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  Il Commercio Estero in Toscana nel I Trimestre 2014

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co m u n i c a t o s t a m p a

 

I trimestre 2014: in rallentamento, ma ancora positivo, l'andamento dell'export toscano (+2,1% al netto del valore dei metalli preziosi)
Mercati europei di nuovo in difficoltà, trainano Stati Uniti ed Estremo Oriente. Bene sistema-moda, oreficeria ed agroalimentare, difficoltà per i comparti dell'ingegneria meccanica ed elettronica

 

Firenze, 26 giugno 2014 - Il 2014 si apre con un nuovo risultato positivo per l'export toscano (+2,1% al netto dell'«effetto-oro»[1]), pur evidenziando una fase di ulteriore rallentamento rispetto al +9,0% realizzato nell'ultimo trimestre del 2012. Sempre al netto dei metalli preziosi, la Toscana scivola così in basso nella graduatoria delle principali regioni esportatrici, prima della Lombardia (+0,6%) ma dopo Veneto (+4,1%), Emilia Romagna (+6,1%) e Piemonte (+9,5%), allineandosi all'andamento nazionale (+2,8%).

 

"I dati sul commercio estero per il primo trimestre 2014 - sottolinea Stefano Morandi, Vicepresidente di Unioncamere Toscana - confermano ancora una volta il ruolo di sostegno alla crescita della domanda estera che in questo momento è rivestito dai paesi extra europei, ed in particolare dal continente americano (Stati Uniti, Brasile), e da quello asiatico (paesi dell'Estremo Oriente). Si tratta di mercati in cui la domanda delle nostre produzioni regionali (dalla meccanica al sistema moda) è in una fase di nuova forte crescita; allo stesso tempo si tratta di aree geograficamente molto lontane, difficili e costose da raggiungere per gran parte del nostro tessuto imprenditoriale. Oltre il 65% delle imprese esportatrici in Italia ha una dimensione compresa tra 0 e 19 addetti: rivestono dunque fondamentale importanza in questo momento tutte le azioni a sostegno della proiezione internazionale delle PMI, da quelle di tipo meramente economico (contributi per partecipazioni a fiere, missioni all'estero) a quelle di più ampio respiro strategico (formazione, consulenza, credito a sostegno degli investimenti). Tali iniziative, da sempre svolte dalle Camere di Commercio con un ruolo di primo piano e con costi minimi per le imprese, dovranno essere cancellate a seguito del decreto di riforma della Pa approvato dal governo in questi giorni che prevede un drastico taglio del 50% delle risorse."

 

Gli andamenti settoriali

Prosegue la crescita delle vendite di beni di consumo, con andamenti sostenuti - anche se in rallentamento - sia per i beni durevoli (+15%) che per i non durevoli (+5,6%). Ancora in lieve difficoltà i beni strumentali (-1,5%), in ripresa i prodotti intermedi (+1,1% al netto dei metalli preziosi).

Sono sistema moda ed agroalimentare a trainare la crescita nelle vendite di beni di consumo. I contributi più rilevanti nel trimestre vengono forniti da cuoio-pelletteria (+7,3%), abbigliamento (+7,4%), prodotti tessili (+9,6%) e agroalimentare (+6,1%) tra i beni non durevoli, e oreficeria e gioielleria (+18,9%) nella componente durevole: in quest'ultima categoria bene anche cicli e motocicli (mezzi di trasporto n.c.a. +6,4%). Difficoltà si rilevano ancora nell'andamento delle vendite di prodotti della meccanica strumentale (-7,3% le macchine per impieghi speciali) che, sempre tra i beni strumentali, si affiancano ad un nuovo tracollo della cantieristica (-44%) e di computer, apparecchi elettronici e ottici (-8,5%). La crisi produttiva del settore della raffinazione determina un ulteriore calo nelle vendite di beni energetici (-39,8%), che deprime il tasso di crescita complessivo delle esportazioni di ben 1,3 punti percentuali.

 

Mercati e aree di sbocco

Il mercato europeo (UE-28) ha dimostrato nel periodo un forte rallentamento della crescita delle esportazioni (+1,2% al netto metalli preziosi), ciò è causato dalle forti contrazioni nelle vendite in Germania (-4,6%) e in Spagna (-7,4%), solo in parte compensate dalla crescita di Regno Unito (+2,8%), Francia (+2,2%) e Polonia (+10,4%).

Peggiora inoltre e notevolmente, l'andamento delle vendite dirette nei paesi europei extra UE-28 (-10,9%), essenzialmente dovuto all'ulteriore brusco arretramento delle vendite in Russia (-26% legate all' «effetto Ucraina») e in Turchia (-20%, con forti decrementi per prodotti della siderurgia, prodotti in metallo, prodotti petroliferi, macchine di impiego generale).

In controtendenza invece le esportazioni della Toscana sui mercati extra europei, che riprendono a crescere (+2,7%), pur con andamenti molto differenziati tra aree geografiche. La crescita è trainata dal continente americano (+12,1%) e da quello asiatico (+14%), pur in presenza di un deciso rallentamento delle vendite in Medio Oriente.

In questo contesto, decisamente positivo è l'andamento degli Stati Uniti (+17,7%), legato quasi per intero alle vendite di macchine di impiego generale. In crescita inoltre calzature, abbigliamento e agroalimentare, mentre arretrano siderurgia, orafo, meccanica strumentale, cantieristica. In America centro-meridionale la crescita è legata all'andamento del Brasile (+43,2%, in gran parte macchine di impego generale) e del Messico (+7,1%). Accelera la crescita delle esportazioni in Asia con una straordinaria performance della Corea del Sud (per il 90% macchine di impiego generale, con un ottimo andamento di cuoio e calzature) ed un'accelerazione della Cina (+15,7%), con le stesse caratteristiche settoriali. L'andamento negativo delle vendite in Africa è infine determinato in buona misura dall'effetto base di commesse per macchine di impiego generale verso il Marocco.



[1] Ci si riferisce, con tale espressione, a flussi di metalli preziosi non legati a vere e proprie attività di trasformazione manifatturiera, ed il cui valore risente inoltre dell'ampia volatilità del prezzo dell'oro sui mercati internazionali. Il dato ufficiale diffuso da Istat (-4,6% l'andamento complessivo delle esportazioni toscane nel trimestre) include anche tali transazioni.

 

Info
Cristina Marullo
cristina.marullo@tos.camcom.it
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Ufficio stampa
                                      Franco Natali                                 
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