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  La Congiuntura manifatturiera in Toscana - II Trimestre e aspettative III Trimestre 2010

 

 

 

c o m u n i c a t o s t a m p a

 

 

INDAGINE CONGIUNTURALE
 UNIONCAMERE TOSCANA  - CONFINDUSTRIA TOSCANA
Secondo trimestre: Persistono difficoltà per le imprese più piccole e per quelle maggiormente orientate al mercato interno
 
 

 

 

Viareggio, 24 settembre 2010

 

L'indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana sul sistema delle unità locali manifatturiere toscane con almeno 9 addetti segnala, per il secondo trimestre dell'anno, il recupero avviato nei primi mesi del 2010, con un segno positivo sia per la produzione (+6,0%) che per il fatturato (+6,7%). Nonostante l'indagine evidenzi un'accelerazione rispetto al trimestre precedente, quando i primi segnali di ripresa si erano affacciati all'orizzonte, occorre ad ogni modo ricordare che si tratta di un recupero ancora parziale rispetto alle pesanti flessioni registrate fra la fine del 2008 e l'ultimo trimestre del 2009.

Inoltre, la ripresa produttiva in corso è circoscritta principalmente alle imprese esportatrici, escludendo pertanto larga parte del tessuto imprenditoriale regionale, operante prevalentemente per il mercato interno. A determinare questa fase di recupero, infatti, è stata soprattutto la buona performance della domanda mondiale di beni manufatti, un'evoluzione che per la Toscana ha significato una crescita tendenziale delle esportazioni manifatturiere del 14,5% nel secondo trimestre 2010.

Il migliore andamento della domanda internazionale emerge anche dall'andamento degli ordini pervenuti alle imprese, con una dinamica di quelli esteri (+5,4%) più sostenuta rispetto agli ordini provenienti dal mercato interno (+2,0%) che evidenziano, fra l'altro, un leggero rallentamento rispetto al trimestre precedente. La situazione del mercato interno, che sta vivendo una situazione complessa a causa soprattutto della debolezza dei consumi, costituisce un elemento di preoccupazione soprattutto in prospettiva futura, nella misura in cui potrà costituire un elemento di ostacolo al consolidamento della fase di ripresa fin qui osservata.

Nonostante il ritorno alla crescita delle quotazioni delle materie prime, determinata non solo dal recupero della domanda mondiale ma anche dal riaffacciarsi di movimenti speculativi, i prezzi alla produzione sono avanzati di un modesto 1,4%. Anche la dinamica delle materie prime, associata ad una accresciuta instabilità dell'euro, può rappresentare un potenziale freno all'attuale fase di recupero.

La ripresa dell'attività produttiva ha comunque contribuito alla risalita del grado di utilizzo degli impianti, tornato sopra quota 75%. Questo dato, seppur incoraggiante, non riesce tuttavia a riportare ancora l'indicatore sui livelli medi precedenti alla crisi (76,8% nel periodo 2002-2007), evidenziando il persistere di una quota di capacità produttiva inutilizzata rispetto ai valori storici.

Anche in conseguenza di ciò, le imprese industriali incontrano notevoli difficoltà a mantenere invariati i propri organici. La profonda caduta produttiva del biennio 2008-2009, non ancora compensata dalle più favorevoli dinamiche di inizio 2010, continua a produrre nell'anno in corso i suoi negativi effetti sui livelli occupazionali: gli addetti al settore manifatturiero sono infatti diminuiti di 2,5 punti percentuali, sebbene tale flessione risulti più contenuta rispetto a quella registrata nel trimestre precedente. Ad evitare una contrazione dell'occupazione industriale ancora più marcata ha inoltre contribuito l'ampio ricorso alla cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria e in deroga). Secondo INPS, gli interventi di integrazione salariale complessivamente autorizzati al comparto manifatturiero toscano a carattere industriale hanno raggiunto, nel trimestre aprile-giugno 2010, circa 8,9 milioni di ore, mentre nel corrispondente periodo del 2009 toccavano i 7,6 milioni. Preoccupa inoltre rilevare come, nel trimestre considerato, le ore di Cassa Integrazione Straordinaria e in deroga (6,3 milioni) costituiscano interventi largamente più utilizzati rispetto a quelli della Cassa ordinaria (2,6 milioni), evidenziando il diffondersi di problematiche occupazionali la cui natura è di tipo strutturale.

 

Le dimensioni d'impresa

L'analisi complessiva degli indicatori, considerando le diverse categorie dimensionali d'azienda, evidenzia soprattutto lo spunto positivo della media impresa (50-249 addetti) che avanza del 10,5% in termini produttivi e del 12,2% in termini di fatturato, con un'accelerazione che interessa sia la domanda interna che quella estera.

Continuano invece ad evidenziarsi le difficoltà delle piccole unità produttive (da 10 a 49 addetti), realtà che rappresentano buona parte dell'universo delle imprese industriali della nostra regione. La piccola industria, pur mostrando alcuni segnali positivi, si attesta su ritmi di crescita molto modesti con riferimento sia alla produzione (+0,5%) che al fatturato (+1,8%), mentre continua la contrazione per gli ordinativi interni (-1,2%).

Rimangono ampiamente positivi, invece, i risultati delle grandi imprese (oltre 249 addetti), con produzione e fatturato che mettono a segno tassi di sviluppo ancora a due cifre (+21,0% la produzione e +15,7% il fatturato). Positive anche le dinamiche degli ordinativi, che sul fronte estero crescono del 16,0% e su quello interno del 6,1%.

 

I settori di attività

Un aspetto interessante dell'attuale recupero produttivo è costituito dall'elevato grado di diffusione settoriale, con una crescita che riguarda ben 14 comparti dei 15 monitorati. In particolare, sono da segnalare i comparti afferenti alla filiera edile, quali il legno-mobili (+8,9%) ed i minerali non metalliferi (+2,6%), che dopo nove trimestri consecutivi di flessioni tornano in terreno positivo.

Positiva anche l'accelerazione registrata dalle manifatture varie (+5,0% grazie a cartotecnica e raffinazione) e, soprattutto, dalla meccanica allargata che, nel periodo aprile-giugno 2010, registra una variazione addirittura a due cifre: punte rilevanti di crescita si registrano sia nel comparto dei metalli (+15,7%) che in quello dei mezzi di trasporto (+14,9%), dell'elettronica (+13,7%) e della meccanica (+10,7%), mentre in terreno negativo restano riparazioni e installazioni (-0,3%).

Una sostanziale battuta d'arresto si osserva nel comparto alimentare (+0,3%), interessato dalla contrazione dei consumi interni, e nel sistema moda (+1,7%), dove la forte crescita del comparto calzaturiero (+3,8%) si contrappone ai contenuti incrementi del tessile (+1,7%), dell'abbigliamento (+0,8%) e del pelli-cuoio (+0,5%).

Resta invece sempre sostenuta, sebbene in rallentamento, la crescita della chimica-farmaceutica-gomma-plastica che passa dal +19,7% del I trimestre 2010 al +5,0% del secondo. Si tratta di un rallentamento imputabile, in buona misura, alla fine della "emergenza vaccinazioni", che nei trimestri passati ha sostenuto il comparto della farmaceutica, la cui dinamica produttiva è passata infatti dal +60,1% del I trimestre dell'anno ad un più contenuto +4,5% nel II.

 

Aspettative per il III trimestre 2010

Sulla scia della ripresa produttiva anche le aspettative degli imprenditori per il terzo trimestre sono orientate ad un cauto ottimismo. L'indicatore relativo alla produzione mostra un saldo perequato tra "ottimisti" e "pessimisti" positivo di 6 punti percentuali, migliorando il risultato della precedente indagine, quando si segnava una sostanziale parità tra le due categorie (saldo pari a zero).

La risalita del "clima di fiducia" è tuttavia ascrivibile principalmente alle attese relative alla favorevole evoluzione della domanda proveniente dai mercati esteri (saldo positivo pari a +8 punti percentuali), mentre l'indicatore riguardante la domanda interna delinea una situazione meno propizia (saldo pari a +1). Il quadro delineato non è inoltre in grado di modificare in maniera sostanziale le attese relative all'occupazione, sempre pesantemente negative (-11 punti percentuali il saldo percentuale tra coloro che prevedono un aumento e coloro che, al contrario, prevedono una riduzione dei propri organici).

La forte selettività della ripresa in corso e l'incertezza che contraddistingue tuttora l'evoluzione del quadro di riferimento sembra infine gettare alcune ombre sulle prospettive di più lungo periodo: pur restando su livelli positivi, l'indicatore relativo alle previsioni di produzione ad un anno subisce infatti un ridimensionamento (portandosi a +12) rispetto al livello raggiunto nel corso dell'indagine precedente (+15).

 

 


 

 

Logo di Unioncamere Toscana

Il punto di vista del Presidente Pacini

"E' confortante rilevare come, nella prima parte del 2010, le imprese manifatturiere toscane abbiano saputo intercettare la ripresa in corso a livello internazionale, cogliendo in particolare le opportunità che si presentano sui mercati maggiormente dinamici. La vivacità produttiva delle imprese in grado di perseguire e differenziare i propri percorsi di internazionalizzazione, confermata tra l'altro dal +14,5% messo a segno dalle nostre esportazioni nel secondo trimestre, conferma che una parte significativa del nostro sistema imprenditoriale ha saputo mantenere e rafforzare anche in tempi di crisi i propri asset competitivi.

Ciò costituisce, tuttavia, una condizione necessaria ma non sufficiente per un più generalizzato rilancio dell'apparato manifatturiero toscano. Non può che preoccupare la situazione in cui versa il resto del sistema industriale toscano, fatto spesso di piccole imprese prevalentemente orientate alla domanda interna, non di rado in qualità di subfornitrici, intrappolate in un mercato che continua a caratterizzarsi per una situazione di forte debolezza, soprattutto sul fronte dei consumi.

Anche la continua contrazione dell'occupazione, pur in presenza del ritorno alla crescita di molti indicatori, segnala la presenza di forti criticità. Una diminuzione che, sebbene tamponata dal massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, avviene sempre di più con strumenti come la cassa integrazione straordinaria e in deroga evidenziando, quindi, problemi di carattere strutturale. Riteniamo pertanto necessario non solo portare avanti tutti quegli interventi di sostegno come la Cassa integrazione in deroga e i contratti di solidarietà, ma anche attivarsi per la riqualificazione del personale espulso dal sistema produttivo."

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