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  9a Giornata dell'Economia

 

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 c o m u n i c a t o s t a m p a

 
 
Migliorano le prospettive dell'economia toscana per il 2011
Aumenta la quota di imprese con fatturato in crescita, ma persistono ancora tensioni sul fronte della liquidità d'impresa
E' il quadro elaborato da Unioncamere Toscana per la Giornata dell'economia 2011
 
 
 

Firenze, 6 maggio 2011 -  Ad oltre due anni di distanza dalla crisi finanziaria che, con il suo passaggio, ha profondamente modificato la struttura dell'economia mondiale, Unioncamere Toscana ha realizzato un'indagine presso un campione di pmi toscane rilevando alcuni indicatori che evidenziano la prosecuzione del percorso di uscita dalla crisi avviato nel 2010. Uscita, che, ad ogni modo, si presenta fortemente differenziata in funzione dei diversi settori presi in esame e soprattutto, all'interno di ciascun settore, delle diverse tipologie di imprese che vi operano.

 

L'indagine su cui si basano queste indicazioni è stata condotta fra la fine di febbraio e la prima metà di marzo 2011 tramite interviste telefoniche a circa 1.000 PMI localizzate in Toscana e rappresentative di otto settori a livello regionale (agricoltura, sistema moda, metalmeccanica, altre manifatturiere, commercio, turismo, informatica, servizi alle imprese) e delle dieci province toscane (solo per il totale).

 

Il contesto in cui si inseriscono i risultati dell'indagine è quello di un 2010 in cui l'economia mondiale è tornata a crescere, anche se con caratteri fortemente disomogenei fra le differenti aree geo-economiche, ed in cui l'economia italiana conferma in pieno tutto il suo gap di competitività rispetto alle principali economie avanzate, mettendo a segno un tasso di crescita che risulta fra i più bassi (+1,3%) anche limitando il confronto ai soli paesi dell'Area Euro.

 

Il quadro toscano è quello di una economia in cui le vendite all'estero sono cresciute, nel 2010, in maniera consistente (+15,4% a valori correnti), trainando il recupero dell'industria manifatturiera regionale (+4,0% l'indicatore tendenziale della produzione). Gli incrementi più rilevanti di produzione e fatturato si sono concentrati soprattutto fra le imprese di maggiori dimensioni, principalmente in ragione di una propensione all'esportazione più elevata, ma anche fra le PMI toscane la quota di imprese con fatturato in aumento, in progressiva diminuzione fra il 2007 (14%) e il 2009 (6%), ha ripreso vigore nel 2010, raggiungendo il 15% del totale. Le tendenze registrate a consuntivo sembrano inoltre destinate a proseguire anche nel 2011 con previsioni di crescita per il 21% delle imprese, in ulteriore aumento rispetto alla chiusura del 2010.

 

Il miglioramento della situazione che caratterizza i mercati di riferimento ha fatto affluire nuove disponibilità presso le imprese, e ciò contribuisce a spiegare la riduzione dei casi di ricapitalizzazione dell'azienda con mezzi propri (dal 41% del 2009 al 27% del 2010) e di quelli in cui si è fatto ricorso all'indebitamento bancario (dal 30% al 17%). Tale ricorso resta tuttavia ancora legato, in prevalenza, alla necessità di far fronte alle necessità derivanti dalla gestione delle scorte e del capitale circolante, evidenziando persistenti problematiche sul fronte della gestione della liquidità e dei flussi di cassa che deriva da un rapporto fra tempi di incasso dai clienti e tempi di pagamento ai propri fornitori che resta squilibrato.

 

Grazie a migliori andamenti di mercato e ad un'attenuazione della necessità di reperire nuove risorse, anche la "congiuntura del credito" evidenzia un parziale rientro delle criticità che - particolarmente nella fase più acuta della crisi - hanno contrassegnato il rapporto fra sistema bancario e sistema delle imprese: la difficoltà di accesso al credito è infatti scesa dal 28% del 2009 al 20% della presente indagine, e dipende principalmente da fattori non di costo legati all'erogazione dei servizi finanziari (in particolare, richiesta di maggiori garanzie e minori concessioni di credito/scoperto).

 

Infine, analizzando le strategie delle aziende, una ulteriore conferma della seppur timida inversione di tendenza arriva dai comportamenti degli imprenditori, per i quali si segnala una diminuzione nel ricorso a misure "difensive": è comunque necessario sottolineare come resti comunque consistente la quota di imprese che stanno tentando di agire sulla compressione dei margini e sulla razionalizzazione dei costi per recuperare livelli accettabili di competitività e di redditività. La ricerca di maggiori livelli di efficienza si realizza peraltro operando un controllo lungo l'intera catena del valore, come testimonia una quota relativamente elevata di imprese che cercano di razionalizzare non soltanto i costi di produzione, ma anche quelli di di approvvigionamento e logistica.

 

Cresce al contrario l'adozione di strategie di risposta di carattere "aggressivo" e di riqualificazione dell'offerta, oltreché maggiormente proiettate in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Aumentano infatti le imprese che perseguono non soltanto percorsi di miglioramento della qualità dei prodotti/servizi offerti (54%), ma anche di ampliamento della gamma di offerta (23%) e di diversificazione dei mercati di sbocco, strategia perseguita dal 44% delle imprese.

 

Più in generale, è infine necessario sottolineare come un crescente numero di imprese stia cercando di affrontare il dopo-crisi attraverso la realizzazione di programmi di investimento (22%), la cui diffusione appare nel complesso in significativa crescita rispetto agli anni passati (17% tanto nel 2008 che nel 2009). Si tratta di una propensione che non interessa soltanto il manifatturiero (27%), ma anche informatica e servizi avanzati alle imprese (26%). Su livelli leggermente inferiori si collocano invece l'agricoltura (23%) ed il turismo (21%), mentre decisamente al di sotto - seppur anche in questo caso in risalita - si attesta il commercio (15%, era al 12% nel 2009 ed all'11% nel 2008).


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Il commento del Presidente Pierfrancesco Pacini

 

 

"Dopo la profonda recessione seguita alla crisi finanziaria del 2008, la ripartenza dell'economia mondiale sta avendo conseguenze benefiche anche per una parte del sistema economico regionale: la ripresa globale favorisce tuttavia solo chi è in grado di affrontare con successo la sfida dei mercati emergenti e, più in generale, dell'internazionalizzazione.

 

L'indagine che Unioncamere Toscana ha realizzato in occasione della Giornata dell'Economia sottolinea infatti che le « prove di ripresa » riguardano per il momento soprattutto una parte del manifatturiero e dei servizi a maggior valore aggiunto, mentre restano in larga parte esclusi i settori e le imprese più orientate al mercato interno.

 

Occorre inoltre sottolineare come restino tuttora irrisolte alcune problematicità sul fronte della gestione della liquidità: la principale motivazione alla base del ricorso al credito bancario risiede infatti nella necessità per le imprese di coprire il fabbisogno connesso alla gestione delle scorte e del capitale circolante, lasciando trasparire una persistente debolezza di fondo delle condizioni finanziarie delle imprese.

 

Non c'è dubbio che la predisposizione di strumenti per facilitare il reperimento  di idonee risorse sia per la gestione operativa che per la crescita aziendale resti un tema centrale anche in questa fase di uscita dalla crisi, per non compromettere un percorso che si annuncia comunque incerto e difficile.

 

Le pmi toscane stanno cercando di reagire, in misura crescente, ponendo in essere strategie di medio-lungo periodo e non soltanto di natura meramente «difensiva», come avvenuto durante la fase più acuta della crisi, finalizzate soprattutto alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali, al miglioramento dei prodotti ed all'ampliamento della propria gamma di offerta.

 

Insieme a queste, restano inoltre centrali tutte quelle iniziative volte a tenere sotto controllo la dinamica dei costi ed il grado di efficienza aziendale, requisito indispensabile -insieme ai precedenti- per poter competere sui mercati con un rapporto prezzo-qualità favorevole.

 

Non esistono -come si può vedere- soluzioni semplici ad una crisi che ha profondamente modificato lo scenario di riferimento, e che richiede al nostro tessuto economico un decisivo salto qualitativo anche sotto il profilo imprenditoriale e manageriale."

 

 

 

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