore si verifica nell'edilizia con un -3,2% ma è marcata anche nel manifatturiero (-1,6%) e nei servizi (-1,5%). L'occupazione artigiana diminuisce in tutte le province toscane con variazioni al di sopra della media a Pisa (-3,7%), Pistoia (3,6%), Siena (-3,1%), Prato (-3,0%). A livello contrattuale scendono del 3,9% i lavoratori dipendenti e dello 0,5% gli indipendenti. Tra i dipendenti diminuiscono quelli a tempo pieno (-4,5%) mentre aumentano del 2,4% quelli a tempo parziale.

L'andamento occupazione nei distretti manifatturieri produttivi conferma uno stato di debolezza soprattutto nei settori di specializzazione produttiva (-3,2% contro il -2,2% del complesso del manifatturiero distrettuale). Si verifica, in modo difforme al comportamento di quasi tutti gli altri distretti, un significativo incremento di occupati nel distretto tessile-abbigliamento del Casentino (+1,9%), confermando il dato positivo già rilevato al termine del 2007. Anche il distretto pellettiero del Valdarno recupera parte della perdita di addetti patita l'anno passato (+0,7%). Viceversa sono estremamente pesanti le perdite di occupati nei distretti pellettieri di Castelfiorentino (-12,5%) e della Valdinievole (-4,9%) e in quello dell'abbigliamento empolese (-7,7%).

 

dinamica Imprenditoriale

Anche nel 2008 i dati Infocamere-Stockview confermano la crescita del sistema imprenditoriale artigiano toscano (+0,7%, pari a +835 imprese). La crescita è dovuta ancora una volta al forte sviluppo del sistema edile (+2,3%, pari a 1.146 imprese) ancorché, al suo interno, siano principalmente i lavori edili di completamento a crescere mentre il comparto della costruzione di edifici mostra una battuta d'arresto. Tra gli altri settori si evidenziano flessioni nei servizi (-0,6%, -177 unità), al cui interno spicca il -3,2% dei trasporti. Per il manifatturiero (-0,8%, -288 imprese) tiene del sistema moda (-0,1%) grazie all'avanzata dell'abbigliamento (+8,6%, dovuta quasi esclusivamente alla crescita di imprese individuali con titolare cinese in provincia di Prato) e della pelletteria (+0,6%). Flette invece la metalmeccanica (-0,8%), per la diminuzione di meccanica ed elettronica compensata dalla crescita dei mezzi di trasporto (+7,1%). Tra le altre manifatturiere, spiccano i segni negativi del legno-mobili (-2,8%) dell'orafo-argentiero (-3,5%) mentre avanza l'alimentare (+1,7%).

 

investimenti

La quota di imprese con investimenti in aumento scende leggermente rispetto ad un anno fa passando dal 17,7% del 2007 al 16,4% del 2008. In particolare scende, dal 15,1% al 13,6%, la quota delle micro imprese (1-3 addetti), mentre per le imprese con 4-5 addetti la percentuale è aumentata dal 23,0% al 24,8%. In maniera analoga cresce la quota delle imprese con 6-9 addetti che passano da 23,1% del 2007 al 24,3% del 2008. Diminuisce, infine, la quota di imprese più strutturate (oltre 9 addetti) da 31,6% fino a 25,6%.

 

previsioni per il primo semestre 2009

Le previsioni per il primo semestre 2009, rispetto al secondo semestre del 2008, sono estremamente negative. Il saldo tra coloro che prevedono un'aumento e coloro che prevedono una diminuzione del proprio fatturato passa infatti dai -9 punti percentuali del I semestre 2008 ai -33 del I semestre 2009. Per quanto riguarda le previsioni sull'occupazione il saldo relativo al primo semestre 2009 tocca i -6,4 punti percentuali. Purtroppo la sfiducia tocca anche gli investimenti con un saldo che rimane positivo per soli 6 punti percentuali.

 

la diffusione delle tecnologie informatiche di base

Nel 2008, le imprese artigiane che usano un PC sono circa la metà del totale (49,8%). Il 40,9% ha un collegamento ad Internet ed il 35,2% ha un collegamento a banda larga, Tra le imprese artigiane quelle che usano Internet per relazionarsi con la Pubblica Amministrazione sono il 16%. Rispetto al biennio precedente la diffusione delle tecnologie di base resta stabile ma mostra, nella tipologia di connessione ad internet, un ulteriore passo verso la connessione a banda larga.

Internet è utilizzata soprattutto per accedere ai servizi bancari e per l'acquisizione/scambio di informazioni; ma crescono anche le imprese che si collegano per vendite o acquisti.

La maggiore diffusione delle tecnologie informatiche di base riguarda ancora il comparto manifatturiero e in particolare il settore della carta-editoria.

 

nota statistica:

Le indagini congiunturali sull'artigianato toscano forniscono stime sull'evoluzione del fatturato, degli addetti, del livello di attività, per 24 ambiti settoriali, per 11 aree territoriali , per 12 distretti nonché per le 63 combinazioni di aree con classi di codici ATECO che individuano concentrazioni territoriali rilevanti di specializzazione produttiva, sebbene in tali ambiti le stime abbiano una modesta precisione. L'individuazione della popolazione obiettivo dell'indagine, della strategia campionaria e l'analisi della qualità dei dati rilevati è stata effettuata Settore Sistema Statistico Regionale della Regione Toscana. La rilevazione sul 2008 ha riguardato un campione di 6.061 imprese artigiane toscane.

Logo di Unioncamere Toscana

 

 Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini - Presidente di Unioncamere Toscana

 

"Rispetto ad altri comparti, l'artigianato toscano subisce in modo ancora più marcato i contraccolpi della crisi. Nell'artigianato il vuoto di domanda si assomma infatti alle ormai note difficoltà strutturali come la mancanza di sbocchi sul mercato finale, la specializzazione su settori particolarmente aggrediti dalla concorrenza internazionale e le fondamenta economico-finanziarie largamente erose dalle dinamiche negative degli ultimi anni.

Unico segnale positivo proviene dalla quota, solo in leggero rallentamento, di imprese che dichiarano di aver aumentato la spesa per investimenti. Un segnale, ancorché flebile, della volontà delle imprese di credere nella propria attività e che deve essere sostenuto.

Proprio perché in presenza di risultati molto negativi è comunque necessario continuare ad impegnarsi per il sostegno e lo sviluppo dell'artigianato. Un obiettivo sempre più difficile, ma che diventa doveroso anche per salvaguardare un patrimonio sociale, economico e culturale di fondamentale importanza per la nostra regione. E' quindi apprezzabile, per quanto riguarda il sostegno in questa fase di emergenza, lo sforzo profuso dalla Regione Toscana, e dallo stesso sistema camerale, sul versante del credito".

 

 

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