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  La Congiuntura manifatturiera in Toscana - II Trimestre 2011

 

 

 

 c o m u n i c a t o s t a m p a

 

Indagine congiunturale trimestrale Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana
Si stabilizza la crescita della produzione, in graduale recupero i livelli occupazionali: peggiorano tuttavia le aspettative sull'andamento della domanda internazionale
 
 

 Firenze, 23 Settembre 2011

 

 

Quadro generale       

                   

Il comparto manifatturiero toscano conferma, nel secondo trimestre 2011, il positivo andamento già evidenziato nel primo scorcio dell'anno. Secondo l'indagine trimestrale realizzata da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, nel periodo aprile-giugno 2011 la produzione industriale regionale ha fatto segnare un incremento del 3,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, confermando la performance di inizio anno. Si tratta del sesto trimestre consecutivo in positivo, ma i tassi di crescita registrati restano relativamente deboli per consentire il recupero, in tempi rapidi, dei livelli produttivi pre-crisi.

Si indebolisce inoltre il ritmo di crescita del fatturato, passato al +3,8% su base annua dopo il +4,8% di inizio anno. Su tale dinamica incide l'andamento dei prezzi alla produzione,  che rallenta al +2,7% dopo il +3,4% dei primi tre mesi dell'anno restando -comunque- su livelli relativamente alti per i rincari delle materie prime ormai rilevati da diversi trimestri. Anche l'ulteriore incremento degli ordinativi, con un +3,4% rispetto al secondo trimestre 2010, non modifica la consistenza del portafoglio ordini: questo, a fine trimestre, risultava in grado di assicurare mediamente 71 giorni di produzione, valore sostanzialmente invariato rispetto a quanto rilevato a marzo 2011.

Dopo aver mostrato i primi timidi segnali di ripresa nel corso del primo trimestre dell'anno, il dato occupazionale segnala un consolidamento della crescita: nel secondo trimestre 2011 la variazione dell'indicatore si porta infatti al +0,7% tendenziale, con i maggiori incrementi concentrati nelle grandi imprese.

I dati sulla Cassa Integrazioni Guadagni confermano in effetti il progressivo allentarsi delle tensioni sul mercato del lavoro: nel secondo trimestre 2011 le ore autorizzate al comparto manifatturiero sono diminuite complessivamente del 26,5% rispetto al corrispondente periodo del 2010. Tale risultato è dovuto alla forte riduzione del ricorso alle componenti ordinaria e in deroga, mentre per la CIG straordinaria si è registrato un nuovo incremento.

 

 

Le dimensioni d'impresa

 

A livello dimensionale, le piccole imprese (da 10 a 49 addetti) mostrano un lieve rallentamento della già flebile crescita produttiva, fermandosi al +1,5% dopo il +2,3% del trimestre precedente. In modo analogo, anche fatturato e ordinativi fanno segnare dinamiche modeste (rispettivamente +2,3% e +1,5%), mentre i livelli occupazionali tornano di poco in positivo (+0,2% il dato aggregato).

Ad eccezione del dato occupazionale, le migliori performance sono realizzate dalle medie imprese (50-249 addetti), che confermano il positivo andamento di produzione (+7,3%) e fatturato (+8,3%) mostrando, inoltre, una significativa crescita degli ordinativi, saliti dell'8,7% nel trimestre. Benché su ritmi contenuti, prosegue comunque il recupero anche dei livelli occupazionali: questi, dopo essere tornati in positivo nel corso del precedente trimestre, hanno fatto registrare un incremento dello 0,5% nel periodo in esame.

Si rafforza infine -nel trimestre- la crescita dei livelli produttivi per le grandi unità produttive (oltre 250 addetti), che si portano al +6,7% dopo il +4,6% del trimestre precedente. Dal lato della domanda, la crescita del fatturato si ferma al +2,8%, segnando un ulteriore rallentamento dopo quello di inizio anno: se a questo si aggiunge il forte incremento dei prezzi alla produzione (+6,6%), l'andamento diviene negativo in termini reali. Gli ordinativi mostrano nel complesso una dinamica lievemente positiva (+2,9%), con la componente estera che fa segnare un +8,2%. Da segnalare tuttavia che è in tale ambito che si registra la più accentuata ripresa dei livelli occupazionali, tornati a crescere su ritmi elevati (+3,0%).

 

 

I settori di attività

 

La ripresa produttiva in atto non interessa ancora tutti i settori produttivi, e conferma i principali andamenti già osservati nel corso della precedente rilevazione. Dei 15 settori monitorati, sei fanno segnare flessioni produttive: il legno e mobilio (-4,8%), i mezzi di trasporto (-4,0%), le riparazioni e installazioni (-0,6%), i minerali non metalliferi ed i metalli (-0,1%), le manifatture varie (-1,0%).

I restanti settori registrano incrementi produttivi, seppure con intensità differenti. Ancora modesta la crescita della produzione del comparto alimentare, che resta in positivo ma vede un incremento contenuto al 2,6%. Modesta anche la dinamica registrata da chimica, gomma, plastica (+1,1% dopo il +1,6% dello scorso trimestre), mentre la farmaceutica conferma il rimbalzo di inizio anno e mette a segno un +29,8%.

Resta positivo nel complesso l'andamento del comparto moda, con i settori di specializzazione (+4,9% il tessile, +2,9% l'abbigliamento, +16,3% il pelli e cuoio e +6,7% le calzature) che consolidano la ripresa produttiva già avviata nei precedenti trimestri.

Rallenta infine la crescita dei livelli produttivi per meccanica ed elettronica: la prima fa segnare un +7,3% dopo il +10,9% del trimestre precedente, mentre la seconda si ferma al +1,6% dopo che -nel primo scorcio dell'anno- aveva fatto registrare una crescita del +3,8%.

 

 

Aspettative per il III trimestre 2011

 

Malgrado i dati di consuntivo confermino -nel complesso- una relativa stabilità degli andamenti rispetto al marcato rallentamento che aveva caratterizzato la fine del 2010, le aspettative a breve termine degli imprenditori fanno registrare un lieve peggioramento del clima di fiducia da questi espresso. Il saldo perequato tra ottimisti e pessimisti, relativamente all'andamento produttivo del terzo trimestre dell'anno, si ferma infatti +14 punti percentuali, dopo il +15 della precedente rilevazione.

Occorre inoltre considerare che tali valori, rilevati a fine luglio, non incorporano ancora gli effetti che le forti turbolenze sui mercati finanziari -e le conseguenti manovre di aggiustamento finanziario cui i diversi governi nazionali hanno fatto ricorso- potrebbero nel frattempo aver avuto sul sentiment degli imprenditori toscani.

La situazione descritta dall'indagine trae comunque origine dai timori di un rallentamento della crescita globale, che già si erano affacciati prima dell'estate. Le aspettative sull'andamento della domanda estera sono infatti sensibilmente peggiorate (saldo pari a +8 p.p. contro il precedente +12), mentre quelle relative al mercato interno restano invariate (+11 p.p.).

La dinamica occupazionale, sebbene ancora in negativo nelle previsioni degli imprenditori, mostra infine un miglioramento, passando dai -5 p.p. della precedente rilevazione ai -3 punti percentuali previsti per terzo trimestre 2011.

 


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Il commento del Presidente Pacini    

 

 

 

 

 

 

"Dopo il rallentamento registrato nella seconda parte del 2010, la prima parte del 2011 si è chiusa positivamente ed all'insegna di una stabilizzazione dei ritmi di crescita: l'incremento della produzione industriale toscana è stato del 3,6% nel secondo trimestre, confermando dunque la performance di inizio anno. Tale recupero è stato inoltre accompagnato da una ripresa dei livelli occupazionali, più sostenuto rispetto a quanto rilevato fra gennaio e marzo.

 

Nonostante gli indicatori rilevati descrivano per il momento il proseguimento della fase di ripresa, occorre sottolineare come le preoccupazioni degli operatori per il prossimo futuro restino forti: già a luglio, e dunque prima delle vicende che hanno contrassegnato nelle ultime settimane lo scenario politico-economico nazionale ed internazionale, le aspettative degli imprenditori facevano infatti registrare un lieve peggioramento, scontando gli effetti di un crescente clima di incertezza -legato soprattutto ai timori di un rallentamento della crescita globale- e di una frenata dei fatturati aziendali.

 

Gli imprenditori non possono che guardare con apprensione ad un contesto di riferimento che, nel frattempo, è sensibilmente peggiorato: se le crescenti pressioni provenienti dai mercati finanziari e dalle Istituzioni europee -BCE in primis- hanno indotto il governo nazionale ad adottare nuove ed ulteriori misure per il necessario risanamento dei conti pubblici, l'interrogativo riguarda adesso l'impatto che la recente manovra potrà avere su una ripresa del "Sistema Italia" che -già prima dell'estate- appariva debole.

 

L'attesa flessione della domanda internazionale, che ha finora guidato la ripresa, avrà infatti effetti sulle vendite all'estero delle nostre imprese, mentre la persistente debolezza del mercato del lavoro e l'incremento della pressione fiscale incideranno sui consumi privati. In aggiunta, le tensioni in atto sui mercati finanziari rischiano di aumentare i costi per il finanziamento delle imprese, incidendo negativamente sulle decisioni di investimento.

 

È dunque indispensabile che l'intervento pubblico si concentri adesso su misure in grado di rilanciare la crescita e di rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo, definendo condizioni di contesto in grado di generare esternalità positive sul mondo delle imprese ed un quadro favorevole agli investimenti in nuove tecnologie e nell'up-grading delle risorse umane."

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