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  L'Imprenditoria Femminile nel quarto trimestre 2011

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c o m u n i c a t o s t a m p a

 

 

Toscana rosa: a fine 2011 le imprese femminili superano le 100mila unità

Al terzo posto in Italia per tasso di crescita delle aziende guidate da donne.

Una impresa femminile su 10 è giovanile

 

 

Firenze, 29 marzo 2012 - A fine 2011 in Toscana il 24% del totale delle imprese è femminile, superano quota 100mila e sono più frequentemente a conduzione giovanile rispetto a quelle condotte da uomini - il 12% delle imprese femminili è guidato da donne under 35 anni (il 10,4% per le aziende non femminili).

 

Nei dodici mesi del 2011, le imprese femminili toscane sono aumentate dello 0,7% (in assoluto +714 unità) mentre le aziende non femminili hanno registrato un calo dello 0,2% (-535 unità): si nota comunque un certo rallentamento rispetto al 2010, quando il tasso di sviluppo dell'imprenditoria femminile era dell'1,6%. La Toscana si afferma al terzo posto, in termini di tasso di crescita di aziende "rosa", preceduta solo da Lazio (+1,3%) e Lombardia (+0,9%) ed in linea con Marche, Veneto ed Emilia Romagna.

 

In regione la spinta maggiore alla crescita del tessuto imprenditoriale femminile viene dalle province di Prato e Arezzo (+2,2% e + 1,8%), seguite da Firenze e Pistoia (+1,0% entrambe), inversione di tendenza invece per le province di Massa Carrara, Lucca e Livorno (da -0,1% a -0,5%).  L'imprenditoria maschile affronta invece maggiori difficoltà dove l'imprenditoria femminile è più dinamica: Pistoia (+1,0% per le femminili contro -1,1% per le maschili), Prato (+2,2% contro -0,7%) e Firenze (+1,0% contro -0,7%).

 

Quanto al tasso di femminilizzazione, ossia la quota di imprese "rosa" sul totale delle imprese, il dato toscano del 24% - in aumento dello 0,2% rispetto al 2010 - supera di mezzo punto percentuale la media nazionale (23,5%).

 

Nel 2011 il binomio donna-impresa ha dunque fatto un nuovo passo in avanti in termini di contributo allo sviluppo imprenditoriale della nostra regione: contribuisce in parte a tale fenomeno un contesto di difficoltà congiunturali che hanno ridotto le possibilità di lavoro non autonomo soprattutto delle donne (gli avviamenti al lavoro, fra settembre 2009 e settembre 2011, sono cresciuti del 2,3% per gli uomini, sono diminuiti del 2,5% per le donne), spingendo probabilmente queste ultime a posizionarsi sul mercato del lavoro attraverso forme di autoimpiego, come sembra confermare anche l'aumento delle ditte individuali (+0,8%). Questa tipologia giuridica resta inoltre quella più ampiamente diffusa fra le donne imprenditrici (58,8%), seguite dalle società di persone (il 24,8%, in trend calante) e dalle società di capitali (il 14,9%, in netto aumento), mentre le cooperative rappresentano appena l'1,2%.

 

Per quanto riguarda i settori di attività economica, il commercio è in lieve calo ma continua a essere quello a maggior concentrazione di aziende femminili (27,8% del totale delle imprese rosa), nel manifatturiero le unità imprenditoriali guidate da donne sono il 12,8%, in aumento dello 0,7%, grazie alla vivacità del comparto moda. In agricoltura un'azienda su tre è femminile, ma il trend è sempre in calo, mentre prosegue l'interesse delle donne per l'edilizia (+2,1% nel 2011), anche se resta un comparto a bassa presenza femminile. Molto dinamici il settore turistico e quello immobiliare (+2,4% e +2,2%), così come le attività sanitarie, d'istruzione, di servizio alle imprese ed alla persona, ottima la performance delle imprese femminili dei servizi d'informazione e comunicazione (+2,9%).

  

 Le attività finanziarie e assicurative e le costruzioni sono quelle dove si registra l'incidenza maggiore di aziende femminili under 35 (il 19% e il 15% delle imprese femminili complessivamente operanti nei settori considerati), mentre l'agricoltura e le attività immobiliari si distinguono per le quote più basse di aziende giovanili (circa il 6%).

 

A fine 2011, in Toscana si contano 11.085 imprese femminili straniere con prevalenza di soggetti provenienti dai Paesi Extra Comunitari (8,2% pari a 8.200 unità). Considerando che mediamente in Italia la quota di aziende guidate da donne straniere è del 7,3%, la Toscana risulta la regione con l'incidenza più elevata di imprenditoria straniera, sia femminile che maschile (l'11% in entrambi i generi di impresa), primato legato essenzialmente alla forte presenza di aziende, perlopiù cinesi, in provincia di Prato.


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Il punto di vista del Presidente Pierfrancescoi Pacini

 

"Rallenta il trend di crescita ma continua ad aumentare in Toscana il numero delle donne che fanno impresa. Alla fine del 2011 sono più di 100mila e rappresentano una delle categorie più dinamiche del tessuto economico regionale.

 

La Toscana si conferma una regione rosa, superando di mezzo punto percentuale il tasso di femminilizzazione nazionale. Un buon risultato anche se l'aumento dello 0,2% dell'incidenza delle aziende femminili all'interno del sistema imprenditoriale toscano dal 2010 al 2011 è dovuto anche all'attuale contesto di difficoltà congiunturali. Aumenta l'imprenditoria femminile perché si riducono le possibilità di lavoro dipendente soprattutto per le donne, che vengono così spinte a posizionarsi sul mercato del lavoro attraverso l'impresa.

 

Proprio perché aprire un'attività diventa una delle poche possibilità di affermazione professionale per le donne, il Sistema Camerale si impegna da sempre a sostenere l'imprenditoria femminile, ad esempio attraverso iniziative come BusyNess Women che investono su percorsi di mentoring fra imprenditrici affermate e aspiranti imprenditrici, piuttosto che promuovendo corsi di formazione specifici. Ma non basta: perché le donne possano raggiungere importanti livelli di produttività ed esprimere il loro potenziale per contribuire alla crescita economica del territorio sono necessari interventi congiunti tra istituzioni che coinvolgano il Welfare.

 

Possibilmente, con una attenzione particolare per le donne straniere, considerato che lo sviluppo generale delle imprese guidate da donne nel 2011 è riconducibile nella maggior parte dei casi alla vivacità delle straniere, soprattutto extracomunitarie".

 

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