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  La crisi frena anche l’imprenditoria femminile - I dati del I Trimestre 2012

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c o m u n i c a t o s t a m p a

 

 

La crisi frena anche l'imprenditoria femminile

Nel primo trimestre 2012 si interrompe il trend di forte sviluppo della Toscana rosa.
Le imprese femminili ferme al 24% con 99.395 unità, sono in media più giovanili di quelle maschili
Una su dieci è guidata da donne straniere, in aumento la percentuale di imprese extra - UE

 

 

Firenze, XX giugno 2012 - Il primo trimestre 2012 vede una battuta di arresto dello sviluppo delle imprese femminili in Toscana, che restano ferme al 24% del totale delle imprese (99.395 unità su 414.885), dopo l'aumento del 4,1% (+3.930 unità) registrato dal 2009 al 2011. Un risultato comunque migliore di quello dell'imprenditoria maschile (-0,5% pari a 1.728 unità perse in dodici mesi), contro il calo di sole 9 aziende femminili.

 

A livello territoriale si notano andamenti eterogenei: l'imprenditoria femminile continua a svilupparsi all'interno della Toscana, con la provincia di Arezzo in testa (+2,0%, +185 unità nel periodo marzo 2011-2012), seguita da Pistoia e Prato (+0,6 e +0,5% pari a 80 unità complessive in più), mentre le province costiere registrano una forte diminuzione: -1,7% a Livorno e -1,2% a Lucca, pari a -130 unità in ciascuna provincia. Anche in questo caso, da segnalare che l'imprenditoria femminile cresce laddove è in atto un'involuzione di quella maschile.

 

La maggior parte delle aziende "in rosa" della Toscana opera nel settore del commercio (il 27,7%) e dei servizi (il 37,3%), dove sono nate 260 nuove imprese da marzo 2011 a marzo 2012, fra attività turistiche di alloggio e ristorazione e aziende di informazione e comunicazione. Calano le imprese rosa nel commercio (-0,5%) e in agricoltura (-1,5%). Anche il manifatturiero, dove le imprese gestite da donne sono il 12,7%, registra una diminuzione (-0,7% pari a -84 unità) che abbraccia gran parte delle attività - eccetto cuoio-calzature (+31 imprese) e installazioni-riparazioni d'impianti (+26) - e colpisce soprattutto la filiera del tessile-abbigliamento (-87 aziende).

 

In termini di forma giuridica, aumentano le Ditte individuali (il 60% delle aziende guidate da donne) seppur su ritmi più lenti del passato (+98 unità, +0,2%). Stessa dinamica per le Società di capitali ( +0,4% e +53 unità). Calano le Società di persone (- 0,6%) e ancor più bruscamente le Cooperative femminili (-3,5%).

 

Da segnalare come le imprese femminili continuino ad essere mediamente più giovanili di quelle maschili: il 10,7% di imprese femminili è guidato da under 35 contro il 9,2% di quelle maschili, nonostante un calo del 2,2% (-239 unità) delle imprese femminili giovanili a marzo 2012.

 

Le imprese femminili nell'11,3% dei casi sono guidate da donne straniere e l'imprenditoria femminile di origine non italiana continua ad espandersi (+6,5% il tasso di crescita di marzo 2012 rispetto a marzo 2011 pari a 680 aziende in più), soprattutto grazie alla vivacità imprenditoriale delle extracomunitarie che superano le 8.300 unità, mentre le imprese guidate da italiane (88mila), calando di altrettante 690 unità (-0,8%), determinano lo stop alla crescita dell'imprenditoria femminile complessiva.


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Il commento del Presidente Galgani

 

"Il 2012 si apre con un'imprenditoria femminile che, anche se ha smesso di crescere, tiene stretti gli spazi conquistati negli ultimi anni, anche se mostra al suo interno dinamiche contrapposte: da una parte donne non più giovani e straniere che continuano a fare impresa, dall'altra giovani italiane che, in un contesto di difficoltà congiunturali come quello attuale, nutrono scarsa fiducia nelle opportunità offerte dal lavoro autonomo.

Dai dati si evince che il binomio donna-impresa resta vincente solo nel caso di donne non più giovani o provenienti da paesi stranieri.

Occorrono atti politici affinché tutte le donne possano dare il loro contributo all'economia regionale, già duramente colpita sotto più aspetti: la conservazione dei capisaldi del welfare e azioni di sostegno per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sono le parole chiave per dare impulsi positivi all'economia rosa, che copre un quarto delle nostre imprese."

 

 

 

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