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  Le imprese femminili toscane nel 2009

 

 

 

c o m u n i c a t o s t a m p a

 

 

Le imprese femminili toscane reggono alla crisi
Performance in tenuta nel 2009 per le aziende guidate da donne
 
 

Firenze,  11 maggio 2009 - In Toscana, di fronte alla crisi, le aziende al femminile vanno meglio delle altre: alla fine del 2009, la dinamica delle imprese "in rosa" ha mostrato un dato solo leggermente negativo, con una diminuzione dello 0,1% (in valori assoluti, -86 unità) a fronte di una riduzione più consistente delle imprese non femminili (-1,0%, in assoluto -2.538 unità). Alla fine dello scorso anno, nella nostra regione, le imprese guidate da donne ammontavano a 83.674 e rappresentavano il 25,6% delle imprese registrate complessivamente in Toscana (in leggero incremento rispetto al 25,5% del 2008).

 

Sono alcuni dei dati elaborati dall'Osservatorio sulle Imprese Femminili di Unioncamere Toscana, in collaborazione con Regione Toscana, su dati forniti da Infocamere relativi al Registro Imprese delle Camere di Commercio.

 

"Le imprese femminili toscane - dice Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana - dimostrano di saper tenere anche in momenti di crisi come questo, il fatto che la percentuale di aziende guidate da donne sul totale sia addirittura aumentata, in questo anno così difficile, non può che essere segno di una forte vitalità imprenditoriale al femminile".

"Sono dati che indicano - afferma l'Assessore alle Attività Produttive e al Lavoro Gianfranco Simoncini - la capacità dell'imprenditoria femminile di affrontare le difficoltà e mantenersi sul mercato e di mettere a frutto alcune caratteristiche tipiche delle donne, elevato livello di qualificazione coniugato con doti di flessibilità, creatività e propensione all'innovazione".

 

Da segnalare che, in Toscana, l'andamento delle imprese femminili risulta migliore rispetto a quello osservata sia a livello nazionale (-0,8%) che nelle regioni benchmark (Veneto -0,3%, Piemonte, Lombardia ed Emilia -0,6%, Marche -0,8%), dove si registrano decise contrazioni per le imprese "in rosa".

 

A livello provinciale, soltanto Prato (+2,9%), Massa-Carrara (+0,3%) e Siena (+0,2%) registrano dati in aumento, mentre le altre sette province toscane presentano bilanci negativi, dalle lievi contrazioni di Grosseto (-0,1%) e Firenze (-0,2%) alle più consistenti perdite di Pistoia, Pisa, Arezzo (-0,6%), Lucca e Livorno (-0,7%).

 

Il tasso di femminilizzazione più elevato si registra in provincia di Grosseto (il 30,6% delle imprese grossetane è a conduzione femminile), seguono le province di Livorno (29,6%) e Massa Carrara (27,9%). La provincia di Prato, pur non essendo una delle province più femminilizzate della Toscana (l'incidenza delle imprese femminili sul totale è del 26,4%), ha mostrato la crescita più elevata nel periodo 2004-2009 di tale quota (+1,7 punti percentuali), seguita da Siena che, a parità di tasso di femminilizzazione, registra però una performance meno brillante (+0,7 punti percentuali).

 

Alla fine del 2009, in Toscana, la quota maggiore di imprese femminili (il 29,6%) si concentra nel commercio, il 16,9% nell'agricoltura, il 12,1% nell'industria manifatturiera, il 9,7% nel turismo e ricettività e l'8,7% svolge altre attività di servizi (dall'associazionismo alla cura delle persone, alla riparazione dei beni per la casa), che risulta anche l'ambito a maggior tasso di femminilizzazione (quasi un impresa su due è a conduzione femminile). La presenza femminile risulta particolarmente elevata anche per i settori dell'agricoltura, della sanità e dell'assistenza sociale (un'azienda su tre è "al femminile"), per le attività turistiche e per quelle commerciali (circa un'azienda su quattro è femminile).

 

Sul fronte dei ruoli imprenditoriali, è ancora in calo il numero di donne con cariche in imprese femminili (quasi 1.400 donne in meno rispetto al 2008), per una contrazione dello 0,9% che risulta, comunque, lievemente più contenuta rispetto al -1,5% (-5 mila unità) perso a livello di imprenditoria maschile. In ambito provinciale, soltanto Prato (+0,2%) registra una lieve crescita per quanto riguarda il numero di donne che hanno cariche in impresa, mentre in tutte le altre province si registrano diminuzioni, in particolare ad Arezzo e Firenze (-1,6% e -1,4%).

 

L'imprenditoria femminile toscana è sempre più straniera: la crescita del numero delle imprenditrici comunitarie è trainata dalla dinamica delle rumene (+12,0%, in assoluto +115 unità), seguite dalle imprenditrici polacche (+9,9%, in assoluto +30). Sul fronte non comunitario, significativa è anche la dinamica delle cinesi (+11,1%, in assoluto +347), che nel 2009 rappresentano oltre il 39% delle extra-comunitarie con cariche in imprese toscane. In aumento anche le imprenditrici provenienti da Marocco (+15,1%, in assoluto +50), Albania (+11,8%, in assoluto +38) e Nigeria (+12,0%, in assoluto +30). Continuano a diminuire invece le donne di origine toscana (-1,6%, in assoluto -2.098).


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Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana

 

 "Le imprese femminili toscane dimostrano di saper tenere anche in momenti di crisi come questo, il fatto che la percentuale di aziende guidate da donne sul totale sia addirittura aumentata, in questo anno così difficile, non può che essere segno di una forte vitalità imprenditoriale al femminile.

 

Come emerge da una recente indagine sulle aspiranti e neo imprenditrici condotta da Unioncamere Toscana nell'ambito del Progetto WAI (Women Ambassadors in Italy), le donne di qualsiasi età sono spinte a fare impresa da un forte desiderio di affermazione e realizzazione personale, riconoscono la grande importanza degli strumenti e delle competenze tecniche necessarie a un progetto imprenditoriale in proprio e sono pronte a mettere in campo un mix di risorse emotive e relazionali importante per la buona riuscita della propria attività.

 

Le donne imprenditrici, oggi più che mai, chiedono alle Istituzioni, quale azione di supporto e sostegno, l'attivazione di strumenti per il reperimento di risorse finanziarie, formazione tecnica specifica e consulenza organizzativa e gestionale. Servono ulteriori politiche di sostegno alle donne che fanno impresa nella nostra regione e azioni di sensibilizzazione per mettere in luce che l'imprenditoria femminile rappresenta una risorsa chiave per la crescita e lo sviluppo economico del nostro paese".

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