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  Indagine Congiunturale sul 2° Trimestre 2009 e sulle aspettative sul 3° Trimestre 2009

 

 

 

c o m u n i c a t o s t a m p a

Indagine congiunturale Unioncamere Toscana  - Confindustria Toscana
Si stabilizza la flessione della produzione, in prospettiva è previsto un ulteriore calo dell'occupazione
 

In linea con le aspettative formulate dagli imprenditori nella precedente rilevazione, la gravità della crisi sembra confermata dagli indicatori rilevati a consuntivo presso le aziende toscane: sulla base dei risultati dell'indagine sull'industria manifatturiera condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, la produzione industriale si attesta a -20,1% nel periodo aprile-giugno, dopo un primo trimestre chiuso a -19,2% (variazioni tendenziali, calcolate rispetto al corrispondente periodo del 2008).

Un risultato decisamente negativo, anche se in linea con la media italiana che, infatti, registra un calo del 22,6% nel medesimo periodo.

Resta pesante anche la flessione del fatturato che, dopo il -19,4% del I trimestre 2009, si attesta adesso a -21,6%, e si conferma la  flessione dei prezzi alla produzione, scesi del 2,6% in termini tendenziali.

Leggermente più contenuto il calo degli ordinativi provenienti sia dall'Italia (-16,6%) che dall'estero (-13,7%), per i quali emerge inoltre un rallentamento della contrazione rispetto al trimestre precedente.

Al calo della domanda e dell'attività produttiva corrisponde un basso livello del grado di utilizzo degli impianti che, dopo essere sceso al di sotto del 70% nel primo trimestre (67,1% il valore medio fra gennaio e marzo) si stabilizza al 69,1% nel secondo.

Questi dati confermano la profondità dell'attuale fase recessiva, che colpisce anche il mercato del lavoro: se nella prima fase della crisi le aziende erano riuscite a mantenere inalterati i propri organici, il perdurare delle difficoltà ha prodotto un'accentuazione del calo dei livelli occupazionali, che passa dal -4,0% dei primi tre mesi dell'anno al -5,4% del secondo trimestre.

Questo dato, che si accompagna al consistente incremento di ore di CIG autorizzate (+564,3%), delinea un quadro occupazionale dove aumentano le criticità, anche in virtù del ritardo temporale che normalmente lega tale andamento a quello strettamente produttivo.

Scendendo nel dettaglio dimensionale, le difficoltà sopra descritte non sembrano risparmiare nessuna tipologia organizzativa, anche se sono le piccole (fino a 49 addetti) a soffrire più delle altre registrando un -20,4% per la produzione, un -22,8% per il fatturato e, rispettivamente, -20,3% e -15,2% per domanda interna ed estera.

Le medie (da 50 a 249 addetti) e le grandi (oltre 250 addetti) fanno registrare contrazioni leggermente più contenute, anche se sempre a due cifre: la produzione risulta in calo rispettivamente del 19,1% e del 20,1%, male anche il fatturato (-19,6% e -19,7%). Diverse le performance degli ordinativi, che restano negativi nelle medie unità (-14,8% gli interni e -14,0% gli esteri), mentre nelle grandi resta stazionaria la componente nazionale e cede in maniera relativamente contenuta quella estera (-5,4%).

A livello settoriale, come nel primo trimestre dell'anno, soltanto per la farmaceutica si osserva un incremento della produzione (+6,2%).

Pesanti flessioni, invece, si hanno in tutti gli altri comparti analizzati, che purtuttavia possono essere distinti in due gruppi:

  • i settori nei quali si è avuto un rallentamento della caduta della produzione rispetto al I trimestre 2009: l'alimentare (-4,4%), le calzature (-20,5%) e il pelli e cuoio (-24,1%), il legno e mobilio (-16,6%), la chimica (-15,8%) e i prodotti non metalliferi (-21,3%);
  • i settori che nel II trimestre hanno ulteriormente accentuato la loro caduta: l'elettronica (-17,5%), l'abbigliamento (-18,2%), il tessile (-19,9%), la meccanica (-24,4%), i metalli e prodotti in metallo (-28,8%) ed i mezzi di trasporto (-33,3%).

Per quanto riguarda l'evoluzione occupazionale, oltre alla farmaceutica (+3,4%) tiene anche l'alimentare (+0,8%). Pesanti sono invece le flessioni registrate nei mezzi di trasporto (-11,3%), nei metalli (-8,6%), nel tessile (-8,3%) e nella chimica (-8,1%).

Il forte peggioramento del quadro economico ha riflessi negativi sul clima di fiducia degli imprenditori. L'analisi delle aspettative sull'andamento a tre mesi della produzione (perequate con una media mobile al fine di eliminare le oscillazioni legate a fattori di stagionalità) mostra infatti un saldo tra "ottimisti" e "pessimisti" che è passato a -15 punti percentuali nel trimestre in corso, rispetto al saldo di -11 punti percentuali del trimestre precedente. Un peggioramento si registra inoltre per le aspettative riguardanti la domanda interna (da -16 a -20), quella esterna (da -8 a -12) e l'occupazione (da -13 a -15).

In positivo va tuttavia evidenziato che, nel corso dell'ultimo trimestre, si è osservato un rallentamento della velocità di caduta per le aspettative relativamente a tutte le grandezze considerate: si tratta di un segnale che sembra dunque delineare, per i prossimi mesi, il possibile avvio di un processo di graduale attenuazione del ciclo recessivo fin qui attraversato.


 

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Il commento di Pierfrancesco Pacini - Presidente di Unioncamere Toscana

 

 "I dati che oggi presentiamo - dichiara il Presidente Pacini- non offrono certo un quadro rassicurante della situazione economica attraversata, con un calo della produzione industriale e del fatturato pari, rispettivamente, al 20,1% ed al 21,6% su base annua. Si sono però registrati, soprattutto a livello internazionale, segnali che mostrano un rallentamento della crisi, e l'avvicinarsi di un punto di svolta che prelude ad una ripresa il cui avvio è collocabile, per il momento, nella seconda metà del 2010.

 "Gli imprenditori sono ben consapevoli -continua il Presidente- che non basta guardare alle difficoltà del presente. Nonostante vi sia un inevitabile calo delle assunzioni complessivamente programmate nell'anno in corso dalle imprese manifatturiere (-49,3% rispetto al 2008), è cresciuta negli ultimi anni la quota di professioni hi-skill previste, passata dal 16,2% del 2006 al 22,0% dell'anno in corso. Un segnale importante di come una parte significativa del nostro sistema imprenditoriale non si arrenda di fronte ai problemi, continuando anzi a perseguire strategie di rafforzamento e ad investire sulla qualità delle risorse umane, per sostenere una progettualità da cui dipende, in definitiva, lo sviluppo e la capacità di stare sul mercato delle proprie aziende.

La situazione è comunque complessa, perché la crisi in corso si sovrappone a pre-esistenti debolezze strutturali del nostro sistema competitivo, richiedendo interventi a vari livelli istituzionali. Il sistema camerale si è ad esempio attivato su scala locale, nella misura in cui le camere di commercio toscane hanno già stanziato nel corso degli ultimi mesi oltre 8 milioni di euro tra contributi a fondi garanzia dei Consorzi Fidi e contributi in conto interessi per la diminuzione del costo del denaro.

"A livello nazionale - conclude il Presidente Pacini - fra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico è stato inoltre sottoscritto un accordo di programma che prevede una serie di interventi straordinari tesi a sostenere l'occupazione e l'accesso al credito da parte delle imprese".

 

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