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  Rapporto Movimprese IV trimestre 2013 su natalità e mortalità delle imprese toscane

 

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IMPRESE - TOSCANA
Il numero di nuove imprese cresce anche in tempo di crisi
In aumento le forme giuridiche "complesse", in crisi profonda il modello imprenditoriale artigiano. Più servizi, sempre meno aziende agricole e di costruzioni

 

Firenze, 6 febbraio - In aumento le iscrizioni di nuove imprese ai registri delle Camere di Commercio della Toscana: nell'ultimo trimestre del 2013 sono nate 6.373 imprese (+ 5,6% rispetto a ottobre-dicembre 2012) ed iscritte 2.622 nuove unità locali (+8,6%). Se, a fine 2013, la natalità imprenditoriale appare in ripresa ed il fenomeno delle chiusure - sebbene su livelli storicamente elevati - sembra in attenuazione (le 6.250 imprese chiuse negli ultimi tre mesi dell'anno sono in diminuzione del 3,7% rispetto all'analogo periodo del 2012), un campanello d'allarme continua a provenire dal numero d'imprese in difficoltà: sono 2.231 le aziende toscane entrate in scioglimento e liquidazione in soli tre mesi (da ottobre a dicembre), in aumento del 9,6% su base annua. Altro dato preoccupante: sono 280 i fallimenti avvenuti nel quarto trimestre 2013 e 66 le aziende che hanno aperto concordati fallimentari o preventivi oppure accordi di ristrutturazione debiti, in aumento del 30% rispetto a ottobre-dicembre 2012.

 

 

Secondo Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana, "le imprese continuano a nascere e questo non può essere che un messaggio positivo, soprattutto laddove il fare impresa è espressione dei saperi legati al territorio. Tuttavia i numeri ancora non indicano tempi certi per l'uscita dalla crisi. Per questo servono interventi urgenti tesi alla crescita e all'occupazione. Il sistema camerale intanto può lavorare per indirizzare al meglio le scelte di chi apre un'impresa, puntando sui settori che offrono le maggiori opportunità di successo, e rafforzare quelle reti che costruiscono la fiducia, migliorando qualità ed efficienza dei servizi offerti. Altrettanto importante è poi continuare a promuovere le peculiarità regionali e la ricerca di nuovi mercati."

 

Nel corso dell'intero 2013, nonostante le difficoltà, le iscrizioni di nuove imprese (oltre 28 mila) hanno continuato a superare il numero di cessazioni (circa 27 mila), per un saldo positivo di 1.336 imprese ed un numero d'imprese con sede in Toscana che, alla fine dell'anno, era pari a 414.563 unità: malgrado ciò. il tasso di crescita imprenditoriale (pari al +0,3%) resta su livelli molto modesti.

 

A influire in modo pesante sulla scarsa vitalità dell'imprenditoria toscana, e più in generale italiana, è l'intensificarsi della crisi nel mondo artigiano, che dal 2009 registra più chiusure che aperture aziendali (nel 2013 l'artigianato toscano ha perso 11.189 imprese e ne ha viste nascere solo 8.757).

Le imprese artigiane, che in Toscana rappresentano il 27% del sistema e che in massima parte sono ditte individuali, risultano dunque in forte diminuzione (-2.432 imprese); diversamente, le imprese non artigiane si espandono (+3.768 unità), grazie ad un tasso di mortalità dimezzato rispetto alle artigiane (il 5% contro il 10%).

 

In termini di natura giuridica, nel 2013 si sono sviluppate le forme più "complesse" d'impresa: le società di capitali (2.352 unità in più rispetto al 2012) - ormai un quarto delle imprese toscane - e le altre forme giuridiche (+1.377), fra cui rientrano le società cooperative e quelle consortili. Sono invece diminuite le forme giuridiche più "semplici": le società di persone (-426 unità) e le imprese individuali (-1.967). Queste ultime, nonostante la forte contrazione registrata negli ultimi due anni, rappresentano ancora la metà delle aziende toscane e hanno determinato il 65% delle iscrizioni ed il 74% delle cessazioni avvenute nel 2013.

 

A livello settoriale, edilizia e agricoltura perdono imprese a tutta velocità. Per l'agricoltura il ridursi delle aziende (-1.051 nel 2013) è divenuto ormai strutturale, mentre l'emorragia di imprese nell'edilizia (-1.689) è legata alle profonde difficoltà attraversate dal settore ed alla grave crisi del mondo artigiano operante nella filiera (in Toscana il 70% delle imprese dell'edilizia è artigiana, per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento).

 

Fra le attività industriali, gli unici bilanci positivi riguardano il comparto alimentare (+93 aziende), il chimico-farmaceutico (+13) e, nel sistema moda, la filiera abbigliamento-pelli-calzature (+108 imprese). Il tessile (-79 unità) ha invece continuato il processo di involuzione che negli ultimi 4 anni è costato la perdita di oltre 400 imprese, e fra gli altri comparti manifatturieri sia le attività della meccanica-elettronica che quelle del legno mobili (-145 unità) hanno registrato un saldo negativo, in quest'ultimo caso collegato alla perdurante crisi del sistema-casa.

 

Sotto il profilo settoriale, il positivo bilancio annuale è quindi riconducibile alla dinamicità dei servizi, attività commerciali e turistiche in primis. Il settore turistico (alberghi e ristoranti), che a fine 2013 conta 32.487 imprese in Toscana, è in forte espansione (+960 imprese), così come il commercio (+1.199) che, con 101.490 aziende, rappresenta un quarto del sistema imprenditoriale regionale. Il settore del terziario più dinamico, in termini relativi, è tuttavia quello dei servizi alle imprese (+5,3% per 524 unità aggiuntive), e contributi positivi al bilancio demografico provengono anche dalle attività immobiliari (+432 unità), da quelle finanziarie-assicurative (+260) e dai servizi pubblici, sociali e alla persona (+369).

 

Dati rilevati da Unioncamere Toscana e raccolti nel rapporto "Movimprese - IV trimestre e anno 2013" su nati-mortalità delle imprese toscane

 

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