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  I servizi pubblici locali resistono alla crisi e crescono gli investimenti

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I servizi pubblici locali resistono alla crisi e crescono gli investimenti
Il consuntivo 2012 e le stime di chiusura del 2013 nell'analisi di Unioncamere Toscana e di Confservizi Cispel Toscana presentata oggi a Firenze

 

 

Firenze, 28 novembre - Nonostante la crisi, il settore dei servizi pubblici locali in Toscana va bene. Cresce il fatturato, con la sola eccezione del trasporto pubblico locale. Il personale è sostanzialmente stabile. Ma soprattutto crescono gli investimenti: particolare non di poco conto, visto che sul livello dei servizi pubblici si misura anche la competitività di un territorio e servizi pubblici più moderni possono dunque aiutare l'economia e l'attrazione di nuove imprese. Un quadro che conferma i servizi pubblici locali che come un settore anticiclico, capace di dare un contributo importante alla crescita del Paese.

I dati, che riguardano il 2012 e le previsioni per il 2013, sono contenuti nell'indagine annuale che Uniocamere Toscana e Confservizi Cispel Toscana realizzano dal 2012 per monitorare il settore dei servizi pubblici, presentata oggi dal Presidente di Unioncamere Toscana Vasco Galgani, dal Direttore di Confservizi Cispel Toscana Andrea Sbandati e da Andrea Cardosi dell'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, alla presenza dell'Assessore regionale all'ambiente ed energia Annarita Bramerini e del Direttore di IRPET, l'istituto di programmazione economica della Toscana Stefano Casini Benvenuti. L'indagine ha coinvolto imprese di medie e grandi dimensioni con almeno 50 addetti che operano in tutta la regione. Nel paniere quelle che gestiscono rifiuti solidi urbani (Rsu) pesano per il 53,5%, il 18,6% è rappresentato dalle imprese del servizio idrico, il 16,3% da imprese di trasporto pubblico (TPL) e l'11,6% da imprese di distribuzione del gas.

Fatturato in crescita - Complessivamente nel 2012 il fatturato delle imprese analizzate è cresciuto dell'1,6%, grazie alla spinta dei settori gas (+5,1%) ed idrico (+3,9%) che confermano sostanzialmente il ritmo di crescita del 2011 in cui erano stati considerati in aggregato (+5,2%); 2012 positivo anche per le aziende rifiuti (+1,7%), mentre si conferma in flessione il settore del Tpl (-0,9%; -3,5% nel 2011). Nel 2013 non ci dovrebbero essere eccessivi scossoni : le percentuali di quanti hanno indicato aumento o stabilità sono pressoché identiche (38%), superiori alla quota di imprese (24%) che stanno consolidando fatturati in diminuzione.

Volano gli investimenti - Ancora di più sono cresciuti gli investimenti: + 27,32% nel 2012, rispetto al ben più magro +3,2% del 2011. Aumentano anche i costi di produzione (+2,9%, il doppio della crescita registrata nel fatturato). Sostanzialmente stabile è il numero degli addetti, solo lievemente in diminuzione (-0,7%).

Per lo più contratti a tempo indeterminato - Scendendo nel dettaglio, nel campo della dinamica occupazionale si segnala la larghissima presenza di addetti a tempo indeterminato (oltre il 96% in tutti i settori) e la una ridotta componente di contratti a tempo determinato e di altre tipologie di contratto. Viene sostanzialmente confermata la distribuzione degli addetti per categoria di inquadramento rilevata con l'indagine dell'anno passato con il 68,7% di operai, il 28,1% di impiegati, il 2,2% di quadri e il 0,9% di dirigenti. Tale distribuzione media rappresenta maggiormente i comparti Tpl e Rsu, mentre nei comparti idrico e distribuzione gas l'indagine rileva una quasi parità tra impiegati e operai (idrico 49,3% impiegati e 46% operai, Gas 51,4 Impiegati e 39,6% operai). Per l'anno 2013 il 65,6% delle imprese prevede una stabilità del numero degli addetti; una diminuzione del numero degli addetti è prevista nel settore del TPL, dove il 75% delle imprese effettua una previsione in riduzione.

Investimenti in crescita, ma non per tutti - Nel 2012 gli investimenti sono cresciuti a ritmi sostenuti (+27,32%) ma non per tutti. Il traino è stato molto forte nello spaccato dei Rsu (+39,7%) ed anche nei Tpl (+32,1%); positiva, seppur di entità più contenuta, la dinamica nell'idrico (+6,5%), mentre si rileva iuna battuta d'arresto fra gli operatori del gas (-8,2%). Il 2013 è contraddistinto da aspettative in sostanziale equilibrio visto che dovrebbe esserci un aumento degli investimenti per il 35% degli imprenditori e una diminuzione per lo stesso numero di imprenditori; il restante 30% ha dichiarato investimenti sostanzialmente stabili rispetto al 2012. Sul dato degli investimenti le imprese dei servizi pubblici locali hanno dichiarato un'incidenza media del 12% dei contributi pubblici rispetto agli investimenti realizzati.

Produrre costa di più - Crescono complessivamente del 3% i costi della produzione, in particolare per Tpl (+4,7%) ed acqua (+4,3%), di meno per rifiuti (+1,1%) e gas (+0,8%). Fra tutte le voci di costo hanno inciso soprattutto i forti rialzi per energia e combustibile (+12,2%), per le spese legali e le gestioni del contenzioso (+11,4%; per il +40% del settore gas) ed in misura più contenuta per le assicurazioni (+5,7%) del parco auto. Si riduce, invece, il costo del personale (-0,3%). Per il 2013 la tendenza è di un ulteriore aumento dei costi per le imprese: la quota di quanti registrano accelerazioni dei costi (44,9%) è superiore infatti di cinque punti rispetto alla percentuale delle flessioni (39,7%), mentre per il 15% degli imprenditori l'annualità è all'insegna della stabilità.

Pagamenti lumaca - Complice la crisi (e i tetti del patto di stabilità), aumentano anche i tempi di pagamento. Cartelle e bollette sono state mediamente saldate dagli utenti privati, nel 2012, con un ritardo di 156 giorni rispetto alla scadenza e con 195 giorni di ritardo dalle pubbliche amministrazioni. Più nel dettaglio per i rifiuti il ritardo della pubbliche amministrazioni è salito da 172 giorni del 2011 a 299 del 2012. Nel settore gas sempre le pubbliche amministrazioni nel 2012 hanno raggiunto quasi l'anno di ritardo (337 giorni), mentre gli altri utenti, per lo stesso servizio, si fermano a circa 50 giorni. Per il saldo delle bollette del servizio idrico le parti si invertono: le pubbliche amministrazioni pagano mediamente dopo 158 giorni dalle scadenza, cinque mesi dopo, mentre gli altri utenti salgono a 171, un paio di settimane in più.


 

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Il punto di vista del Presidente Vasco Galgani

 

"Nei servizi pubblici locali il 2012 si è chiuso con risultati positivi confermati da aspettative sostanzialmente stabili per il 2013. La crescita risulta molto sostenuta negli investimenti (+27,3%), un dato significativo perché in controtendenza rispetto al resto dell'economia regionale. Le criticità però non mancano, a iniziare da quelle evidenziate dalla riduzione del numero di occupati (-0,7% nel 2012 e un'ulteriore riduzione nel 2013) e dai costi della produzione in rialzo, a causa degli aumenti delle spese legali, del contenzioso, di energia e combustibile.

Pur condividendo le ragioni legate al Patto di Stabilità, i ritardi nei pagamenti delle semplici bollette da parte delle pubbliche amministrazioni evidenziano una situazione paradossale pesa sui bilanci delle imprese che operano sul territorio: 337 giorni medi di ritardo nel settore gas, 299 per i rifiuti solidi urbani e 158 per l'acqua.

Da parte del Sistema camerale rinnoviamo l'impegno a sostenere iniziative di studio e monitoraggio, come quella che ha prodotto i risultati che presentiamo oggi e la prossima sugli investimenti. Strumenti che possono essere un utile servizio alle imprese per migliorare le condizioni in cui operano quotidianamente."

 

 

 

 

 

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