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  L'occupazione in Toscana - Le previsioni del Rapporto Excelsior per il 2013

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Toscana: nel 2013 saldo negativo di 17.300 posti di lavoro
Scende al 13,5% la quota di imprese che intendono assumere almeno un dipendente nel 2013

 

Firenze, 21 ottobre 2013 - E' negativo il bilancio occupazionale 2013 della Toscana secondo l'indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere e Ministero del lavoro sulle imprese private con almeno un dipendente. Per l'anno in corso è prevista una perdita di circa 17.300 posti di lavoro; questo è il risultato della differenza tra 50.500 entrate e 67.800 uscite di lavoratori dalle imprese toscane. La forte contrazione occupazionale è determinata per lo più dai rapporti di lavoro dipendente, sia stabili che a termine, per i quali il saldo è negativo per 15.900 unità. La crisi tuttavia non risparmia neppure i lavoratori "atipici": si prevedono negativi i saldi per le somministrazioni di lavoro interinale (-830) e le collaborazioni a progetto (-970), fanno eccezione solamente le "altre" modalità di lavoro indipendente (collaborazioni occasionali e incarichi a professionisti con partita IVA), per i quali si prevede un saldo positivo di +400 unità.

 

Il lasso temporale con cui gli effetti del ciclo economico si ripercuotono sull'occupazione, e il periodo di realizzazione delle interviste - nel primo semestre dell'anno, quando le aspettative erano più orientate al pessimismo - contribuisce a deprimere ulteriormente le previsioni occupazionali formulate dalle imprese toscane per il 2013, anche se gli indicatori congiunturali al momento disponibili sembrano segnalare anche per la Toscana il raggiungimento del punto di minimo.

 

Le variazioni previste nell'occupazione dipendente

 

Passando all'analisi della sola occupazione dipendente, dall'indagine emerge che in Toscana solo il 13,5% delle imprese private con almeno un dipendente prevede di assumere lavoratori nel corso del 2013. Tale quota, più esigua persino di quella del 2012 (14,0%), secondo le previsioni formulate dalle imprese genererà nel corso dell'anno 38.340 assunzioni di lavoratori dipendenti, un numero insufficiente a compensare le 54.240 uscite previste nel medesimo periodo. Come già detto, ne risulterà un saldo tra lavoratori in ingresso e lavoratori in uscita dal mercato del lavoro pari a -15.900 unità, per un tasso di variazione occupazionale atteso di -2,1%: un dato preoccupante anche se in linea con la media nazionale (-2,2%).

 

Le microimprese (1-9 dipendenti), con un tasso di variazione del -4,3% e un saldo tra entrate e uscite previste di -10.410 unità, sono responsabili di circa due terzi delle perdite di posti di lavoro previste per il 2013. Non riescono però a mantenere i livelli occupazionali neppure le imprese più strutturate: si prevede infatti un tasso di variazione del -1,4% per le imprese con un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49, e perdite meno gravi ma comunque significative per le classi dimensionali superiori, con un -1,1% per le medie imprese (tra 50 e 249 dipendenti) ed un -0,8% per le grandi imprese (250 dipendenti e oltre).

 

Il peggioramento delle condizioni occupazionali non risparmia alcun settore di attività economica. Sono le imprese dell'edilizia a prevedere la più consistente contrazione occupazionale (-4,1% per 2.390 posti di lavoro in meno), peggiorando ulteriormente le già fosche previsioni relative al 2012 (-3,8%). In accentuata crisi occupazionale anche le imprese del commercio (-2,8% per 3.560 unità in meno), mentre in termini relativi sono più contenute le perdite occupazionali degli altri servizi (-1,9%, -5.950) e dell'industria (-1,5%, -4.010).

Neppure passando a un'analisi settoriale di maggior dettaglio è possibile riscontrare comparti che prevedono una crescita occupazionale. All'interno del comparto industriale riescono a contenere le perdite entro un punto percentuale solamente le imprese cartarie (-0,6%) e di fabbricazione di macchinari (-1,0%) e, tra le imprese del terziario, informatica-telecomunicazioni e servizi sociali (entrambi -0,8%). Sono invece più accentuate le contrazioni occupazionali previste per industria alimentare (-2,2%), legno (-3,2%), estrattivo (-2,4%), turismo e ristorazione (-3,9%), servizi ricreativi culturali e alla persona (-3,4%).

 

Le caratteristiche delle assunzioni programmate dalle imprese

 

Per quanto riguarda la tipologia di contratto che verrà proposto ai nuovi occupati dipendenti, si tratterà di un contratto a tempo indeterminato solo nel 19,8% dei casi (circa 7.580 assunzioni previste), mentre oltre il 38% delle entrate avrà carattere stagionale e un quarto delle assunzioni si configurerà come un rapporto di lavoro a tempo determinato finalizzato alla sostituzione temporanea di personale o alla copertura di un picco di attività. L'8,3% sarà poi un rapporto lavorativo a tempo determinato, che potrebbe però in seguito stabilizzarsi poiché finalizzato alla prova di nuovo personale, ed il 7,8% delle entrate avverranno sotto forma di contratto di apprendistato o di inserimento.

 

L'unica nota positiva giunge dalle caratteristiche qualitative della domanda di lavoro: sale infatti all'8,7% la quota di laureati richiesti dalle imprese toscane e risulta in aumento in termini relativi anche la domanda di diplomati (41,4%), che si conferma il titolo di studio di gran lunga più richiesto, a scapito dei lavoratori con qualifica professionale (12,0%) e di quelli per i quali non è richiesta una formazione specifica (37,9%).

 

Tra i gruppi professionali la maggioranza relativa delle assunzioni riguarderà le professioni commerciali e nei servizi che, sia pure in riduzione rispetto al 2012 rappresentano ancora il 40,6% del totale (15.550 entrate previste), mentre quote più limitate di entrate sono previste per gli altri raggruppamenti: dirigenti e professioni tecniche e specialistiche, con circa 5.090 assunzioni previste, rappresentano il 13,3% del totale, gli operai specializzati il 14,1% delle assunzioni (5.390 in valore assoluto), mentre impiegati, conduttori di impianti e professioni non qualificate, con quote in riduzione rispetto al 2012, rappresentano rispettivamente il 12, il 7 e il 13% del totale. L'unico gruppo professionale per il quale è previsto un incremento del numero di assunzioni è quello degli operai specializzati (+35%), mentre dirigenti e professioni tecnico-specialistiche, pur aumentando la propria quota, diminuiscono in termini assoluti del 4%.

 

 

Scendendo maggiormente nel dettaglio, i profili professionali in assoluto più ricercati dalle imprese sono quelli connessi alle attività ricettive e di ristorazione: ai primi posti si collocano camerieri (5.060 assunzioni previste), commessi (3.470), addetti ai servizi di pulizia (2.790), cuochi (2.210). Tra i lavoratori high-skill sono invece maggiormente richiesti contabili (770) e tecnici della vendita e della distribuzione (310), e tra gli operai specializzati muratori (890) e conduttori di mezzi pesanti e camion (510).

 

"Purtroppo nel 2013 si sta aggravando la crisi del mercato del lavoro toscano - è il commento del Presidente di Unioncamere Toscana, Vasco Galgani -. La perdita di posti di lavoro colpisce soprattutto i contratti da dipendente, resistono e anzi avanzano, seppure in piccola parte, solo le collaborazioni occasionali o gli incarichi a Partita Iva. L'augurio è che gli incentivi per le assunzioni, che dovranno essere regolati prima dell'entrata in vigore della legge di stabilità, possano consentire un'inversione di tendenza. Il Sistema camerale, con iniziative quali il progetto di "Alternanza scuola-lavoro", è a fianco dei giovani per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro. Lo stesso Sistema Informativo Excelsior rappresenta un utile strumento per la programmazione di un'offerta formativa rispondente ai profili professionali e alle competenze richieste dalle imprese del territorio.  E' fondamentale inoltre impegnarsi a ridurre il carico burocratico e il peso fiscale per liberare risorse e accelerare la ripresa. Auguriamoci che questo possa davvero accadere perché è l'unica via per far ripartire il Paese".

 

 

 

Ufficio stampa
 
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