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  Osservatorio sui bilanci delle società di capitali toscane Anni 2004-2008

 

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Osservatorio sui bilanci delle società di capitali toscane Anni 2004-2008
"i riflessi della crisi sulle condizioni finanziarie delle imprese"

 

 

c o m u n i c a t o s t a m p a

 

 

Società di capitali. L'impatto della crisi economica sul fronte dei margini (scende di 1,2 punti percentuali il ROI operativo) mina la capacità della gestione di generare liquidità, a fronte di un costo del debito in crescita: in sofferenza le microimprese. Rispetto al 68% del 2008 solo metà delle imprese chiuderà il 2009 in utile.

Firenze, 21 aprile 2010 - I bilanci delle società di capitali mostrano già a fine 2008 evidenza dell'impatto della crisi sugli indicatori di sviluppo, su quelli di liquidità e di autonomia finanziaria. Gli effetti si sono manifestati in particolare sulle condizioni di redditività, dal momento che il il rendimento dei capitali investiti (ROI operativo) è passato dal 7,4% del 2007 al 6,2% del 2008). A preoccupare sono soprattutto le micro-imprese, con un ROI in discesa di oltre 119 punti base (dall'8,1% del 2007 al 6,9% del 2008).

La compressione dei margini sulle vendite e l'incremento del costo del debito hanno contribuito a creare, a fine 2008, un forte peggioramento delle condizioni di liquidità.

Il modello di simulazione dei risultati economici riferito al 2009, relativo al solo comparto manifatturiero, stima inoltre una netta flessione della quota di imprese in utile, passate dal 68% del 2008 al 50% del 2009.

Questi sono alcuni dei dati che emergono dai risultati dell'Osservatorio sui bilanci delle società di capitale relativo al periodo 2004-2008, presentato oggi a Firenze da Unioncamere Toscana e dal Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Firenze, ed arricchito da un modello sperimentale di simulazione dei risultati economici delle imprese manifatturiere per l'anno 2009 alimentato a partire dai risultati delle indagini congiunturali condotte dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana.

La crisi finanziaria ha colto di sorpresa le imprese toscane: dai risultati di bilancio è evidente come l'inizio della crisi abbia accentuato le differenze di performance tra piccola e grande dimensione in maniera trasversale rispetto ai diversi settori (con alcune limitate eccezioni relative all'agricoltura, agli altri servizi non finanziari, alle utilities). La flessione di fatturato osservata è risultata più accentuata fra le imprese di dimensioni minori (-2,1% per le microimprese[1]); le imprese maggiormente strutturate registrano tuttavia una contrazione più pronunciata del valore aggiunto (-1,5% per le grandi). Nel 2008 si registra inoltre un tasso di sviluppo degli investimenti negativo (-5%), sintesi di un dato in forte diminuzione per le micro (-7,8%) e per le piccole imprese (-2,2%), ed in aumento per medie (+1,7%) e le grandi (+5,2%).

Dal punto di vista dell'equilibrio finanziario, dopo anni di crescita, anche la capacità di autofinanziamento delle imprese si è fortemente ridotta, precipitando al di sotto dei valori osservati nel 2004: nel 2008 l'attività operativa non produceva infatti più di 6,5 euro di liquidità ogni 100 euro di fatturato. A far da contrappeso alla flessione dell'utile netto (passato dallo 0,57% allo 0,47% del fatturato), si registra tuttavia un miglioramento del grado di capitalizzazione: il rapporto fra patrimonio netto ed il totale delle fonti di finanziamento passa infatti dal 16,1% del 2007 al 17,7% del 2008, un dato apprezzabile, se non altro, in termini di valutazioni che il sistema creditizio è chiamato a condurre secondi i parametri imposti da Basilea II.


[1] L'indagine è condotta sulle società di capitali (escluse le attività finanziarie) che, nel periodo 2004-2008, hanno registrato ricavi superiori ai 500.000 Euro, suddivise in quattro classi dimensionali: micro (fatturato compreso tra 500.000 e 2 milioni di Euro), piccole (2-5 mln di Euro), medie (5-10 mln di Euro), grandi (oltre 10 milioni di Euro).


 
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Il punto di vista del Vice Presidente Tricca
 

"Il quadro che emerge dall'analisi dei bilanci delle società toscane mostra già, al momento dell'ingresso nella crisi, una condizione di indebolimento con riferimento agli equilibri economici e soprattutto agli equilibri finanziari, particolarmente intenso per le imprese di piccola dimensione. I dati di consuntivo sull'economia regionale mostrano ormai chiaramente come l'anno 2009 possa essere a tutti gli effetti considerato un anno di dura recessione; i risultati del modello di simulazione dei risultati economici nel 2009, conferma la gravità della situazione: la previsione è che a chiusura dei bilanci 2009 solo la metà delle società di capitali del comparto manifatturiero riporterà un utile di esercizio, contro una quota del 68% riferita all'anno precedente.

Gli effetti della crisi finanziaria si stanno ancora riverberando sul sistema economico regionale: sebbene la crisi mostri, secondo l'analisi degli ultimi dati a nostra disposizione, un lieve rallentamento non sembrano tuttavia emergere particolari spunti di recupero. Le strategie del Sistema Camerale per far fronte alla gravità della situazione si sono basate innanzi tutto su risposte rapide attraverso interventi di breve periodo per il sostegno nell'accesso al credito: per il 2010 oltre 10 milioni di euro sono stati destinati ad un'iniziativa straordinaria di sistema per la concessione di contributi volti all'abbattimento degli interessi sui micro finanziamenti, oltre che la costituzione di appositi fondi garanzia presso i Consorzi Fidi. Gli obiettivi di medio-lungo periodo, che il Sistema Camerale continua a portare avanti con l'obiettivo di accompagnare le imprese toscane verso l'uscita dalla crisi, si fondano su interventi sul tema del sostegno allo sviluppo e alla valorizzazione dei processi di innovazione, oltre che all'internazionalizzazione, che ne guidino il miglioramento in termini di efficienza interna e dunque e l'innalzamento della competitività sui mercati internazionali".

 

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