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  Il "Giro d'Italia delle donne che fanno impresa" fa tappa ad Arezzo

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"Il Giro d'Italia delle donne che fanno impresa" fa tappa ad Arezzo
Nel terzo trimestre 2011 aumentano dell'1,1% le aziende rosa e rappresentano il 24% del tessuto imprenditoriale regionale

 

Firenze, 17 novembre 2011 - Si svolgerà questa mattina ad Arezzo la seconda tappa del "Giro d'Italia delle donne che fanno impresa" con il seminario dal titolo "Stop! Lavoro… in corso".

La manifestazione itinerante, giunta alla sua quarta edizione, è organizzata dal Comitato per l'Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Arezzo in collaborazione con Unioncamere Toscana e l'Unione Italiana delle Camere di Commercio e con il supporto tecnico -organizzativo di Retecamere al fine di rappresentare e rendere visibile il ruolo e il contributo che le donne danno all'economia ed al sistema imprenditoriale italiano.

Il giro, che ha preso il via il 14 Novembre scorso a Macerata, conta sette tappe in altrettante città italiane per un viaggio tra le imprese femminili che vuole far conoscere storie di successo, individuare nuove opportunità, lanciare idee e progetti per favorire lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese.

Gli incontri si incentrano su temi e soggetti protagonisti dello sviluppo locale con le sue vocazioni nelle differenti realtà valorizzando il legame delle donne imprenditrici con il territorio.

Alla tappa aretina hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Tricca, Presidente Camera di Commercio di Arezzo e Vice Presidente Unioncamere Toscana, Giuseppe Salvini, Segretario generale Camera di commercio di Arezzo, Anna Lapini, presidente del Comitato imprenditoria femminile IFE, Enrico Ciabatti, Segretario Generale Unioncamere Toscana Barbara Longo, referente per l'imprenditoria femminile per Unioncamere, Simona Brusco, esperta in orientamento e Mariangela Gritta Grainer di Retecamere.

L'incontro si è svolto nella sede della Camera di Commercio di Arezzo, presso i locali Borsa merci, in Piazza del Risorgimento.

La tappa toscana del "Giro d'Italia delle donne che fanno impresa" si inserisce in un quadro regionale che vede l'imprenditoria femminile rappresentare un capitolo positivo della difficile situazione congiunturale. I dati dell'Osservatorio Regionale sulle Imprese Femminili di Unioncamere Toscana, elaborati su banca dati di Unioncamere (Osservatorio Nazionale Unioncamere) - Infocamere ,  al 30 settembre 2011, rivelano che, rispetto al terzo trimestre 2010, continua l'andamento positivo per le imprese "rosa" della Toscana, aumentate in dodici mesi dell'1,1%, crescita maggiore sia rispetto alla media nazionale (+0,6%) che ai dati registrati dalle aziende maschili (+0,1%), nonostante il tasso di crescita abbia subito un rallentamento passando dal +2,8% di fine settembre 2010 al +1,1.

Il confronto con le altre regioni italiane colloca la Toscana al quinto posto nella graduatoria del tasso di crescita dell'imprenditoria femminile, preceduta da Lazio (+1,4%), Umbria (+1,3%), Calabria e Veneto (+1,2%). L'impulso più consistente arriva dalla provincia di Prato, prima provincia anche nella classifica nazionale, con un aumento di imprese femminili su base annua del 2,9%, seguita da Arezzo (+2,1%), quinto posto nella classifica nazionale, Pistoia (+1,7%) e Pisa (+1,6%). Firenze e Siena rivelano un andamento più lento (+0,9% e +0,7%) ma comunque superiore alla media nazionale, mentre stagnano Livorno, Lucca, Massa Carrara e Grosseto che presentano tassi di crescita variabili dal +0,1% al +0,5%.

Paragonando questi andamenti con quelli delle imprese non femminili emerge che, in sei province della regione, le aziende delle donne sono in espansione mentre quelle maschili stiano attraversando una fase involutiva (Pistoia -1,1%, Firenze e Grosseto -0,4%, Prato e Siena -0,3%, Lucca -0,2%).

A livello di macroarea la Toscana presenta due andamenti diversi tra le imprese femminili e quelle maschili: le prime registrano uno sviluppo maggiore nell'area interna (+1,5%) rispetto a quella costiera (+0,6%), mentre le non femminili perdono unità aziendali all'interno (-0,4%) e le aumentano nell'area costiera (+0,8%).

In Toscana le imprese femminili rappresentano il 24% del tessuto imprenditoriale regionale, quota superiore alla media nazionale pari al 23,4%, con una crescita del tasso di femminilizzazione (peso che le aziende guidate da donne hanno all'interno del sistema imprenditoriale) doppia rispetto al dato medio italiano (+0,2% contro +0,1%). A livello provinciale il tasso più elevato di imprese a maggioranza femminile lo ha Grosseto con il 29,2%, seguono Livorno (27,2%), e Prato, Massa Carrara, Siena (25% circa) mentre Firenze e Lucca con tassi vicini al 22% risultano al di sotto della media regionale e nazionale.

Analizzando la forma giuridica delle imprese femminili i dati, alla fine di settembre 2011, confermano la numerosità delle Ditte individuali pari al 58,7% delle aziende femminili toscane con un incremento dell'1,3%, seguite dalle Società di persone (24,9% ) diminuite rispetto all'anno scorso dello 0,9% e dalle Società di capitali (14,8%) aumentate invece del 3,3%, dato che dimostra la preferenza per forme d'impresa più strutturate che comportano maggiore solidità organizzativa e patrimoniale. Il costante aumento di Ditte individuali potrebbe spiegarsi col fatto che in Toscana le attività in proprio permettono un ingresso facilitato al mercato del lavoro ma non si tratta necessariamente di un segnale positivo in quanto questa forma giuridica, di più facile costituzione, può al contempo rappresentare un fattore di fragilità del sistema imprenditoriale.

Da settembre 2010, i settori in cui le aziende femminili toscane si sono maggiormente sviluppate sono: le attività immobiliari (+203 unità, +3,1%) e quelle turistiche (+180 imprese, +1,9%), seguite dalle costruzioni e dalle attività industriali.

Crescono anche tutte le attività del terziario, con lo sviluppo maggiore registrato nelle altre attività dei servizi (+1,9%) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche ( +3,0%), fatta eccezione per il settore trasporto e magazzinaggio che diminuisce del 2,2%.

L'agricoltura col 14% del totale di aziende in rosa, terzo settore più femminilizzato della Toscana, continua a perdere unità con un tasso di variazione del -1,4% rispetto al III trimestre 2010. L'industria manifatturiera col 13% di aziende femminili mostra un andamento positivo, con un aumento di 134 unità (+1,1%), a dispetto del trend delle aziende maschili che presentano una contrazione dell'1,1%. Il commercio che risulta il settore a maggior concentrazione d'iniziative imprenditoriali femminili, con un alto tasso di femminilizzazione (27,4%) riporta una crescita di 104 aziende (+0,4%), superiore a quella registrata dalle imprese maschili pari al +0,2%.

I dati al 30 settembre 2011 confermano la particolare vocazione delle imprenditrici toscane verso i servizi alla persona: sanità e assistenza sociale, dove si ha un 43,1% di attività a conduzione femminile (un'impresa su due).Seguono turismo, istruzione e noleggio (femminile un'azienda su tre), con un'incidenza sul tessuto imprenditoriale toscano superiore al 30%.


Il punto di vista di Giovanni Tricca
Presidente della Camera di Commercio di Arezzo e Vice Presidente di Unioncamere Toscana

 

 "L'evento che si svolge oggi ad Arezzo è un'occasione importante per riflettere sul ruolo delle donne nel tessuto economico toscano. In un settore, quello dell'imprenditoria, dove non esiste la concezione di quote rosa, l'universo femminile guadagna terreno anno dopo anno e mese dopo mese, arrivando adesso a rappresentare quasi un quarto (il 24%) delle aziende sul territorio per un totale di 100.351 imprese femminili, 1.080 unità (+ 1,1%) in più rispetto a settembre 2011 rispetto al 2010. Non solo, in Toscana ritroviamo alcune eccellenze nazionali: Prato si conferma la provincia italiana a maggior sviluppo di attività imprenditoriali femminili, Arezzo si aggiudica il quinto posto. Infine, l'avanzata rosa fa da contrappeso ad una situazione di crescente difficoltà delle aziende maschili(+0,1% pari a +296 unità).

 


 

Anna Lapini, Presidente del Comitato per la Promozione dell'imprenditoria della CCIAA di Arezzo, ha così commentato:

"Occorre dare maggiore fiducia alle donne che si mettono in proprio, poiché l'imprenditoria rosa rappresenta una risorsa importante nell'ambito dello sviluppo economico locale. I dati che vengono presentati oggi sono incoraggianti, perché mettono in evidenza la dinamicità del territorio e la possibilità di sviluppare e realizzare nuove idee imprenditoriali. Tuttavia, "il saper fare" da solo, soprattutto nei momenti di crisi, non basta: occorre mettere in campo gli strumenti necessari per tradurre queste competenze in progetti sostenibili anche nel lungo periodo. In altre parole è necessario intervenire sulla formazione e al contempo creare nuove opportunità per favorire l'accesso al credito alle donne nell'obiettivo di sostenerle a fare impresa. Auspichiamo che dalla conoscenza delle storie di successo e dal confronto con le imprenditrici più all'avanguardia possano nascere nuove opportunità per l'economia rosa e di conseguenza per tutta l'economia regionale."

 

 

 

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